Dedicato alla memoria di Yoshinobu Nishizaki


PS1 I Guerrieri Dell'Amore









I Guerrieri dell'Amore

Per il secondo gioco pensato e realizzato per commemorare il film “Addio Yamato” posto in commercio nel maggio 2000, la Bandai ha fatto le cose in grande.
Innanzitutto le fasi di gioco non sono nove ma ben 20 con 34 missioni, e date le sue dimensioni, lo spazio richiesto è notevolmente più grande, quindi tutto il gioco si sviluppa in 3 dischi. La particolarità del secondo gioco è che la storia non si basa esclusivamente su quella del film, perché a questa, è assimilata parte di quella della seconda serie tv. La natura ibrida della storia si riflette anche nel nuovo design per Teresa, che pone la sua fisionomia a metà strada tra quella del film e quella della serie TV. Poichè è stato gestito da Matsumoto, è importante anche rilevare come a questa nuova versione della stroria (e a quella di Yamato Per Sempre) si data più profondità ai personaggi creati dall’autore: come Arakome (Royster), personaggio marginale che nella serie II compare solo come una macchietta sporadica, qui è promosso a mascotte, Arakome diventa infatti un personaggio spesso presente sul ponte, dove con la sua goffaggine, alleggerisce di molto la tensione degli avvenimenti (e del gioco) "giocando" persino il ruolo di Jolly tanto che sono date anche molte opportunità di salvare la nave, inoltre,  la battaglia di Saturno è decisamente più ampia rispetto alla versione televisiva.
I giocatori sono sfidati fin dall'inizio a fronteggiare le numerose forze dell'Impero della Cometa, (che sembrano non finire mai) poi chiamati a sostenere un estenuante tentativo di sfondare un blocco di satelliti della difesa EDF, finendo per rirovarsi poi in una situazione di stallo con l'Andromeda.
La battaglia per liberare i marin spaziali dal Pianeta 11 (o Brumus) è più un campo di addestramento per migliorare le proprie abilità di strategia e di resistenza, che un semplice tentativo di salvataggio, così come è diverso e decisamente più tortuoso è il viaggio verso Telezart.
Possiamo tranquillamente dire che queste prime difficoltà non sono altro che un campo di prova con cui preparare i giocatori a superare le difficoltà degli altri 2 dischi.


Il box è uscito in commercio in due differenti versioni. La prima, la "Deluxe Pack",oltre al gioco stesso, la confezione include nel set un fazzoletto con l’emblema della flotta, una VHS di 40 minuti contenente tutte le nuove sequenze animate, un notes rilegato in pelle e un libro con lavori di grafica di grande formato, in piò un volume di 64 pagine con immagini di settei e di mecha del gioco disegnate dai due curatori del gioco: Keisuke Masunaga e il veterano di mecha di Yamato, Kazutaka Miyatake.
La seconda versione decisamente più semplice (ma ugualmente costosa per chi se la fa importare direttamente dal Giappone) include esclusivamente i tre dischi e due libretti, (entrambi di piccole dimensioni contenuti all’interno del box) uno di 25 pagine che illustra le fasi del gioco (rigorosamente in giapponese) e un altro di 41 pagine con immagini di settei dei personaggi e mecha delle astronavi.

Come per la prima uscita, anche in questo gioco sono state aggiunti circa 40 minuti di animazione inedita che è possibile visionare attraverso il nastro VHS in dotazione con il videogioco o in un DVD a tiratura limitata, oppure possono essere visualizzati su Youtube.

I libri dedicati al secondo gioco sono solamente tre, il primo è una guida completa di 160 pagine, con consigli per giocare, Il secondo e il terzo, rispettivamente di 160 e 130 pagine, sono decisamente più interessanti e dedicano il maggior numero di pagine al design dei personaggi e ai mecha. Il Fix Data merita un’attenzione particolare. Le prime 42 pagine del libro offrono una panoramica completa del gioco, con tutte le fasi degli avvenimenti, così anche se non si possiede il box di dischi, è possibile farsi un‘idea chiara di ciò che accade nel gioco. Dalla 43 alla 66 vi sono mecha della Yamato, dei Cosmo Tigers e delle navi dell’Impero della Cometa, una galleria molto dettagliata con specifiche sulle dimensioni, peso e tipo di armamenti su ogni nave rappresentata.
Le pagine dalla 67 alla 104 sono dedicate interamente al character design dei personaggi, mentre le ultime pagine del libro (per chi sa leggere il giapponese) sono forse la parte più interessante, con numerose interviste allo staff del gioco e ai doppiatori, particolarmente quella al simpatico Kouichi Yamadera (che ha dato la voce a Wildstar anche nel film la Rinascita) al grande Kazutaka Miyatake e a Leiji Matsumoto in persona.


L'Eterna storia di Giura o Eternal Story of Jura.

Il terzo e ultimo videogioco per la Playstation 1 è tratto da un episodio del manga di Matsumoto e inedito in tv. L’autore di Yamato aveva ideato e disegnato questo episodio nelle notti in cui si occupava sia della prima serie tv che del fumetto. Questo cofanetto non è un gioco come gli altri due, più che altro è una compilation edi immagini e filmati e un piccolo minigioco alternativo della prima serie. Il disco offre 4 opzioni.
Quando lo si carica, non ci sono filmati o altro, si va direttamente alla schermata del menu del disco che porta il giocatore a fare 4 scelte.
La Scelta n 1 permette di selezionare e guardare un’ora di filmati con le scene del primo gioco di Yamato.
La Scelta n 2 consente di visualizzare i settei, i mecha l'arte e le illustrazioni.
La Scelta 3 permette di scaricare e salvare i file sulla memory card.
Scelta 4 è il gioco.
La parte mini gioco di questo disco è una versione nuova dell’originale storia prima serie, cioè la missione di Iscandar.




Il Doppiaggio Giapponese e l'Home Video della Seconda Serie.












Immagine dal box di LD della Serie 2
Il doppiaggio giapponese degli episodi della serie avveniva ogni Sabato alle 6pm, sotto la direzione di Toshio Sasaki.
Sasaki era stato un dipendente della Tohokushinsha Studio, dove ha avuto effettivamente luogo la registrazione vocale.
Il primo episodio della Serie 2 fu registrato il 16 settembre 1978, circa un mese prima della sua trasmissione in televisione. Questo contrastò con la Serie 1, dove il doppiaggio veniva fatto solo due settimane prima dell’uscita in tv (e talvolta anche meno), ma in questa circostanza fortunata, il lavoro di doppiaggio coincise perfettamente con il programma di trasmissione, il quinto episodio fu registrato il 14 ottobre, il giorno stesso in cui il primo andò in onda.Purtroppo questo vantaggio sarebbe sceso a causa della crescente difficoltà di seguire la lenta sceneggiatura di Nishizaki e Yamamoto che volevano discostarla quanto più possibile da quella del film.
Del cast originale, tutti, tranne due dei doppiatori della prima serie e del film rimasero invariati: solo Trelena e Invidia furono modificate. Inoltre, il narratore del film, Taichiro Hirokawa, fu sostituito da Akira Kimura che aveva narrato la Serie 1 e che ora dava la voce al capitano Gideon.
Il processo di registrazione per gli anime in Giappone è molto diverso rispetto a quello italiano (e dal resto del mondo credo…) dove il doppiatore recita dinanzi al prodotto finito. In madrepatria, invece, gli attori recitano davanti a degli storyboard abbozzati, in modo che dalla loro recitazione si possa scegliere il tipo di espressione da abbinare al viso, tale scelta però va a discapito sia del doppiaggio, sia del compimento dei disegni (come accadde nella serie 1 dove il doppiatore a volte si trovava a recitare solamente davanti a una serie di tacche di fasatura disegnate a mano su una pellicola in bianco e nero. Noboru Ishiguro descrisse questa come "la peggiore condizione possibile" per una produzione di anime; è bene ricordare che per inciso, questo fu un evento settimanale per la Serie 1.)
Come l’episodio 1 fu una sorta di benedizione per Ishiguro che poté approfittare delle moltissime scene riprese dal film per portarsi avanti con il lavoro, l’episodio 5 fece tirare un po’ il fiato ai doppiatori, infatti, il 90% del filmato fu riutilizzato anch’esso dal lungometraggio.
Solo il 10% del doppiaggio di quella stessa puntata fu inserito per finire l’episodio, ma col tempo e con il conseguente evolversi dei cambiamenti della storia, questo guadagno andò via via diminuendo.

Anche se il lavoro di doppiaggio e di lavorazione procedettero ad un ritmo frenetico, purtroppo non si potè dire altrettanto in seguito per l’uscita in home video. La prima serie TV aveva fatto il suo debutto in VHS all'alba dell’inizio 1984, ma sarebbero dovuti passare ancora sei anni prima che alla Serie 1 facessero seguito le Serie2 e III. In effetti, a parte un’unica replica nel 1980, i fan giapponesi non avrebbero avuto più alcuna possibilità di vedere a casa propria la seconda serie fino al 1990. Ci fu però un film sostitutivo, quasi sconosciuto ai fan al di fuori del Giappone: “Yamato TV 2 speciale” o "film compilation".
 Il film curato da Eichi Yamamoto, da Hirouka e Wakai era stato pensato per durare 180 minuti, ma alla fine la lunghezza della pellicola fu accorciata a 96 minuti.
 Il film fu consegnato alla stazione televisiva Nihon Terebi [Nippon Television Network], il 4 agosto, due giorni prima della data di trasmissione. Ricordando che la consegna degli episodi della serie 1 e 2 a volte era questione di pochi minuti prima della diffusione televisiva, chi ricevette il master del montaggio disse sorpreso a Hirouka: "Sei già qui?"
Anche se la storia era rimasta invariata, nella pellicola furono utilizzate delle nuove partiture musicali che nel frattempo erano già state aggiunte al catalogo delle BGM nel 1979. Questo ha portato ad alcune scelte creative musicali interessanti come l’inserimento del tema della “collina degli eroi”. Il film fu poi pubblicato in VHS e Beta da Toei e dalla Nippon Columbia nel Gennaio del 1985.


Yamato 2 invece, fece la sua prima apparizione in VHS sotto l'ala della Bandai solo nel ‘90. L’edizione aveva le copertine realizzate dal grande Nobuteru Yuuki, (Escaflowne, Lodoss Wars etc), la particolarità di questa edizione sta nel fatto che disponendo le 6 facciate delle VHS l’una accanto all’altra, si ottiene la composizione di un’unica grande figurazione. Di tutte e tre le serie tv, questa sarebbe risultata dalla divisione Emotion Bandai per tutto 1990, come quella che fece tirare un sospiro di sollievo ai fan che avevano atteso pazientemente quest’ uscita da quasi 10 anni.
Ma seppur di ottima fattura, la versione in VHS non poteva reggere il confronto con quella del novembre del 1992 in LD Box. (Nel frattempo la Bandai aveva acquistato l'intero catalogo Yamato per il rilascio di tutto il materiale, serie tv e film in LD) il LD Box della Serie 2 resta di uno standard elevato che deve ancora essere superato. Il box in 7 dischi con un libro di 32 pagine che contiene note, interviste e schede di progettazione e molto altro, ha il privilegio di includere anche tracce uniche di bonus audio, un catalogo enorme di effetti e panorami sonori di tutta la saga di Yamato, inoltre a differenza del box della Serie 1 uscito 6 anni prima, in cui non vi era nessuna illustrazione sulle copertine (a parte il disegno dell’astronave curata dallo Studio Nue), questa edizione di LD, è magnifica, (confermo.. dal momento che ce l’ho..) perché i 7 laser disc e la copertina del volume beneficiano della splendida opera grafica di Toshiyuki Kubooka, animatore e disegnatore di anime ben noti come: Gundam 0080, Nadia, Gunbuster, e Giant Robo.

Box di LD della Serie 2
Questi stessi LD furono poi ristampati singolarmente nel giugno 1998 in occasione del 25 ° anniversario di Yamato.
In quella particolare ricorrenza, la Emotion (Bandai) pubblicò anche le vecchie VHS, che per vestire anch’esse delle cover di Toshiyuki Kubooka furono ampliate di numero passando da 6 a 7 volumi.
Questa fu l'ultima volta che la Serie 2 fu rilasciata in LD e VHS, poiché il DVD si stava già imponendo sul mercato. Anche il film montaggio di Yamato 2 trovò una nuova pubblicazione nel formato LD nel 1994, prodotto questa volta non dalla Bandai, ma dalla stessa West Cape Corporation, e distribuita da Sobi.

Due anni dopo il 25 ° anniversario, nel gennaio 2001, la Emotion ha pubblicato la Serie 2 in DVD in due versioni: un box deluxe per la vendita e 5 dischi singoli rilasciati solo per il noleggio. Il box set è stato un degno successore di quello in LD del 1992. Questa volta l’illustrazione delle cover fu affidata a Hirotoshi Sano, ma la particolarità di questo cofanetto è stato l’inserimento dello special TV della serie 2, diversi spot televisivi per i giocattoli e i kit di montaggio e uno straordinario libretto di 48 pagine, che ha esplorato la realizzazione e la commercializzazione di tutta la serie 2 in un dettaglio senza precedenti.
Ora dovremmo forse aspettarci una versione in Blue-Ray? Ai posteri l’ardua sentenza!




Curiosità…

Lo sapevate che…



Akira Kamiya più tardi sarebbe diventato il doppiatore di Shutaro Mendo in Uruseyatsura e di Rio Saeba in City Hunter? e che Isao Sasaki avrebbe doppiato Shima Daisuke nel film Final Yamato?

e che..
Yoko Asagami (doppiatrice di Yuki) fu ricoverata d'urgenza per appendicite il 15 gennaio 1979? La sua condizione, complicata da peritonite, la costrinse a un ricovero immediato e alla conseguente operazione il 17 gennaio. Questo imprevisto costrinse la povera Asagami a doppiare le battute di Yuki degli episodi 17 e 18 mentre era ancora in ospedale. I suoi punti di sutura furono rimossi il 24 gennaio, ma dovette lasciare l'ospedale per la registrazione dopo soli 3 giorni dall’intervento. Tornò poi nel letto in clinica e dimessa il 2 febbraio, ma chi ha buon orecchio, è sicuramente in grado di individuare un leggero cambiamento di tono dei dialoghi di Yuki negli episodi 17 e 18.



e che..

L’orario di lavoro a volte andava dalle 9 del mattino alle 10 di sera? Keisuke Fujikawa, uno degli sceneggiatori che veniva in studio con la macchina in quei giorni, non riusciva a parcheggiare nelle vicinanze, così dovette utilizzare un parcheggio di proprietà di un albergo locale. Si lamentava spesso che "i soldi che faccio dal mio script è tutto andando al parcheggio!"









Trelena di Telezart: Dal Film alla Serie 2














Il personaggio più misterioso e affascinante creato nel 1978 appositamente per il film Arrivederci Yamato e poi ripreso con leggere modifiche nella Serie 2, è certamente rappresentato nella splendida figura di Trelena/Tèresa di Telezart.
Concepita per essere il fulcro essenziale; il catalizzatore di energia indispensabile per la vittoria finale della Yamato su Gatlantis, Tèresa ci appare come una figura eterea che vive al fuori degli schemi di questo universo, un'essenza sconosciuta che coesiste nell’universo dell’antimateria.
Che cos’è esattamente l’antimateria?
In fisica l'antimateria è un agglomerato di antiparticelle corrispondenti alle particelle che costituiscono le materia ordinaria.
Ad esempio, un atomo di antidrogeno è composto da un antiprotone caricato negativamente, attorno al quale orbita un positrone (antielettrone) caricato positivamente.
Se particella e antiparticella vengono a contatto tra loro, si annichiliscono emettendo fotoni ad alta energia (raggi gamma) o altre coppie di particelle-antiparticelle tali che la somma dell'energia totale (precedente e seguente l'impatto) rimanga costante.
Tèresa (o Trelena) raffigurata nel film è in sostanza una bomba vagante nell’universo in grado di distruggere qualsiasi cosa che entrasse in contatto con essa.
La fisionomia della principessa di Telezart nel film, al contrario di quella “semplice” e umana della Serie 2 è molto più interessante ed affascinante se la sia analizza sotto un aspetto puramente scientifico e razionale, si tratta, infatti, di un essere formato da antielettroni, da antiparticelle del tutto identiche a quelle che ci circondano, salvo per il fatto di avere cariche opposte.
Nell'universo che conosciamo non c'è traccia di antiatomi e, ancor meno, di una sorta di mondo alla rovescia con pianeti e galassie fatti di antimateria.
Da qui nascono le prime incongruenze nella sceneggiatura del film: dal momento che Tèresa è composta di antimateria, come può essere anche la regina di un pianeta formato da materia?. Un mistero dunque, visto che la sua sola presenza sarebbe sufficiente a far esplodere l'intero Telezart.
nota. Nel film Teresa afferma di essere l'unica sopravvissuta della sua gente. Altro mistero: chi nell'universo è in grado di distruggere un'intera popolazione di esseri formati da antimateria?

Nel film di Yamato abbiamo invece una chiara rappresentazione di un essere senziente, dotato di sensibilità e di un meraviglioso aspetto, il tutto formato proprio da leggi fisiche opposte alle nostre: un essere umano ma totalmente diverso e sconosciuto nella struttura considerando che non si sa praticamente nulla della vita concepita sull'antimateria. 
Tèresa doveva rappresentare l’energia del cosmo che vive libera nello spazio, lontana ed estranea da tutto ciò che ha a che fare con le passioni umane, un essere metafisico che non ha necessità di costrizioni, ed ecco che per rendere l’idea di un essere libero, si pensò quindi, anche per esaltare l’impatto visivo, di non assegnarle alcun tipo di vestiario. (La scelta avrà ottenuto certo l’effetto desiderato...).
Non è certo la prima volta che Matsumoto disegna donne prive di abiti, molte delle sue eroine Yuki di Sexaroid, Queen Millennia, Metel del GE999 sono spesso rappresentate in abiti succinti o spesso nude.
Sebbene sottovalutata, la sua presenza nella pellicola è tutt'altro che trascurabile, e anche se appare solamente per 2 volte, sarà proprio la sua composizione di antimateria quella che consentirà alla Yamato di generare un’esplosione tanto potente da permettere la distruzione della fortezza spaziale di Zordar, questo perchè il solo impatto dello scafo della Yamato contro quello della fortezza, non sarebbe bastato per abbattere l’intera struttura.

Nel film, l’entità (non una donna reale in carne e ossa come nella Serie 2, ma solo una forma vivente opposta al nostro universo) è prigioniera in una segreta sul pianeta Telezart, uno dei tanti pianeti conquistati da Zordar il Grande.







Immagazzinare l’antimateria:




Immagino che gli scienziati terrestri del 21 secolo sarebbero molto grati agli studiosi dell’Impero della Cometa se rivelassero loro il modo di intrappolare un essere formato da antimateria. I ricercatori nel nostro secolo sono riusciti a malapena a catturare e mantenere in vita alcuni atomi (38) di antimateria e a "intrappolarli" per una frazione di secondo.
Resta ancora un problema per la gente della Terra lo studio e un eventuale sfruttamento delle sue caratteristiche specifiche vista la tendenza all'annichilamento che ha l'antimateria ogni volta che si scontra con la materia comune.
Gli abitanti di Gatlantis non hanno avuto certo bisogno di una struttura di 9 km di diametro come il CERN per intrappolare una carica tanto potente di antimateria, perché a quanto pare è bastato loro un semplice congegno dalla composizione sconosciuta.









Trelena Nella Serie 2





Ben diversa la connotazione di Trelena/Tèresa all’interno della Serie 2. Trelena è una donna in carne e ossa dotata di enormi poteri psicocinetici, donatele probabilmente da chi coordina e governa l’intero universo (chiamatelo come volete: Dio, Esseri Supremi etc) una donna con sentimenti, profondamente sola, angustiata dai tormenti, dai rimorsi per essere stata la causa involontaria della distruzione del suo stesso pianeta ormai praticamente in rovina, infatti, è l'unica sopravvissuta sul pianeta Telezart.
Le conseguenze del terrorismo e della guerra civile sul suo pianeta l’hanno gettata in un profondo stato di sconforto rendendo le sue azioni del tutto indipendenti dalla sua volontà.
Trelena ha perso il controllo del suo potere generando onde d'urto di energia che hanno ucciso tutti gli abitanti del suo pianeta.
Secondo le informazioni riferite nell’episodio 1 dall’intelligence dell’Impero della Cometa, Trelena avrebbe "trovato il segreto dell’anti-materia".
Ma non è certo che sia questo la fonte del suo potere.
E’ molto probabile che menzionando l’antimateria, la produzione di Yamato volesse riallacciarsi al film, una valutazione che a un certo punto deve essere decaduta dal momento che nel corso delle puntate dell’antimateria non si fa più parola.
Alla fine, l’origine dei poteri di Trelena resta misteriosa e basta.
Alla fine della Serie 2 Trelena dice testualmente: “ vi sono delle grandi forze nell'universo, sconosciute e invisibili, io sono una piccola parte di queste forze”.. lasciando quindi tutto in sospeso.
Il suo sentimento per Shima (Mark Venture) le darà la scintilla necessaria per permetterle di mutare parte del proprio pensiero persuadendola a utilizzare nuovamente quegli stessi poteri che lei riteneva negativi per impiegarli nuovamente contro l’Impero della Cometa.
Lo scontro contro l’Impero ha effettivamente luogo e per la debole struttura di Telezart, già provata non c’è scampo e il pianeta si trasforma in energia pura.
Ma Tèresa non è morta, la principessa di Telezart riappare alla fine della serie ormai in grado di controllare i suoi poteri, di riportare Shima, disperso nello spazio e ancora privo di conoscenza, sulla Yamato.
Al termine della serie, dopo aver compreso il vero significato della sua esistenza in questo universo, Trelena si offre di fermare l'Impero della Cometa permettendo così alla Yamato di ritornare sulla Terra.








Le Musiche della Seconda Serie









Ripensando al triste inizio della prima serie nel 1974, possiamo considerare questo nuovo lavoro come un vero successo. I risultati della serie 2 di Yamato erano stati straordinari, ma per i fan giapponesi questa seconda serie era stata vista come una versione riveduta di un film che aveva profondamente scosso l’animo dei giovani appassionati.
Questa verità aiuta a spiegare perché di tutte le diverse produzioni di Yamato, la seconda serie è quella che ha la minima quantità di merchandising; in sostanza, tutto ciò che riguarda la serie 2: libri, giocattoli, abbigliamento, romanzi, manga, etc, è indiscutibilmente legato a quella del film.
Lo stesso vale per la musica.
E 'anche difficile trovare commenti e note di copertina che sono specifici di questa serie.
Nel Roman Album di Yamato 2, per esempio, il commento di Hiroshi Miyagawa era più che altro uno sguardo a quello che era venuto prima, piuttosto che uno diretto all'ultimo lavoro. Premesso questo, è evidente che l’entusiasmo del maestro era molto diverso e decisamente sottotono rispetto a quello rilasciato di solito. Si ricorderà con quanto entusiasmo egli commentò la pubblicazione del primo Symphonic Suite di Yamato.Ora qualcosa tuttavia era cambiato; a cominciare da “Saraba”.
Sicuramente Nishizaki aveva assunto Kenji Sawada per tentare un esperimento: arricchire maggiormente il Sound di Yamato affidando la sigla finale del film ad una voce giovane.
(Yamato era per l’appunto indirizzato ai giovani) Kenji Sawada era uno dei cantanti pop sulla cresta dell’onda in Giappone in quel momento e a Nishizaki, quella era parsa indubbiamente la tattica migliore per accattivare ulteriormente le simpatie del pubblico, anche di quelli non interessati agli anime, verso Yamato.Tuttavia quella scelta (condivisibile o meno) ottenne il risultato di creare qualche tensione all’interno della produzione, soprattutto per chi, come Miyagawa, aveva sudato sangue per creare quei capolavori di musica che avevano dato effettivamente vita alle atmosfere di Yamato.

Miyagawa aveva presentato a Nishizaki quattro composizioni per il tema finale del film, ma alla fine egli scelse di recarsi da Katsuo Ono per la composizione del testo della canzone.
Ono era per l’appunto il compositore personale di Sawada. E 'stata la prima e unica volta che un pezzo di Miyagawa (o meglio..4) era stato respinto a favore di un altro, ma la decisione aveva raggiunto comunque il suo obiettivo. La canzone riscosse un passaggio radiofonico molto elevato, e questo contribuì ad accrescere ulteriormente il prestigio sia di “Addio Yamato” sia della musica degli anime in generale.
Nonostante il successo tuttavia , Miyagawa si dispiacque molto per la decisone presa da Nishizaki che commentò: “..Andiamo Miyagawa, la musica di Yamato è sempre musica!”
Non è chiaro, a detta di chi scrive, quale fosse il vero significato delle parole del produttore; voleva forse dire: ”che le musiche scelte per Yamato sono sempre delle belle musiche” o “ogni musica è musica e va sempre bene”. Conoscendo il pensiero e la pignoleria di Nishizaki, è probabile che avesse detto che, come sempre, la scelta era stata ponderata con attenzione. Il maestro si sentì impotente di fronte a questa decisione.
“Ho gareggiato con Yasuo Ono per scrivere questa canzone” disse, “e la versione di Ono è stata scelta. Avevo presentato quattro brani, che andavano tutti bene.
Ma è stato tutto inutile. Il che è stato doloroso”.
Gli restava tuttavia l’orgoglio di avere scritto per Saraba e per la serie 2 delle musiche straordinarie. Yamato 2 aveva ereditato una grande quantità di musica dalla prima serie e dal film, ma si scelse di comporne delle nuove, anche se purtroppo furono registrati, ancora una volta, in mono. Inoltre, l’esecuzione fu accreditata allo “Yamato Studio Orchestra”, piuttosto che all’Orchestra sinfonica di Yamato. Ancora una volta, dal momento che la musica per la televisione era generalmente più minimalista della ventina per un film, è probabile che non tutti i musicisti furono necessari per registrarlo; da qui la necessità del cambiamento di nome.
Ecco il commento del maestro a proposito delle musiche della Serie 2.

“C'è sempre stato un elemento costante nella musica melodica di Yamato, che certamente è stata sentita e capita. Di tutte le tracce, quello che è stata più difficile da sentire e realizzare è stata il tema dedicato a Dessler. La sua musica doveva essere romantica, non quella di un leader spietato, ma quella di una persona malinconica e dai sentimentale tormentati, doveva essere toccante, nonché memorabile.(e memorabile è!) Quando mi sono trasferito al pianoforte, naturalmente le mie dita hanno iniziato a suonare la musica. Credo che sia un capolavoro, (e noi concordiamo con lui) ma mi chiedo: che cosa pensano tutti gli altri?    Un altro pezzo piuttosto impegnativo da creare, fu anche quello dedicato all’Impero della Cometa. Doveva essere grande e aveva bisogno di suonare come niente prima di quello, andava compiuto con strumenti potenti, su vasta scala e grandezza, decidemmo quindi di utilizzare un organo a canne. Mi ricordo di due giornate passate con l'organista su quel pezzo. Abbiamo voluto delle persone che assistessero all’esecuzione per testare il brivido che avrebbe destato in esse. Il risultato fu soddisfacente!"
Miyagawa aveva regalato ai fan della serie opere straordinarie, incidendo LP di rara sensibilità, sfornando un capolavoro dietro l’altro, scrivendo brani colmi di sentimento e di poesia, era riuscito ad imprimere alla serie un coinvolgimento, soavità ed armonia ad una saga che in realtà doveva inizialmente parlare di tutt’altro. Ancora una volta, le speranze di Nishizaki erano state appieno soddisfatte.

A fronte di tanto sentimento, è straordinario però scoprire come la stessa persona sia riuscita anche a costruire un brano di disco-music agglomerando i temi principali delle basi musicali.
Quasi certamente questo brano fu pensato per le discoteche, (un’altra trovata diabolica di Nishizaki che avrà sicuramente ottenuto l’effetto desiderato)
"Yamato in versione per Disco" è un pezzo molto interessante, inusuale per le tematiche originali della serie, ma è indubbiamente ricco di quella vitalità capace di trascinarti davvero.
A detta di chi scrive, questo pezzo è davvero coinvolgente e ben costruito, un pezzo di cui Miyagawa dovrebbe davvero andare fiero.
Purtroppo non fu mai più ristampato dopo la sua versione originale.
Per ascoltare questo pezzo unico di Yamato basta cliccare sul video.




A proposito di questo pezzo Hiroshi Miyagawa disse al riguardo:

“Devo confessare che questo album è stato molto difficile da fare, perché i temi di Yamato sono l'amore per l'umanità. Un pezzo per discoteca ha un ritmo che è fatto per ballare.
Tuttavia, limitarsi ad un solo particolare tipo di forma musicale è sciocco, perché la musica deve avere libertà di espressione.
Non si possono scrivere grandi componimenti dicendo che la musica pop "è in questo modo," e il jazz "deve essere così", o la "disco deve essere in un atro modo."
Limitare se stessi a queste forme di rigidità porta alla piattezza, ascoltare la musica in questo modo è un'esperienza triste e straziante. Rompendo lo standard del genere invece, si può godere di un suono che proviene da una variegata libertà di espressione.
Ho accettato la sfida di creare questa versione “disco di Yamato” solo per capire quanto sarebbe stato difficile farla. Cercare di mettere insieme i brani più intensi di Yamato per una versione da discoteca senza snaturarne troppo la loro natura originaria è stato molto frustrante.
Quindi, che dire del risultato?
Dovremo lasciare che sia la gente a dare il proprio giudizio. Se ci sarà qualcuno che non comprerà il singolo perché sentirà che questo è stato un lavoro inutile, per me va bene, perché sono sicuro che ci saranno anche quelli che si divertiranno con questa nuova esperienza.
Se dovesse piacere anche ad una persona, io ne sarei ugualmente contento."

Oltre ad essere stato il primo album di cover, (un rifacimento) e la prima prova della vivacità musicale e stilistica di Miyagawa, questa fu la prima volta (e non certamente l’ultima…) in cui l'effige di un produttore e una striscia di fotogrammi in 35 millimetri furono inserite al supporto da distribuire. Questa uscita di Yamato era stata così insolita, così inusuale, che la Polydor ritenne necessaria introdurre l'immagine di Nishizaki per rassicurare i fan che questa era stata un’operazione ufficiale voluta e pubblicata dalla stessa Academy.



La Seconda Serie. Produzione e Realizzazione.













Al momento della realizzazione della prima serie di Yamato, la sede della Office Academy nel 1974 era situata al dipartimento Kudanshita di Tokyo, tuttavia questa era esclusivamente legata all'ufficio per la pianificazione e le vendite, mentre il lavoro di animazione vero e proprio era prodotto in un condominio, nel reparto a Sakuradai. Quest’ubicazione fu svincolata nella primavera del 1975 e ripresa da Kazuhiko Udagawa per la sua Anime Pro poco dopo la fine della produzione del lungometraggio riassuntivo di Yamato.
Da allora l’Academy non ebbe più un proprio impianto di produzione e realizzazione, ma si era limitata solamente a curare la distribuzione dei propri prodotti (Yamato, Toriton, etc).
Quando nel 1977 arrivò il momento di ripartire per realizzare i nuovi lavori, la nuova casa di produzione di Yamato divennero gli studi Toei di Nerima. Questi continuarono a esserlo per tutta l’estate del 1978 durante la lavorazione di Arrivederci Yamato.
Quando nella primavera dello stesso anno prese il via la realizzazione della Serie 2, l’Academy ebbe bisogno di svincolarsi dall’ingombrante presenza della Toei e cercarsi una nuova sede.
Nishizaki aveva bisogno anche di ingaggiare un personale completamente nuovo, almeno per la fase di pre-produzione della nuova sere, perché gli animatori che lavoravano al film cinematografico sarebbero stati legati al film soltanto fino alla sua uscita nelle sale, ad Agosto.
Le fasi della pre-produzione di Yamato 2 iniziano così, (in attesa di trovare una nuova sede), in un ufficio preso in prestito alla Mushi Pro di Osamu Tezuka, (con cui Nishizaki aveva lavorato prima di fondare la Office Academy)
Il trasloco nella nuova sede sarebbe avvenuto il 1 settembre 1978, quando cioè Arrivederci Yamato era in proiezione nelle sale da quasi un mese.
La nuova struttura era un edificio di quattro piani. Il primo piano era già occupato da una società che affittava fotocopiatrici, ma l' Academy possedeva tutto il resto.
Il secondo piano dello stabile ospitava gli uffici del produttore e la sede dello Yamato fan club.
Al quarto piano vi erano la sala conferenze, il magazzino dei rodovetri e l’ufficio di Yoshinobu Nishizaki.
Ma era al terzo piano dello stabile che si svolgeva effettivamente il lavoro.
Il piano era stato diviso in cinque zone di produzione, dove i progettisti lavoravano gomito a gomito per realizzare nuovi mecha, creare le scene, dipingere i cel, montare i filmati.

Nishizaki e Matsumoto in una foto del 1978
Come per la Serie 1, l'animazione per il secondo lavoro fu condivisa a rotazione da quattro gruppi, alcuni di essi erano fuori sede, ma altri si stabilirono presso la nuova sede dell'Academy.
Uno per uno, gli studi di Takeshi Shirato, Kenzo Koizumi, Kazuhiko Udagawa e Osamu Hirouka vennero a formare poco alla volta il team della Serie 2.
Yoshikazu Yasuhiko che aveva creato lo storyboard per la Serie 1 e che si era appena occupato delle scene chiave per “Arrivederci” fu richiamato per realizzare lo storyboard per 13 episodi della Serie 2.
Ultimo ma non meno importante, Hiroshi Miyagawa era tornato a scrivere e dirigere la musica con Yu Aku come paroliere.
Leiji Matsumoto fu coinvolto come sempre nella produzione e la sua influenza generale questa volta si fece più marcata.
Le sue idee di “meccanica” sui disegni divennero abbastanza forti da consentirgli di creare un proprio linguaggio visivo: una firma.
Matsumoto non voleva il ripeteresi degli errori commessi nella Serie 1 e questa volta, in questa fase della vita di Yamato, era deciso a non cedere alle pressioni e ad imporre la propria volontà e le proprie idee. (Questo stile unico nel suo genere, lo avrebbe poi riutilizzato per le successive produzioni che la Toei avrebbe sfornato negli anni successivi e che non avrebbero avuto più niente a che fare né con l’Academy né con Yamato).
Per lo stesso motivo, grazie cioè a questa nuova veste, anche i progetti dello Studio Nue di Miyatake dovevano passare prima attraverso il "filtro di Matsumoto" prima di prendere la forma definitiva e essere approvati.
Il lavoro di collaborazione tra Studio Nue e Matsumoto determinarono tra l’altro la scala e le dimensioni effettive dell’Impero della Cometa. Tutto venne confrontato (armi, astronavi etc) con le dimensioni della Yamato che già dall’inizio della Serie 1 avevano subito qualche piccola variazione.
All'inizio, a giudicare dalle dimensioni del ponte, la lunghezza dell’astronave doveva superare i 300 metri. Matsumoto e Ishiguro erano d'accordo su questo, ma quando furono pubblicati i materiali promozionali, fu deciso che la lunghezza avrebbe rispettato le dimensioni della nave originale che era di 283 metri, quindi la lunghezza rimase quella ufficiale.(Stesso nome, stesse dimensioni).
Lo stesso Matsumoto avrebbe detto più tardi che lo stile mecha design della seconda serie e di “Arrivederci Yamato” era uno stile a parte, né suo né dello Studio Nue, ma una simbiosi tra i due, anzi disse anche che quello fu il risultato della loro collaborazione.







L'Impero Della Cometa ispirato dai romanzi di James Blish







Blish è un altro degli autori dimenticati nel panorama editoriale italiano, una mancanza non da poco. Fece comunque in tempo a lasciare un segno distintivo nella fantascienza, stiamo parlando di un autore che si portò a casa un premio Hugo e una manciata di nomination tra Hugo e Nebula, per non parlare dei due Hugo postumi del 2004 (i cosiddetti retro-Hugo, dati  a lavori del passato).
Fu amico, tra gli altri, dei colleghi Isaac Asimov e Philip K. Dick.
 Blish esordì giovanissimo nel 1940, sulle pagine di “Super Science Stories” La prima fase della sua carriera è da considerare episodica, almeno fino agli anni ’50. Una dozzina o poco più di racconti, tutti piazzati nelle riviste del settore, erano sufficienti per considerarlo poco più di un autore promettente.
Con gli anni ’50 Blish fa un passo avanti, in più direzioni. Tra il 1953 e il 1959 pone le basi del suo ciclo de “Le città volanti” con quattro racconti
1) Ed essi avranno le stelle (They Shall Have Stars, 1957; pubblicato anche con il titolo Year 2018!)
2) Una vita per le stelle (A Life for the Stars, 1962)
3) Il ritorno dall'infinito (Earthman Come Home, 1955), G. P. Putnam's Sons, New York,
4) Il trionfo del tempo (A Clash of Cymbals; negli USA pubblicato come The Triumph of Time, 1959)

Il romanzo “Una vita per le stelle” (“A Life for the Stars”) di James Blish venne pubblicato per la prima volta nel 1962. È il secondo romanzo della quadrilogia “Le città volanti”, seguendo “Ed essi avranno le stelle” nella cronologia interna. In Italia è stato pubblicato da Mondadori all’interno del volume “Le città volanti” nella collana “Varia Fantascienza” e dall’Editrice Nord, all’interno del volume “Le città volanti” nel n. 174 della collana “Cosmo Oro”.
Cronologicamente, “Una vita per le stelle” è il secondo romanzo del ciclo “Le città volanti” ma è l’ultimo scritto da James Blish. È ambientato alcuni secoli dopo il primo romanzo, “Ed essi avranno le stelle”. Lo sviluppo della tecnologia antigravitazionale ha portato molte città ad abbandonare la Terra, ormai in perenne depressione economica e sottoposta ad un regime politico repressivo, in cerca di fortuna.
 Le città volanti, viaggiano tra le stelle commerciando tra loro e con i pianeti colonizzati ma solo alcune riescono realmente ad arricchirsi mentre la maggior parte di esse rimangono piuttosto povere e non necessariamente hanno un governo più democratico di quello terrestre.
Per saperne di più su James Blish qui



L’ispirazione iniziale per la progettazione dell’Impero della Cometa Bianca era venuta a Matsumoto leggendo il romanzo dello scrittore americano James Blish; “Le Città in Volo” che caratterizza la città volante di New York.
Per conferire alla città volante di Matsumoto un aspetto nuovo e diverso dal libro, occorreva innanzitutto conferirle dimensioni e proprietà per precise. L'impero della Cometa fu concepita da Matsumoto come una fortezza mobile protetta da un vortice di plasma bianco, quando si muoveva doveva avere la forma e le caratteristiche tipiche di una grande cometa luminosa.
La conseguenza della peculiarità dello schermo al plasma, doveva conferirle, la luminosità tipica della cometa, agire come un dispositivo di protezione, ed essere adibito come un mezzo in grado di assorbire la materia spaziale per il rifornimento e la continuità del carburante. La stessa fortezza fu ideata come una grande città costruita su una montagna artificiale insieme ad un guscio emisferico inferiore che assomigliava vagamente alla superficie della Luna. 
Il diametro per la città fu stabilito in 15 chilometri, mentre l'altezza complessiva in 10.
Ma come imprimere alla roccaforte le sembianze e i tratti simili ad una vera cometa?
Ecco cosa si decise di fare:
Prima di tutto andava giustificata la sua estensione: il suo schermo al plasma a piena forza in viaggio, avrebbe ampliato notevolmente le sue dimensioni raggiungendo il diametro di circa quello di metà della Terra, tale risultato sarebbe derivato dall’effetto rotatorio della cintura girevole di centinaia di cannoni al plasma posta tra la struttura arida e la base della città, ciò le avrebbe permesso anche di rimuovere qualsiasi ostacolo presente tra la fortezza e lo spazio esterno.
Fu un lavoro indubbiamente duro ma che ottenne i risultati che tutti si aspettavano.
Un altro punto focale per l’innovazione del film prima, e della serie dopo, fu lo spinoso problema del design da imprimere alla nuova flotta di cui la Terra sarebbe andata fiera. In primis alla sua ammiraglia: 





l'Andromeda.  



                                                                                                                                         


La nuova nave fu pensata come l’evoluzione della Yamato, tuttavia era necessario donarle un aspetto interamente nuovo, moderno e più aggressivo, questo in definitiva era il punto di partenza su cui impostare anche l’aspetto e il design della nuova flotta terrestre,  crearono quindi la nave con questo tipo di cognizione. Miyatake realizzò il disegno di base e lo stile complessivo, inventò le due bocche da fuoco anteriori dei cannoni a onde moventi. Basandosi sulla sua idea, Matsumoto modificò poi il ponte aggiungendo il suo tocco personale.
Questo fu il processo di base per tutto il lavoro per la realizzazione del resto della flotta. L’apporto di Katsumi Itabashi fu indispensabile quanto quello di Miyatake, lui e Matsumoto erano amici già da tempo poiché avevano condiviso per anni uno studio di manga.
Itabashi rimodellò la sezione di poppa di alcune navi da guerra della flotta dando vita anche ad un nuovo modello di astro caccia, quello che negli episodi Wildstar chiama gli “astro siluranti”.
Si dimostrò particolarmente abile nel migliorare i disegni grezzi di Matsumoto conferendo loro una corretta impostazione di forma e dimensione, il risultato definitivo fu che le astronavi e le armi nella Serie 2 avrebbero avuto un aspetto molto affilato e dinamico.






Noboru Ishiguro Regista della Serie 2





Come nella serie del 1974, anche questa volta la presenza e l’impegno di Noboru Ishiguro per la realizzazione della Serie 2 fu indispensabile. Anche qui proprio come per la prima serie, divenne il regista dell’animazione collaborando a stretto contatto con Leiji Matsumoto che allora diventò il supervisore. Occupato nel frattempo nella realizzazione di Galaxy Express 999 per la Toei, che all’epoca si era interessata a lui e ai suoi progetti, Matsumoto dovette affidare parte delle sue responsabilità allo stesso Ishiguro che in alcuni casi divenne quindi una sorta di supervisore al suo posto.
Già presente nello staff di “Arrivederci Yamato” come direttore tecnico, il suo coinvolgimento nella Serie 2 fu una conseguenza naturale.
Per “Arrivederci Yamato”, aveva lavorato fino ad una settimana prima della sua uscita nelle sale e senza alcuna pausa (lui non sapeva nemmeno che c’era in programma un nuovo lavoro) fu dislocato verso la produzione della Serie 2.
Questo fu un periodo abbastanza difficile per lui.
Quando cominciarono la realizzazione della nuova produzione, l’Academy Studio era già situata nel condominio di quattro piani a Nerima, ma poiché la distanza tra Nerima e la sua casa a Ikebukuro era parecchia, raramente ebbe occasione di tornarsene a casa.
Non c'era posto per dormire nello studio, così non gli rimase altra scelta che organizzare delle sedie come sostituto di un letto, disperato, colse poi l’occasione di intrufolarsi furtivamente nell'ufficio di Nishizaki al quarto piano e dormire sul divano.
Naturalmente non durò a lungo, quindi decise di affittare una stanza vicino allo studio.
L'unico sollievo per lui fu la produzione del primo episodio perché poté riutilizzare molte delle sequenze del film, anche se fu la successiva sceneggiatura a rallentare maggiormente il normale svolgersi della serie. Normalmente la suddivisione in scene di un episodio televisivo era di 75 pagine, ciò voleva dire 260 scene. Piccoli numeri per gli standard moderni.
Il ritmo di animazione ora è molto più veloce, oltre 300 scene per puntata, ma oggi vi sono anche altri mezzi per realizzarle.
Nel 1978 le cose erano molto diverse, soprattutto perché si volle mantenere un ritmo più lento di narrazione, questo significava più disegni e rendere inevitabilmente il più lento ritmo di produzione, obbligando lo staff ad un lavoro estenuante, oltre ad un uso non indifferente di rodovetri.
Un normale episodio di anime in TV allora utilizzava sotto i 4.000 fogli per un episodio di 30 minuti, ma con Yamato fu di circa 6.000 se non si tiene conto dell’episodio della battaglia di Saturno per il quale furono superati i 7.000 rodovetri, e se a ciò si aggiunge la difficoltà di avere nello staff solo la metà del numero di animatori rispetto alla Serie 1, le scadenze di consegna ravvicinate, la rinuncia anche ai giorni di riposo, ecco che l’esasperazione diventa palese.
Nishizaki era molto pignolo e perse molto tempo sulla sceneggiatura che non approvava finché non era soddisfatto. Questo contribuì a migliorare la Serie 2, ma le incessanti riunioni e i lunghi tempi di attsa per la concretizzazione della sceneggiatura si ripercosse inevitabilmente sui tempi di produzione, questo fattore ebbe l'effetto di caricare oltremisura il lavoro sulle spalle degli animatori. Tuttavia modificare la sceneggiatura di Arrivederci Yamato per realizzare la Serie 2 fu un passo fondamentale e questo comportò un sacco di cambiamenti. Come nella Serie 1, Eiichi Yamamoto partecipò come consulente della storia e molte delle modifiche apportate furono le sue.
In questo clima, Ishiguro non ebbe tempo per tentare la strada della sperimentazione come voleva fare già dalla prima serie, tuttavia riuscì nel suo intento di rivedere e dare una logica alle teorie fantascientifiche un po’ troppo licenziose applicate nella Serie 1.
Per quanto riguarda l’angoscioso problema della realtà delle battaglie nello spazio, Ishiguro fece del suo meglio per rivederle tutte, finalmente si capì il senso di assenza di gravità nello spazio e l’effetto delle esplosioni, che per via proprio della mancanza della forza di attrazione non potevano cadere verso il basso nello spazio. Sperimentò un nuovo stile cercando anche dipingere con le dita per richiamare un tocco finale e impresse definitivamente su suggerimento di Matsumoto un design del tutto innovativo alla piega spaziale.
Ancora oggi Yamato resta per Ishiguro un punto fondamentale nella sua carriera, questo perché Yamato fu la serie che lo spinse a credere nuovamente che sarebbe stato possibile realizzare qualcosa di realistico e affidabile di SF.







 
                    


La Seconda Serie






Titolo originale Uchū Senkan Yamato 2
Rete Yomiuri TV
1ª TV 14 ottobre 1978 – 7 aprile 1979
Episodi 26 

 






Le richieste del pubblico affinche si realizzasse un nuovo progetto televisivo di Yamato in televisione cominciarono già dal mese di Maggio.
In una affollata conferenza stampa, Yoshinobu Nishizaki aveva spiegato che a dargli la spinta definitva che lo aveva finalmente convinto a realizzare un nuova produzione era venuta nientemeno che da Tatsuro Ishida, presidente della Nippon Broadcasting, che gli chiese personalmente di rifare Addio Yamato in una versione più lunga per la televisione, e storicamente parlando, questo sembra essere proprio il tipo di richieste che non vanno rifiutate.
Si mise subito in chiaro che la versione TV avrebbe seguito sostanzialmente la trama del film, ma per la pellicola però, erano bastate soltanto 2 ore e mezza per mostrare l'intera storia. Nella versione che sarebbe andata in onda sulla Yomiuri TV, invece era possibile raccontare in maniera più approfondita il dramma umano dei personaggi di supporto che ruotavano intorno alla figura del protagonista.
Fondamentalmente sia i luoghi che l'ambientazione non sarebbero cambiati rispetto al film, la vera differenza tra quest'ultimo e la serie, era che Hikikata sarebbe diventato capitano dell'Andromeda, lasciando invece a Wildstar/Kodai il ruolo di comandante di supporto della Yamato.
Per Nishizaki il ruolo dell'Andromeda andava ampliato, il suo era troppo importante per relegarlo a semplice comparsa in una sola battaglia , quindi sarebbe stato più interessante se il comando dell'ammiraglia dell'EDF fosse stato affidato ad un comandante già visto e amato nel film, inoltre in questo modo si sarebbe potuto anche confronatre le due psicologie (messe ora a confronto) di Kodai e Hijikata.

Un anticipo di ciò che si stava pensando di fare era di riscrivere  il rapporto tra Kodai e Hijikata trasformandolo in quello di due antagonisti.
L'altro punto riguardava Dessler, che nella nuova produzione non si sarebbe limitato a soddisfare il suo desiderio di vendetta, ma si stava studiando il modo migliore per imprimergli una personalità più profonda e conferirgli una forza vitale unica nel suo genere.
Nishizaki voleva mostrarlo al pubblico come una persona che continua a combattere, perché sulle sue spalle pesa anche il destino della sua razza.
Alla domanda nella quale gli si chiedeva se avrebbe cambiato anche quel tragico finale che aveva commosso fino alle lacrime il pubblico, Nishizaki rispose che vi era un abbozzo per l'ultima scena, ma che parlarne adesso sarebbe stato ancora troppo presto dal momento che ne stava ancora discutendo con il personale, rassicurava in ogni caso, che certamente l'ultimo episodio non avrebbe tradito le aspettative dei fans.
Questo nuovo lavoro su Yamato, promise Nishizaki, sarebbe stato altrettanto valido come il film.
Una produzione più lunga, una storia più estesa richiedono una considervole espansione della precedente sceneggiatura, quindi maggiore attenzione ai dettagli e allo sviluppo della trama.
Leiji Matsumoto è la persona più coinvolta nel processo di aggiornamento della trama della Serie 2 e per lui la priorità è quella di incentare gli avvenimenti della sceneggiatura sui presonaggi che il pubblico non aveva potuto conoscere a fondo nel film. Non solo Kodai e Yuki, ma Hijikata, Shima e Teresa meritavano una maggiore attenzione.
Questa fu una piccola rivincita per Matsumoto, finalmnete Nishizaki gli dava carta bianca, ora toccava a lui sovrintendere alla stesura effettiva degli avvenimenti. Il film si era concluso in modo tragico e Matsumoto non era concorde nel vedere i protagonbisti di Yamato votati al suicidio con il sorriso sulle labbra, questo era un messaggio sbagliato da consegnare ai giovani. Il suicidio non è la soluzione con la quale si risolvono i problemi, ma è continuando a vivere che si trovano la speranza e e la forza per superare le difficoltà della vita.

Nishizaki ora è concorde con il co-autore (vecchia volpe...) e per smorzare le polemiche nate attorno al tragico finale, decide di lasciar fare a Matsumoto quello che vuole.
Il produttore aveva giustificato la decisione di inserire quel tragico finale, perchè per lui il sacrificio più estremo rappresentava la forma migliore per concludere degnamente il film, ma si disse pronto a seguire le idee di Matsumoto e attendere di vedere come si sarebbe conclusa la storia.
Ma più che il cambiamento del tragico finale, forse quella che fece più scalpore fu la notizia che oltre a quella tra Kodai e Yuki, sarebbe nata una seconda storia d'amore nella Serie 2.
Il rapporto inesistente tra Shima e Teresa/Trelena avrebbe subito delle sostanziali modifiche nella nuova produzione.
Teresa non sarebbe più stata un'essere fomato di antimateria, ma una donna reale in grado di manipolare l'antimateria stessa, una donna in carne e ossa in grado di amare e di essere amata.
In Giappone Yamato 2 debuttò in tv nel mese di ottobre del 1978, appena una settimana prima che Addio Yamato terminasse la sua proiezione nelle sale cinematografiche.
La nascita di Yamato 2 fu annunciata in forma ufficiale il 25 Giugno 1978.
La nuova serie avrebbe fatto il suo debutto il 7 ottobre sulla rete Yomiuri ogni sabato alle 19.00.
La sua lunghezza fu provvisoriamente fissata per essere di 26 episodi, (anche se Nishizaki mise in forse la possibilità di allungarla fino a 39) ma per problemi di palinsesto fu spostata a sabato 14 ottobre alle 7 su 31 stazioni in tutto il paese.
Per cominciare la nuova serie ottenne una spinta fulminea ereditando la fascia oraria di Tommy la stella dei Giants, l'attenzione degli sponsor e sopratuutto il calore del pubblico, che ora conosceva e amava Yamato.
Tutto sembrava andare per il migliore dei modi; la nuova serie non scese mai sotto il 20% di shere, al contrario, l'episodio finale del 7 aprile 1979 raggiunse un picco del 27,7%. Tutto il paese era curioso di sapere quale finale la produzione avrebbe dato alla storia, possiamo dire quindi, che tutto ciò che era andato storto per la prima serie si ritrovò ad andare alla rovescia per Yamato 2.
Anche il suo futuro internazionale aveva visto aprirsi istantaneamente le porte verso il successo mondiale. Yoshinobu Nishizaki, infatti, aveva firmato un accordo con gli americani per confezionare entrambe le Serie 1 e 2 per il mercato occidentale.
Circa un anno più tardi, paesi come gli Stati Uniti, Canada, Australia, Brasile, Argentina, Inghilterra, Svizzera, Italia, Russia, Spagna, Portogallo, Finlandia, Germania e i paesi arabi, avrebbero saputo dell’esistenza di Star Blazers.








Differenze Tra Film e Serie 2








Ciò che differenziò la prima serie di Yamato dalla seconda, fu senza dubbio il bilancio impiegato per la sua realizzazione.
Forte del successo di “Arrivedereci Yamato” i finanziamenti furono molto più generosi e ciò consentì un processo di sviluppo molto fertile, inoltre Yamato 2 poteva contare su un racconto ben costruito, sull’enorme archivio di mecha e character design già usati per il precedente film, e cosa più importante, avrebbe costruito la sua esistenza su un prodotto incredibile che aveva fatto febbricitare il Giappone appena pochi giorni prima della sua messa in onda, insomma, avrebbe beneficiato di un bagaglio molto più solido di qualsiasi altro anime per la TV in onda in quel momento.
Ciò detto, Yamato 2 fu una produzione molto esigente con tutti i tipi di elementi nuovi da creare - o in alcuni casi, da trasformare. Un esempio che è subito evidente, anche al più distratto, è la caratterizzazione impressa alle alte sfere dell’Impero della Cometa. In Arrivedereci Yamato era statoTomonori Kogawa a occuparsi della veste grafica, nella serie 2 se ne occupò Kenzo Koizumi dello Studio Mates, che ritornava a lavorare di nuovo suYamato dopo aver fatto l’animatore per la prima serie.
I progetti grafici e stilistici di Kogawa per l'equipaggio della Yamato sarebbero stati più che sufficienti per la realizzazione della nuova serie, ma a Koizumi fu chiesto di ridisegnare quasi tutta la parte nemica, non che vi fosse qualcosa che non andasse nella caratterizzazione dei personaggi del film, ma il loro complesso abbigliamento sarebbe stato troppo impegnativo da riprodurre in ogni singolo episodio tenendo conto del fitto calendario della consegna degli episodi da rispettare.
Il compito di Koizumi fu quello di semplificare la loro immagine, mantenendo inalterata almeno la struttura di base.

L’Imperatore (o principe) Zodar fu rivisto per sembrare più maturo dando al volto l’aspetto di un uomo sulla cinquantina. Il suo corpo fu irrobustito e ingrossato e gli furono aggiunti un paio di stivali pesanti.
Anche a Sabella (nota da noi come la Principessa Invidia), creata dallo stesso Leiji Matsumoto, furono apportati evidenti cambiamenti, nel film indossava un body attillato che ne mostrava le forme, ma per la serie 2, Koizumi optò per darle un aspetto più maturo e femminile e il suo vestito lungo fu designato in tre colori: rosso, blu e viola, per riflettere i suoi umori. A
nche la doppiatrice fu sostituita per la serie tv.
Il Comandante della flotta Genitz (Generale Dyar) di corporatura abbastanza sottile nel film, fu rinvigorito per conferirgli una presenza più ampia di comando. La sua acconciatura fu modificata per dargli una testa calva e grandi baffi.
La fisionomia del Generale Goland (Torbuk) sembrava sostanzialmente la stessa dal cinema alla televisione, ma il suo costume fu alterato per mantenere la coerenza con tutti gli altri.
Miru (Morta) cambiò in modo sostanziale. Sebbene il suo corpo fosse abbastanza effemminato, fu poi intenzionalmente irrobustito per sembrare più maschile, al fine di tenere testa a Dessler.

Al Generale Zabaibal (Scorch), fu dato qualche muscolo in più e una brutta cicatrice sul viso per perchè gli confesse un aspetto più pericoloso per la serie TV.
Al Generale Talan di Gamilas, cui era stato dato inizialmente un tratto più aristocratico, nella serie 2 acquisì un aspetto più duro.
Tra le fila gamilonesi furono aggiunti nuovi ufficiali per riempire i ranghi rimasti vuoti della flotta superstite di Dessler, inoltre a ognuno fu assegnato un nome, anche se non tutti di loro sarebbero apparsi poi in tv.
Il progetto originale per Teresa (Trelena) rimase pressappoco invariato, l’unica (sostanziale) differenza è che (essendo nuda nel film) per la versione televisiva, le fu dato da indossare un abito azzurro, mentre il viso fu leggermente allungato. Il bagliore del suo potere fu invece conservato, ma semplificato.

Notevoli variazioni furono apportate alla storia fin dall’inizio della serie. Nella versione televisiva la navetta di scorta di Wildstar è sostituita dalla stessa Yamato che qui non è riposta dentro un hangar, ma è attiva e funzionante. Al contrario del film, nella serie tv la Yamato dopo il decollo deve affrontare prima i satelliti di difesa terresti e poi anche l’Andromeda. Il sergente Saito e la sua cavalleria spaziale non s’imbarcano direttamente sulla Terra assieme all’equipaggio, ma sono raccolti su Brumus. Nel film, l’undicesima flotta è la prima vittima dell’attacco del misterioso nemico, ma in tv l’ammiraglio Hijikata non è ritrovato sul relitto della sua ammiraglia, ma è nominato fin da subito il primo capitano dell’Andromeda, mentre il comando della Yamato rimane per tutta la serie a Wildstar-Kodai.
Nel film Dessler compie un solo attacco contro la Yamato, nella serie invece, compie varie azioni di guerra tutte fallite fino a che Invidia non lo accusa di tradimento e lo fa imprigionare.
Anche la storia di Trelena subisce alcune importanti variazioni, nella serie non è imprigionata in una cella gravitazionale appartenente al mondo dell’antimateria, ma una persona in carne e ossa che conosce e si innamora di Shima.
Anche la storia di Telezart è diversa, esso non è mai stato reso schiavo dall’impero della cometa, ma la sua devastazione è opera dei poteri incontrollati della stessa Trelena.
Numerose sono le variazioni apportate anche alla battaglia di Saturno resesi necessarie per differenziarla dalla precedente versione cinematografica.
Le sostanziali diversità sono visibili soprattutto nella parte finale della serie, questo fu necessario per salvare metà dell’equipaggio che invece era stato sacrificato nella pellicola cinematografica. La prima difformità la ritroviamo nello scontro decisivo con Dessler, nella Serie 2 Yuki non è ferita a morte durante l’arrembaggio alla nave gamilonese, ma è lo stesso Wildstar/Kodai a riportare lesioni, quindi Nova/Yuki non è destinata a morire alla fine della serie.
Il capitano Hijikata muore, ma non sulla Yamato, bensì al comando dell’Andromeda.
Nella battaglia svoltasi nell'ep 25 all’interno della centrale energetica dell'Impero, Saito è da solo a piazzare le bombe, mentre Sanada/Sandor rimasto indietro ferito, è soccorso da Wildstar e riportato sulla Yamato. Nell’ultimo episodio della serie, la fortezza spaziale di Zodar, per intimarne la resa al governo federale, spara vari colpi sulla Terra anziché fare fuoco sulla Luna, infatti, la distruzione della Luna nella versione tv è anticipata prima dello scontro con Dessler.

Al termine della Serie 2 Wildstar-Kodai ordina l’evacuazione della Yamato, ma all’ultimo istante rientra sull'astronave per sferrare un attacco suicida, Yuki lo attende sul ponte di comando.   Nel nuovo finale della storia, non ci sono fantasmi del passato che consigliano il suicidio, ma è lo stesso Wildstar a decidere. Trelena, che nel film raggiunge Kodai e lo accompagna nella sua missione kamikaze aprendogli la strada verso Gatlantis, nella serie raggiunge i due giovani e impedisce loro di immolarsi scatenando il suo potere contro lo stesso Zodar sacrificandosi al posto loro. A differenza del film, la Yamato ritorna, anche se gravemente danneggiata, sullaTerra. nota: Una variazione di dialoghi è presente tra quella originale giapponese e quella americana (e quindi internazionale) è evidente nell’ultima puntata in cui Wildstar non annuncia a Nova di volersi gettare contro l’ammiraglia di Zodar, (come nell’originale) ma le dice che quando sarebbero stati vicini avrebbe inserito il pilota automatico per fuggire con lei. Un ‘evidente intenzione degli adattatori americani di eliminare anche solo l’idea del suicidio.










Seconda serie (26 episodi)


1 I Guerrieri delle Stelle su Giove
2 Blackout
3 Underground City
4 Decollo. Il satellite da battaglia
5 La battaglia contro l'Andromeda
6 Sul pianeta Brumus
7 Discussioni tra Knox e Wildstar
8 La trappola temporale
9 Mazor è catturato
10 La fascia di asteroidi
11 Mosche Spaziali
12 Il satellite Tunnel
13 Primo giorno su Telezart
14 Secondo giorno a Telezart
15 Terzo giorno a Telezart
16 Quarto giorno a Telezart
17 Partenza da Telezart
18 I Guerrieri delle Stelle si riuniscono alla flotta
19 Knox celebra il funerale su Brumus
20 Prima battaglia
21 Grande battaglia presso Saturno
22 La Luna subisce la forza dell'Impero della Cometa
23 Desslok attacca l'Argo
24 Desslok si pente
25 Assalto Finale
26 Distruzione dell'Impero della Cometa










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