Dedicato alla memoria di Yoshinobu Nishizaki


Reiji Matsumoto Entra nello Staff di Yamato. Parte 2














Nel post precedente abbiamo visto come Reiji Matsumoto sia stato contattato da Nishizaki e invitato ad entrare nello staff dell’Academy. 
Nei credits della Serie 1, Matsumoto è indicato come il supervisore (o regista, nei credits della sigla finale di Star Blazers), ma in realtà è lui che ha rivisto l'intero concetto iniziale del progetto originale: la metà degli storyboard porta la sua firma e ha lavorato sulla composizione delle scene, sulla scelta dei colori per la Yamato e sulla ricerca di materiale inerente la sezione scientifica e quella meccanica.
Inoltre ha reinventato e dato un tocco personale al carattere e al design di tutti i protagonisti con un occhio di riguardo ai loro sentimenti e ai loro problemi personali, sviluppandone il lato umano all’interno della storia, mentre Nishizaki, con la sua visione di un mondo che va a tutti i costi preservato, con il suo incessante messaggio di non arrendersi di fronte alle difficoltà, con la fedeltà alla causa e con la sua dedizione al lavoro, ha fatto il resto.
Vediamo ora nel dettaglio quali sono state le modifiche e l'apporto portato dal papà di Capitan Harlock e Galaxy Express 999 alla prima sceneggiatura di Yamato.

Maggio 1974. La pianificazione del primo progetto di Yamato è stata completata da quasi un anno e l’aspetto della nave è ancora quello di una vascello costituito da rocce che circondano tutto lo scafo.
A Matsumoto non piace questa immagine e decide di fare di testa sua rivedendo e trasformando l’intero concetto del progetto secondo il proprio gusto e il proprio “capriccio”.
Matsumoto è consapevole che l’indice dello spettatore sarebbe stato puntato sulla Yamato, sa che la nave sarebbe diventata la vera protagonista della serie tv, quindi il suo aspetto esteriore andava per forza di cose completamente cambiato.
Il co-autore non vede più nella propria mente la nave ideata in precedenza, ma si fa strada sempre più vivida l'immagine della più famosa corazzata della seconda guerra mondiale, di cui ha già in testa tutte le specifiche e della quale non gli occorre ricercare materiale per dare vita al proprio progetto. Non perde tempo (la serie sarebbe stata trasmessa sulla Yomiuri soltanto 5 mesi dopo!) e inizia immediatamente un piano di lavoro sulla sua trasformazione in astronave.
La prima modifica che Matsumoto apporta all’originale Yamato è oltremodo geniale: la sua intenzione, infatti, è quella di applicare alla prua della nave un'arma del tutto innovativa (l’estensione di un progetto già collaudato in un suo precedente manga) ma per applicarla alla corazzata era necessario “tagliare la prua” e conferirle una forma sferica: nessuno prima di lui aveva pensato a un’idea simile; senza questo particolare accorgimento il cannone a onde moventi così come lo conosciamo non avrebbe mai potuto essere concepito e realizzato.

Il ponte n 3 capovolto
Matsumoto modifica le impostazioni originali del radar e progetta il ponte n° 3 collocandolo sotto lo scafo, concependolo anche come un ponte alternativo nel caso la nave fosse stata capovolta (cosa che poi accade veramente su Plutone nell’ep 8).
Tuttavia il ponte n° 3 resterà famoso, nella storia dei 77 episodi di tutta la saga, più per le volte in cui è stato danneggiato o distrutto che per questa sua iniziale prerogativa. Era stata presa in considerazione anche l’idea di trasformarlo in una navicella spaziale a sé stante, ma poi si è stabilito di lasciarlo definitivamente agganciato all’astronave (in futuro verranno inseriti nuove tipologie di aerei sulla Yamato: Astrotorpediniera, CosmoHound e Shinano).

nota: Per la ricostruzione della Yamato in astronave, Matsumoto pensa a una scena piuttosto cruda da inserire nell’episodio 2: mentre gli operai lavorano alla ricostruzione della nave, una paratia dello scafo si stacca sotto gli occhi di tutti lasciando fuoriuscire una montagna di cadaveri, alcuni dei 2700 membri dell’equipaggio rimasti intrappolati e morti durante la seconda guerra mondiale.

Dopo aver lavorato sulla nave, Matsumoto mette mano all’originale sceneggiatura di Nishizaki, Toyota e Yamamoto e inizia a scrivere la propria.
Quando controlla le prime bozze della sceneggiatura rimane deluso, comincia quindi a fare delle prove per capire in quale direzione bisogna andare: riscrive, inizialmente per mettersi alla prova, i primi 5 episodi e li consegna a Nishizaki.
Le uniche cose che il co-autore salverà dell’adattamento originale sono il nome del pianeta di destinazione della Yamato, “Iscandar”, (per il quale Toyota aveva tratto ispirazione dalla lettura di un classico mitologico indiano) e la nostra Terra ridotta ad un deserto coperto di radioattività.
Tutto il resto andava rifatto.

Quando il produttore la visiona, ha subito modo di scontrarsi con lui adducendo la scusa che non era rispettoso nei confronti dello scrittore divergere così tanto dalla storia originale.
Matsumoto non demorde; per lui le basi iniziali della precedente storia di Yamato sono convenzionali e fin troppo sfruttate, vuole costruire una storia  realistica e matura, più credibile e lontana dalla fantascienza obsoleta e sorpassata alla quale invece Nishizaki è ancora fortemente legato.
Matsumoto vuole sradicare anche quel concetto di fantascienza paradossale e sciocca di cui gli anime di quegli anni sono ancora pieni zeppi, e basare il viaggio della Yamato su dati reali e scientificamente provati: un esempio è l'immagine della Terra rossa priva degli oceani e dell’atmosfera a causa della devastazione provocata dalle bombe gamilonesi, un completamento ispirato da una mappa vista nella rivista "Life".
Dal quel momento l’interesse e la passione per l’astronomia diventano un punto focale su cui impostare la sceneggiatura di Yamato, anche se qualche libertà lo staff se la prende ugualmente: ne sono una chiara dimostrazione gli uomini ape dell'episodio 16, il balanosauro (balanodonte) dell'episodio 17 e il continente galleggiante di Giove nell'episodio 5 (che non esiste, ma che Matsumoto ha voluto inserire solo per il gusto di farlo).






Matsumoto e la Fantascienza






L’approccio che Matsumoto ha con la fantascienza non è però improvvisato o casuale; già  nel 1968 si era guadagnato l’interesse del pubblico grazie ad alcuni suoi manga basati su tematiche fantascientifiche, come i suoi primi lavori: "Super 99", "Sexaroid" e "Kasoku Esupa", nei quali inizia a delinearsi il segno tipico dell’autore con un tratto volutamente incerto nella rappresentazione delle figure e dei personaggi che contrasta con quello dettagliatissimo dei meccanismi e dei mezzi meccanici. Prosegue poi con altre opere come: "Il mondo quadridimensionale" (Yojin Sekai), "Mistery Eve" e, nel 1973, "Tecnologiras, la città meccanizzata" (termine ripreso da Matsumoto anche in Capitan Harlock e Galaxy Express Eternal Fantasy).

L'Immagine della Regina Starsha di Iscandar dipinta dallo stesso Matsumoto, è l'unica che appare in tutta la Serie 1
fino all'episodo 23


Nel 1973, oltre che estremamente prolifico sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, Matsumoto avrebbe apportato con Yamato una "svolta" grafica nel modo di rappresentare i personaggi dei fumetti giapponesi, con figure esili e slanciate, ripresi in moltissimi manga e anime odierni. Inoltre, così come Nishizaki, l'autore era molto legato al tema della civiltà causa della sua stessa distruzione e del suo stesso degrado, ai problemi dell’ambiente, tutte tematiche che poi avrebbe approfondito in Capitan Harlock e Galaxy Express 999.
Matsumoto vuole dare l’impressione che, nella fiction di Yamato, lo spazio sia vivo e saturo di colori, desidera che su di esso si concentrino tutte le meraviglie del creato, che quello che esiste al di fuori della Terra non sia solo uno spazio buio e vuoto: chiede quindi allo staff che l’universo non sia raffigurato solo con colori scuri, ma che esso trabocchi di luce, materia ed energia, compresi i suoi fenomeni galattici (bufera della Stella Piovra, vortice galattico, cicloni spaziali etc..) che vuole ben presenti negli avvenimenti della storia.
Questo suo proposito non trova subito attuazione in questa prima produzione di Yamato a causa dello scarso budget messo a disposizione per la Serie 1 (come gli esperimenti di regia proposti da Ishiguro) ma la troverà in quelle successive come: Yamato per Sempre e Final Yamato, dove i colori utilizzati per rappresentare la bellezza dell’universo raggiungeranno livelli straordinari per un’opera di animazione.
La doppia galassia  in Yamato per Sempre ne è l’esempio lampante: la rappresentazione grafica e la bellezza della cromatura faranno di quel film un cult senza precedenti nella storia dell’animazione giapponese.
Ma gli scarsi fondi stanziati dallo sponsor e dalla produzione non sono i soli a frenare l’entusiasmo e la buona volontà dell'autore: gli indici di ascolto dei primi episodi sono disastrosi e la Yomiuri TV impone pesanti tagli alla storia e alle innovazioni che l’autore si propone di inserire.
Matsumoto però non demorde e propone novità e nuovi tipi di mecha a tutt’andare aggiungendo però anche una serie di gag inutili (rimossi poi nell’edizione americana) e che, per quanto problematici da digerire, sono una caratteristica tipica del suo stile, un' abitudine che nel corso degli anni non è venuta meno.
Un artista che di solito lavora da solo non si occupa di tutti questi argomenti, tuttavia per Matsumoto è importante che Yamato “navighi” alla grande.
All’inizio è scoraggiato dai risultati mediocri degli ascolti, ma con l’aumento (sebbene esiguo) dello share a metà della serie, il tuo entusiasmo torna a salire.

Le difficoltà di seguire lo stile grafico dei suoi persoanggi e dei mecha iniziano da subito. Okaseko e il suo staff non sono abituati alla forma con cui Matsumoto disegna i personaggi femminili (stile invece apprezzato dallo stesso Nishizaki che lo volle anche per quel motivo nello staff di Yamato).

Sasha riversa sul suolo di Marte
Dal momento che nessuno sembra in grado di ricalcare alla perfezione lo stile dell’autore, tocca a lui mettere le mani sull anime: realizza personalmente il disegno di Sasha riversa nelle vicinanze della capsula e quello del volto di Starsha, lo stesso che troneggerà in tutti i 23 episodi fino all’arrivo della Yamato su Iscandar. Qui dovrà per forza animare la figura della regina, ma il risultato finale sarà piuttosto blando e privo di sensualità e non convincerà nessuno: Matsumoto per primo.
Un altro problema da superare è la scomoda esistenza del ponte n° 3, a quanto pare troppo difficile da disegnare (ecco forse il motivo per cui viene fatto sparire per un paio di volte...): Matsumoto non vuole saperne di perdere il ponte e le nuove concezioni di aerei da combattimento da lui progettati, (con annessi tubi lanciasiluri, ecc) quindi, nonostante le proteste del personale del produttore, impone che tutte le innovazioni da lui aggiunte via via alla serie vengano comunque realizzate.
Ripensando al duro lavoro di allora e al beneficio che apportato all’animazione giapponese in generale, (Macross in testa...) e pur scusandosi per il disagio creato allo staff dell’Academy, Matsumoto oggi afferma con orgoglio che l’impegno di allora non fu una fatica sprecata. 
Ora il suo stile è apprezzato da tutta la nuova scuola di animazione giapponese e non è più così difficile da disegnare, una tipologia di disegno oggi ben riprodotta dalla straordinaria bravura di Keisuke Masunaga  (per Playstation Game 2000) e di Nobuteru Yuki che lo ha rappresentato degnamente in Capitan Harlock Endless Odissey.
Per quel che concerne i nomi scelti per i personaggi, un argomento che abbiamo trattato nel post dedicato all'autore (Matsumoto... a proposito di Yamato che potete trovare qui) Matsumoto riscrive tutti i nomi dei protagonisti inserendo poco alla volta quelli delle persone più importanti della sua vita: da quello del fratello a quello del vicino di casa (gatto compreso) ai quali acclude quello di Starsha di Iscandar e il Cosmo Cleaner (Cosmo DNA).

Per dovere di completezza però possiamo aggiungere che il nome Gamilas (originariamente chiamato Rajendora) deriva da una modifica del nome di una serva di Dracula, Carmilla, mentre quello del supremo Dessler (personaggio originariamente pensato per essere una donna) è costituito dall’unione di due parole: Dess (Morte) e Ra (divinità egizia del Sole) che sta a significare 'il Sole della Morte'.
Sarebbe quindi un errore equiparare Dessler a Hitler, anche se le similitudini si sprecano.
Quando lo aveva concepito, Dessler non voleva essere per Matsumoto solo un dittatore spietato, ma piuttosto un eroe del suo pianeta, il salvatore di una razza in estinzione che non voleva e non poteva morire.

nota: scherzosamente Ishiguro era solito invece chiamare Nishizaki con lo pseudonimo di “produttore Gamilas” indicandolo come un capo dispotico e pretenzioso.

Il nome del generale Lysis (Dommel) soprannominato "Lupo dello Spazio", ha invece una strana attinenza con quello del generale tedesco Rommel, denominato (strana coincidenza...) "Volpe del Deserto".
Matsumoto non dichiarerà mai di essersi ispirato ai nazisti tedeschi o all’impero romano per identificare l’impero di Gamilas, tuttavia le coincidenze e le analogie tra quest'ultimo e il Terzo Reich sono molte (al lettore l’ardua sentenza…).
Per Analyzer il piano originale era quello di avere due robot denominati Migi e Hidari, che avrebbero potuto unirsi e svolgere il lavoro di due persone.
Il lavoro non dà tregua all'autore che, debilitato da turni massacranti e sfibranti riunioni fino a notte alta, accusa molta stanchezza. Lo stress aumenta se si pensa anche che i tempi di consegna per la versione manga (iniziato quasi a metà della serie in tv) si fanno sempre più ristretti.
Yamato non "decolla", il pubblico non risponde all’appello e la serie termina nell’Aprile nel 1975 con un totale di 26 episodi (invece dei 51 previsti) e con un indice di gradimento appena superiore al 6 per cento.
Matsumoto e Nishizaki sono scoraggiati: dopo aver tanto faticato, vedono il loro lavoro cadere miseramente nell’oblio. 
Matsumoto parte per l’Africa per un periodo di riposo e a Nishizaki non resta altro che salvare il salvabile cercando di recuperare parte degli investimenti.
Mentre il primo staff dell’Academy si smembra, gli uffici vengono liberati e l’orchestra di Yamato viene sciolta.
Tutto sembra inevitabilmente perduto… ma qualcosa sta cambiando; una piccola scintilla sta per accendersi: ancora un po' di pazienza e sarebbe scoppiato l’Anime Boom!
La Yamato si sarebbe rialzata nuovamente in volo!!






Yamato Battaglia Finale. Pianeti D'Acqua - GJ 1214 b e Acquarius











Immagine di una veduta del pianeta Acquarius come se fosse una foto scattata da un telescopio
posto su di un'orbita vicina attorno al pianeta

Quanti di voi guardando il film Yamato Battaglia Finale avranno bollato l’esistenza di Acquarius come una pura e semplice fantasia degli sceneggiatori? Alzate le mani. Chi non lo avrebbe fatto? Probabilmente nel 1983 in pochi o nessuno era a conoscenza dell’esistenza di un pianeta formato interamente d’acqua, soltanto gli addetti ai lavori, gli scienziati e i ricercatori ne erano informati, o meglio, ne ipotizzavano a malapena l’esistenza. Questo limite, la “teoria”, che a conti fatti non dimostra assolutamente nulla, non ha fermato i membri della W.C.C. nella ricerca di nuovi materiali SF per la realizzazione del film di Yamato, a loro premeva soprattutto trovare un elemento particolare e “sconosciuto” con il quale sorprendere il pubblico.
Ebbene l’avevano trovato. I pianeti acquosi rappresentavano una sorta di novità assoluta in un universo, dove tutti o quasi, i mondi della fantascienza classica erano freddi e inospitali: deserti o ghiacciati (Telezart, Berth, Balan) o simili alla Terra (Sherpard o Iscandar..anche se nella produzione noi abbiamo potuto osservare solo un lato del pianeta.)    
Acquarius è un mondo appartenente ad un universo parallelo, un pianeta errante in grado di spostarsi attraverso le dimensioni della vastità del cosmo, è lussureggiante, bellissimo, composto per la quasi totalità di acqua, le poche terre emerse (tanto per marcare la peculiarità del pianeta), sono piccoli agglomerati di superficie fertile che galleggiano misteriosamente in aria sfidando inspiegabilmente la forza di gravità e dalle quali, copiose cascate formate da acqua limpidissima discendono sulla superficie riversandosi poi negli oceani.

Il pianeta però non abbonda solo di acqua, la vegetazione è lussureggiante, fiori e piante dai colori appariscenti e meravigliosi colmano di soave poesia molte zone del pianeta.
Si tratta però di un mondo del tutto anomalo, (molto diverso da Gj 1214b del quale parleremo dopo) perchè nonostante non orbiti attorno a nessuna stella esso è luminoso, caldo, ricco di vegetazione e portatore di vita. Sono visibili i tramonti, le nuvole, gli arcobaleni. Si tratta di pianeta assolutamente fuori da ogni concezione logica razionale, nondimeno però l’effetto che si desiderava ottenere è comunque riuscito in pieno.
Il mondo del misterioso “Nous galattico" del quale abbiamo parlato nel post precedente, infonde nel pubblico una forma di ammirazione per il suo singolare aspetto, mentre il suo inquietante silenzio una profonda deferenza per la scomparsa civiltà che una volta lo abitava.
La lussureggiante bellezza di Acquarius però è una libertà che gli sceneggiatori si sono presi il lusso di concerdersi. Purtroppo la realtà è ben diversa dalla fiction di Yamato, la fantasia a volte non ha nulla a che fare con la realtà dell'universo, è il caso di GJ 1214b un pianeta d’acqua, “scoperto” o meglio rilevato dal telescopio spaziale Hubble il 16 dicembre del 2009, un pianeta più piccolo di Urano ma circa 7 volte più grande della Terra.
GJ 1214b è classificabile nella categoria delle super-terre, che orbita attorno alla stella GJ 1214 (una nana rossa, non si tratta quindi di un pianeta errante come Acquarius o il fantomatico Nibiru), è situato a una distanza di 13 parsec (circa 40 anni luce) dalla Terra, nella costellazione dell'Ofiuco o Serpentario (noto anche come “tredicesimo segno dello zodiaco”).
In orbita strettissima – 38 ore il periodo di rivoluzione, 2 milioni di chilometri la distanza, ha una temperatura superficiale stimata attorno ai 230 gradi, (avere una vegetazione come quella di Acquarius sarebbe impossibile).
GJ 1214b sarebbe rimasto uno fra le centinaia di pianeti extrasolari già noti, e consegnato pian piano all’oblio. Ma una serie d’osservazioni successive, effettuate di recente, l’ultima delle quali – decisiva – grazie alla Wide Field Camera 3 a bordo del telescopio spaziale Hubble, ha mostrato che GJ 1214b è in realtà il primo esemplare scoperto di una classe di pianeti del tutto nuova..o quasi.. quelli per l'appunto composti per la maggior parte d’acqua.( la notizia ufficiale è stata rivelata solo verso la fine di Febbraio)


A fugare ogni dubbio sulla sua reale composizione, un’osservazione in controluce durante un transito, una misura grazie alla quale gli scienziati sono riusciti a registrare come l’atmosfera del pianeta filtra la luce proveniente dalla stella madre. «Stiamo usando Hubble per osservare, negli infrarossi, il colore del tramonto di questo mondo», ha spiegato Zachory Berta, dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA), primo autore dell’articolo in uscita su The Astrophysical Journal. E dallo spettro della luce durante il transito i ricercatori sono riusciti a stabilire che GJ 1214b ha una densa atmosfera di vapor d’acqua.
Dato che la massa (sette volte quella della Terra) e le dimensioni del pianeta sono entrambe note, gli astronomi ne hanno calcolato la densità: appena 2 grammi per centimetro cubo. Ora, poiché l’acqua ha una densità di 1 grammo per centimetro cubo, mentre la densità media della terra è di 5.5 grammi per centimetro cubo, se ne deduce che GJ 1214b ha molta più acqua di quanta ce ne sia sul nostro pianeta, e molta meno roccia.
Curiosamente il pianeta è stato soprannominato “water world”, il nome Acquarius era già stato utilizzato da una produzione giapponese per un film di animazione..(nessuno si spreca a nominare Yamato, ma il film con Kevin Costner sì, i commenti in proprosito si sono sprecati. Tutti entusiasti del nome quindi.)


Ricostruzione immaginaria di una veduta del pianeta GJ 1214 b come se fosse una foto scattata da un telescopio posto su di un'orbita vicina attorno alla stella GJ 1214 b

La sua temperatura superficiale, come abbiamo detto prima, dovrebbe situarsi approssimativamente tra i 393–555 K (120–282 °C), secondo la quantità di radiazione riflessa nello spazio, quindi nulla ancora di stabilito.
I valori della massa e del diametro planetario sono consistenti con un pianeta assimilabile a un pianeta oceano,composto principalmente (~75%) da acqua e attorno al ~25% da roccia (silicati e un piccolo nucleo di ferro), possibilmente coperto da una spessa atmosfera (~200 km) di idrogeno e elio che ammonterebbe a circa il 0,05% della massa del pianeta. Nonostante l'alta temperatura superficiale, poiché si ha sicuramente un'alta pressione idrostatica alle profondità atmosferiche, è probabile che avvenga la transizione dalla fase gassosa alla fase liquida, e dunque sotto l'atmosfera si dovrebbero trovare grosse quantità di acqua liquida (forse oceani profondi decine di km), con qualche possibilità che quest’ acqua si trovi anche sotto forma di molecole di ghiaccio VII.
Anche se un'atmosfera planetaria non è stata ancora confermata direttamente, la stretta vicinanza del pianeta dovrebbe consentire ai telescopi con base nello spazio adesso in orbita, come lo Hubble Space Telescope, di rilevarla spettrometricamente e definirla chimicamente se davvero esistente.
A causa delle stime planetologiche che ritengono relativamente molto antico questo sistema planetario e calcolandone il tasso di fuga dei gas (fuga idrodinamica), gli scienziati concludono che vi sia stata una perdita significativa di atmosfera durante la vita del pianeta, e che qualsiasi atmosfera sia presente oggi non possa essere quella primordiale del primo miliardo di anni di esistenza del pianeta.
La quasi totalità di acqua sulla sua superficie non garantisce che GJ 1214b, si trovi attualmente nella fascia di abitabilità, anche se non si esclude la possibilità che potrebbe esserci stato in passato una civiltà (ecco che la sceneggiatura di Yamato non si discosta molto dalle teorie ufficiali) . «Le attuali alte temperature e le pressioni elevate presenti sul pianeta», osserva infatti Berta, «è possibile che diano origine a materiali esotici, come il “ghiaccio bollente” o “l’acqua superfluida”: sostanze del tutto estranee alla nostra esperienza quotidiana».
Che dire ancora? Che per il momento di pianeti formati interamente di acqua incantevoli come Acquarius non ne sono ancora stati scoperti, per quanto anomalo nella su composizione, GJ 1214b è senza ombra di dubbio un mondo singolare, inusuale e imperscrutabile da concepire per la mente umana, almeno per l’idea di un “mondo esterno al nostro” che tutti noi abbiamo. Chissà, magari un giorno nell’universo si riuscirà davvero a trovare un pianeta lussureggiante e bellissimo come Acquarius, per il momento resta solo una bellissima visione degli autori e dei disegnatori della produzione di Yamato.
 fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera, http://www.media.inaf.it/





Yamato Per Sempre. Le Pianificazioni per il Film














Cover del LaserDisc del film nell' edizione 1993
I brillanti risultati ottenuti dal Nuovo Viaggio avevano dimostrato a Nishizaki che l’interesse del pubblico per Yamato era ancora altissimo. La sera della trasmissione in tv del film, i dati di ascolto registravano che più del 30 per cento dei televisori nazionali erano sintonizzati sulla Fuji tv.
Il produttore pensa sia arrivato il momento di procedere ancora in avanti e di creare il terzo capitolo della saga di Yamato.  
L’idea di un Yamato parte III inizia quindi a prendere forma.
I successi degli ascolti convincono Nishizaki che la strada della serie televisiva o del film per la tv è poco remunerativa da intraprendere, le potenzialità economiche dell’anime sono ancora molto elevate, quindi è necessario battere il ferro finche caldo; una nuova storia di Yamato non poteva essere relegata alla sola televisione e nella sua testa, il produttore immagina un kolossal cinematografico che possa eguagliare il successo del precedente Arrivederci Yamato.
Alla fine di Ottobre del 1979 Nishizaki s’incontra con Matsumoto per definire insieme la trama della nuova storia e insieme sviluppano un elenco d’idee al fine di capire in che direzione procedere. 
I due stabiliscono immediatamente che la nuova produzione avrebbe basato la sceneggiatura incentrando gli avvenimenti del film sulla figura della piccola Sasha, figlia di Starsha e di Mamoru.
Entrambi convengono che per dare forma a questa idea è necessario che sia mostrata una Sasha in età adulta e non più una bambina ancora in fasce, si delinea, quindi, la figura di una giovane di 17/18 anni raffigurata come una donna attraente, circondata da un alone di mistero e di dolore simili a quello della madre Starsha e come Trelena, dotata di un potere speciale o di una capacità soprannaturale.
(vedremo nel prossimo articolo che parte della personalità di Sasha sarebbe poi stata cambiata).

Sasha nell'anno 2201
Il problema di spostare così in avanti nel tempo gli eventi della narrazione, evidenziava che l’età del resto dell’equipaggio avrebbe per forza di cose superato i 40. L’incognita era se formare un nuovo personale di giovani guerrieri delle stelle, (e questo significava rifare tutto daccapo) oppure trovare una qualche forma di scappatoia per mantenere inalterata l’età dei protagonisti.
Un altro grosso problema era l’astronave: quanti anni avrebbe avuto la Yamato nel 2217? 20! Come avrebbe potuto una nave di 20 anni volare ancora nello spazio? Ancora più assurdo ambientare la storia in un futuro più distante come si era inizialmente pensato, qualcosa come 2-300 anni nel futuro dopo il Nuovo Viaggio, un’idea quanto meno folle a realizzarsi, anche perchè il pubblico ormai era affezionato a Kodai, a Yuki, a Shima e agli altri membri dell’equipaggio.
Questa follia momentanea non è per fortuna destinata a durare, alla fine, per fortuna si decide di impostare la storia a pochi anni più tardi: 1
Il solo problema che ancora rimane è che cosa fare con Sasha, non può essere coinvolta nel dramma del film come una bambina, quindi ecco che si pensa di sfruttare la sua origine aliena stabilendo di farla crescere di 18 anni nel lasso di un solo anno terrestre.
Il produttore non perde tempo e nel Dicembre di quello stesso anno rivela ai 4 venti che presto ci sarebbe stato un Yamato parte III (senza avere, forse, ancora bene idea di che cosa vuole fare).
Matsumoto intanto inizia a scrivere la prima bozza della storia.
Nishizaki annuncia che il viaggio della Yamato questa volta sarebbe stato più lungo: 148.000 anni luce fino a Iscandar era una distanza ormai obsoleta, era imperativo che la Yamato si spostasse molto più avanti nello spazio, che andasse incontro a nuove incognite e nuovi meravigliosi spazi da esplorare.
“Anche se i dettagli della storia non possono ancora essere rivelati” dichiarava allora Nishizaki  “Yamato Parte III sicuramente si farà, non è stato ancora deciso se sarà presentato in anteprima in Agosto o per le festività del prossimo Capodanno, ma la nostra idea è quella di spostare il tutto alla prossima estate. (come effettivamente farà, non senza però aver prima pensato di organizzare un’eccellente campagna pubblicitaria).
Per nulla intenzionato a mancare alla parola data, Nishizaki si mette personalmente al lavoro insieme a Matsumoto per stabilire i punti focali del copione sul quale lavorare.  
Ecco dunque che Yamato Per Sempre diventa il primo lavoro, forse anche l' ultimo, dove il produttore e il co-autore collaborano davvero attivamente assieme.  
Sasha nell'anno 2202
Vi siete mai chiesti perché sulla prima pagina del Superdelux Hardcover di Yamato Forever sono mostrate entrambe le firme di Nishizaki e di Matsumoto? Ecco, adesso sapete il perché..
I concetti di base inizialmente stesi restano ancora un punto fermo da seguire:
-un viaggio molto più lungo del primo.
-un pianeta misterioso da raggiungere e con il quale sbizzarrirsi con la fantasia e dare libero sfogo a nuovi concetti di SF da inserire nel film.  
Le basi per un nuovo nemico erano già state poste nel Nuovo Viaggio, quindi, almeno quello era già pronto per essere riutilizzato: la Terra sarebbe stata invasa dalle orde della nebulosa oscura, che secondo un primo progetto avrebbero attaccato il Sole, sparando con un’arma micidiale, un colpo diretto direttamente contro il suo nucleo. (ecco quindi che torna a farsi viva l’idea che diventerà quella definitiva nella Serie III) il resto restava ancora da stabilire.
Da quel momento Nishizaki diviene molto attivo, inzia personalmente a seguire le fasi di lavorazione del film, è sempre presente negli studi e collabora attivamente alla parte grafica di alcuni personaggi. La sua presenza è talmente costante che molti membri dello staff iniziano a sentire sul proprio collo il fiato del presidente.
In Yamato Forever accade quello che sarebbe avvenuto in seguito anche nel film del 1983: la pressante presenza di Nishizaki diventava un incubo per tutti i membri del personale.
A gennaio del 1980 Yamato parte III è ancora in alto mare, mancano appena 8 mesi alla sua presentazione nelle sale: è il panico! Il produttore e gli altri membri dello staff saltano su un aereo diretto alle Hawaii, l’intento è lo stesso di 2 anni prima, trarre cioè spunto dai nuovi kolossal di fantascienza americani appena distribuiti nelle sale: The Black Hole e il primo film cinematografico di Star Trek, i quali evidentemente non sono stati d'ispirazione come si sperava.
Poiché il viaggio alle Hawaii sembra essere stato inutile, lo staff ritorna in Giappone e Toshio Masuda e Nishizaki cominciano a scrivere una nuova bozza della storia inglobando a essa parte di quella scritta in precedenza da Matsumoto.



Sada                                                       Alphon                                                          Yamanami
A Febbraio vengono stabiliti gli incarichi per attribuire il compito di realizzare i volti dei nuovi protagonisti del film e fissare le varie fasi dell’invasione della Terra.
Su consiglio di Matsumoto l’idea del sole viene momentaneamente accantonata per essere eventualmente utilizzata in futuro per un lavoro più esteso.
Si pensa quindi di surrogare il cannone inizialmente immaginato come arma distruttiva, con una potente bomba da collocare sulla Terra.
Poco alla volta i nomi dei nemici e i loro volti vengono realizzati, compreso quello del nuovo capitano della Yamato. 
Kazuhiko Udagawa progetta il grande imperatore della nebulosa nera, Kazan e il nuovo comandante della Yamato, il capitano Yamanami, ideato da Matsumoto come uno degli insegnanti dell’accademia dell’EDF, collega sia di Hijikata (capitano Gideon) che di Okita (Avatar) 
nota.nella serie Yamato 2199 durante la battaglia di Plutone, troviamo a bordo dell’ammiraglia dell’EDF del capitano Avatar un vice comandante che si chiama appunto Yamanami, tuttavia da fonti certe, si saprà solo in seguito che non si tratta della stessa persona.
L'Imperatore della Nebulosa Nera
Shinya Takahashi si occupa (su alcune bozze preparatorie stese da Matsumoto) di realizzare i volti di Sasha adulta e di Sada.
Takeshi Shirato progetta il tenente Alphon.
Si stabilisce di eliminare alcuni dei personaggi apparsi nel Nuovo Viaggio come Sakamoto e Kitano (quest’ultimo invece è presente ancora nei videogiochi Playstation 2 di Yamato Per Sempre accanto a Yuki) e di dare l’addio definitivo a Mamoru Kodai, mentre si decide di riesumare la figura di Kato (Conroy) deceduto in Arrivederci Yamato e nella successiva versione della Serie 2 sostituendolo con il suo fratello gemello.
Non sono ancora ben chiari i motivi che hanno spinto la produzione a assumere questa decisione, c’è chi la giustifica dicendo che la grande personalità di Kato non poteva in alcun modo essere subissata da quella più blanda e carente di Sakamoto, ma c’è invece chi sostiene che il motivo di riesumare il leader dei cosmo tiger sia da attribuire esclusivamente alla presenza nel cast del suo doppiatore: Akira Kamiya  [voce di Mendo Shutaro (Lamu), Shun Mitaka (Maison Ikkoku/Cara dolce Kyoko), Roy Fokker (Macross/Robotech), Ryo Saeba (City Hunter), molto amato dal pubblico e che con la rimozione del personaggio (quindi anche la sua) aveva scatenato una raffica di lettere dei fan, che chiedevano che il doppiatore-attore venisse reinserito in qualche modo nella produzione.
Ecco, quindi, spuntare il suo fratello gemello Shiro Kato.
Katsumi Itabashi progetta moltissimo del mecha delleastronavi, pone le basi per la flotta automatizzata e gran parte per il lato nemico, le battaglie alle quali andrà incontro la Yamato e gli interni stessi della nave.

A fine Febbraio i fan curiosi possono leggere sul mensile del fan club di Yamato parte della storia (ma non il finale, poichè questo non era ancora steso) e apprendere finalmente il titolo del film, che da Yamato parte III diviene Yamato yo towa ni o Yamato per sempre (in italiano), un titolo sibillino con il quale Nishizaki intendeva forse comunicare che questo sarebbe statol’ultimo film della saga? (vedremo in seguito che non sarà così).  
Il 6 Marzo parte degli storyboard sono completati e inviati agli studi della Toei Animation perchè sia dato immediatamente inizio alla lavorazione del film.
10 giorni più tardi, il resto degli storyboard viene consegnato in produzione.
Il film è ufficialmente in lavorazione.
All’inizio del mese di Aprile, il lungometraggio si preannuncia agli occhi dello staff come uno sproposito di 3 ore e mezza: 210 minuti. Un’esagerazione! Si decide di correre ai ripari, molti degli storyboard vengono tagliati e il finale viene riscritto 2 volte! Dopo numerosi ripensamenti la pellicola viene ridotta alla durata effettiva di 148 minuti.
L’intera opera di produzione del film ha richiesto tempi di lavorazione strettissimi, numerosi ritardi in tempistica e un numero spropositato di cel di animazione, circa 60.000, si sono accumulati durante tutta la lavorazione. Il film è completato per il 29 Luglio, appena in tempo per essere proiettato all’anteprima sulla crociera promozionale pianificata per la campagna pubblicitaria.





Mecha del film





Nuovi grandiosi mecha sono ideati e realizzati per rendere questo film ancora più grande e “per sempre” indimenticabile. Gli apparati dell’EDF dispongono di una flotta completamente automatizzata, esse vengono comunemente chiamate astronavi di Maxi e Mini dimensioni, entrambe appartengono ad una tipologia di navi da guerra, la novità è che esse sono senza pilota, quindi totalmente prive di equipaggio. Le navi di grandi dimensioni, che costituiscono il grosso della flotta senza pilota, dispongono di 2 bocche di cannoni a onde moventi e con i loro 300 metri di lunghezza sono più grandi della stessa Yamato, ma sono vuote e quindi incapaci di difendersi dagli attacchi nemici.
Le navi di piccole dimensioni  invece, anch’esse senza piloti, sono degli incrociatori equipaggiati con una sola bocca di cannone a onde moventi, entrambe queste tipologie di navi sono gestite da un centro di controllo automatizzato, che da terra, controlla tutti loro movimenti e le loro azioni.
La responsabilità di questo centro controllo della flotta senza piloti è affidato a Daisuke Shima.
Il centro di controllo e la relativa flotta (senza controllo e in balia degli attacchi nemici) verrà distrutto dall’attacco improvviso dalla truppe della Stella Nera.

Sul fronte terrestre, l’EDF ha a disposizione varie tipologie di carri armati, come i veicoli di trasporto delle truppe di terra, semplici carri dotati di 2 torrette, però del tutto inutili contro l’invasione delle truppe della Nebulosa Nera.
Un altro tipo di carri armati più sofisticati sono quelli doppio cannone, si tratta di veicoli con un potente equipaggiamento: due lanciamissili a tre bocce e due cannoni principali, questi carri armati intervengono anche per circondare la bomba nucleare che discende sulla Terra, tuttavia anche il loro intervento si dimostrerà inutile contro il colossale ordigno.
Inutile contro l’ordigno aliena anche l’intervento delle torrette di missili antimissile, ovvero di razzi a 2 stadi che, lanciati da rampe ubicate in una base della superficie terrestre, sganciano un booster appena uscito dall’atmosfera. Falliscono nell’intercettamento della bomba perché vengono fatti deviare dalla loro orbita dalla barriera della bomba stessa che può in questo modo atterrare sulla Terra senza esplodere. Un tipo di mezzo terrestre utilissimo durante questa crisi si sono dimostrate le Maxi perforatrici, utilizzate per scavare tunnel durante l’attacco che i partigiani sferrano contro la bomba nucleare, sono veicoli da lavoro dotati di due braccia,, si pensa che fossero state utilizzate tra il 2190 e il 2199 per la costruzione delle città sotterranee durante l’invasione di Gamilas.

Il comandante Kazan mostra ai membri dell'EDF la colossale bomba inviata dalla Nebulosa Nera


La Yamato invece oltre alle nuove impostazioni per la navigazione può disporre solo in questo film del Nuovo Cosmo Zero di Wildstar Kodai, in luogo del Cosmo Zero utilizzato fin’ora. L’aspetto esterno non differisce da quello dei Cosmo Tiger della Serie 2 e nel Nuovo Viaggio Il Nuovo Cosmo 0 è utilizzato solo in questo film, nel successivo film Battaglia Finale, il protagonista di Yamato utilizzerà quello più famoso. Come le tigri nere, in nuovo cosmo zero è adatto per i bombardamenti, ed è equipaggiato con numerosi missili sotto le ali.







Yamato 2199. Maggio-Giugno 2012














Il primo film di montaggio di Yamato 2199 ha fatto la sua apparizione in 10 sale di Tokyo dal 7 al 20 Aprile.
Le proiezioni del “film” che comprende i primi 2 episodi della serie erano cominciate già nella prima mattinata. All’ingresso della sala del "Piccadilly Shinjiku" gli spettatori in attesa di accomodarsi sulle loro poltrone si son trovati davanti ad una vetrina con numerosi gadget, tra cui i blu-ray in anteprima, spille, adesivi etc, inoltre era già affisso sulla parete il cartellone pubblicitario della seconda pellicola in uscita il 30 di Giugno.
Tirando le somme di questa prima tappa nei cinema, possiamo dire che le cose sono cominciate abbastanza bene, il film nella sua prima settimana di proiezione (in sole 10 sale) è stato visto da 13.000 spettatori incassando un totale di 13,5 milioni di yen (circa 220 mila euro).
Presenti in sala soprattutto i fans della vecchia guardia, quella famosa generazione d’irriducibili molto legata alla serie (molto meno numerosa ma sempre attiva).
Molto fortunata è stata anche la vendita dell'anteprima dei Blu ray, che a quanto pare sono andati esauriti nell’arco di tutta la prima settimana (non conosco però il numero delle copie stampate).
La prima edizione limitata del Blu-ray è interessante sotto ogni punto di vista: è composta dai primi 2 episodi sottotitolati in inglese, da una traccia di commento audio, dalla sigla di apertura della serie senza i crediti (la stessa inserita nel post di Aprile di questo blog), da un opuscolo a colori e un libretto di storyboard creati dal grandissimo Hideaki Anno ideati appositamente per la sigla stessa di apertura.


La differenza con l’edizione ufficiale in uscita il 25 Maggio è l’inserimento di un libricino aggiuntivo con tutti gli storyboard riguardanti tutto questo Episodio 1.
Dati più precisi si hanno nell’ultima settimana del mese di Maggio, quando veniamo a sapere che il Volume 1 di Yamato 2199 ha registrato una vendita di 17.908 Blu-ray e 6.101 DVD piazzandosi al terzo posto nella classifica degli Home Video più distribuiti nella settimana dal 21 al 27 Maggio.
Il giorno della prima del film nelle sale (7 Aprile), chi desiderava rimanere per approfondire l’avvenimento, poteva intrattenersi nel pomeriggio in piacevole colloquio nientemeno che con il regista Izubuchi e con il doppiatore del capitano Okita/Avatar Takayuki Sugou, pronti a rispondere alle domande dei fans inerenti la nuova serie di Yamato. Izubuchi quel giorno ha colto l'occasione per parlare direttamente al pubblico della sua esperienza nella creazione della serie .
Così come in altre interviste pubblicate su molte riviste dedicate all’animazione, Izubuchi ha parlato del suo coinvolgimento nella serie confermando che il progetto della realizzazione di un remake di Yamato era in fase di preparazione già da 4 anni, ma visti gli scarsi risultati della Rinascita e in seguito alla tragica morte del presidente Yoshinobu Nishizaki le cose erano poi slittate in avanti nel tempo.
Il regista era stato contattato per discutere del progetto già dal 2007 e cioè prima ancora della Rinascita del 2009. Allora il piano originale prevedeva la creazione di una trilogia di film, successivamente modificato in una serie tv.

Izubuchi era titubante, non sapeva se accettare o no l’incarico, ma riflettendo sulle sue precedenti esperienze con la produzione (era già stato coinvolto sia nella Serie III sia in Final Yamato), finisce per accettare proprio perché la storia sarebbe stata un remake e non un seguito.
Izubuchi stesso ammette che se l’argomento del nuovo lavoro avesse trattato la trama della Resurrezione, probabilmente avrebbe rifiutato. Riprendere la serie originale, aggiornandola, apportando a essa alcune modifiche, rifare varie cose (concetti, design, storia, ecc) sarebbe stato per lui molto più interessante che curare un eventuale sequel.
Senza falsa modestia, il regista ha affermato che nessuno (Anno a parte) sarebbe stato in grado di rifare Yamato meglio di lui (se non è fiducia questa…) perché oltre ad averci lavorato personalmente, l'aveva vista anche da bambino, ne conosce perfettamente gli avvenimenti, e ora che gli è affidata la possibilità di rinverdirla, vuole sistemarla a modo suo, (senza snaturarne i contenuti) rendendola più coerente, riprendendo la storia originale eliminando i difetti della trama, accellerando o rallentando gli avvenimenti secondo l’importanza di questi ultimi senza escludere però la possibilità di aggiungerne di nuovi nel corso delle puntate, il regista è sicuro che con le opportune modifiche, Yamato potrà essere migliorato e rinverdito.
Una di queste modifiche è stato l’assegnare un nome a ogni tipologia di astronavi, sia gamilonesi sia terrestri, questo per rendere più facile l’identificazione delle navi che la Yamato avrebbe affrontato in un determinato episodio. Altra modifica è il cambio dei nomi degli astrocaccia, che da Tigri Nere diventano ora Cosmo Falcon.
Naturalmente non si parla di manomettere il format originale, ma di donare alle astronavi e a tutti i mezzi spaziali un senso di equilibrio, un dettaglio innovativo e completo.
Per quel che concerne gli effetti sonori, Izubuchi ha optato affinché anche quelli storici delle astronavi gamilonesi e terrestri di Mitsuru Kashiwabara rimanessero gli stessi della versione del 1974 aggiungendone anche di nuovi come ad esempio i suoni di navigazione e le esplosioni delle navi gamilonesi, ecc. Izubuchi pensa che lo spettatore si stanchi di sentire sempre lo stesso suono, quindi sono state preparate altre sonorità da utilizzare.






La Yamato






Le dimensioni della Yamato sono state modificate e aggiornate seguendo delle misurazioni più complete. Ora la lunghezza della nave è di 333 metri. In effetti, quella era stata fissata anche in originale, già nel 1974 erano state stabilite con quei parametri, ma poi fu adattata a 263 metri in modo che corrispondesse all'originale nave della seconda guerra mondiale.
Anche il numero dei membri dell'equipaggio è stato aggiornato, l'intero organico è composto adesso da 999 persone. Considerando le dimensioni delle navi moderne e il numero dei membri dell'equipaggio che occorre per farle funzionare, Izubuchi pensa che si tratti di una cifra ragionevole. (per qualcuno invece sono un po’ troppi considerando che nella serie del 1974 i membri erano 117)
Il motore a onde moventi è stato migliorato, oltre a superare la velocità della luce, ora è in grado di riprodurre lo stato di espansione dello spazio, ciò rende possibile deformare anche lo spazio-tempo (quindi la possibilità di compiere viaggi nel tempo?)
Inoltre l'energia emessa dal motore della nave è in grado di generare una sorta di “Barriera a onde moventi” che, anche se solo temporaneamente, è in grado di proteggere la nave dagli assalti della navi avversarie (una riedizione del campo riflettente usato nell’ultima puntata della Serie 1)
La forma dei motori ausiliari è stata mantenuta inalterata, ma sono stati migliorati per funzionare con l'energia del motore principale della Yamato.
L'armamento della nave è quasi identico alla prima edizione. Oltre al famoso cannone a onde moventi, la nave dispone ancora di tre batterie principali sulla parte anteriore, ognuna dotata di tre cannoni da 48 cm (2 anteriori e una posteriore), due batterie più piccole dotate di tre cannoni da 20 cm ciascuna (si tratta della batteria n 3 anteriore e della n 2 posteriore).
Sui fianchi della nave, a ridosso del ponte principale vi sono numerose batterie più piccole, quelle che nel doppiaggio storico venivano chiamate "laser a impulso".
La Yamato "capovolta" su Plutone
Nuove bocche lanciasiluri sono state istallate anche a poppa anch'esse dotate di 6 tubi per parte, mentre l'impalcato del ponte posteriore (ovvero il camino) è equipaggiato con un 8 bocche da fuoco predisposte per il lancio delle bombe di profondità, missili autocercanti e quant'altro..
8 tubi lanciamissili (quelli che nell’edizione italiana erano chiamati missili contro missili o missili di sbarramento) sono ubicate ancora su entrambi i lati.
Novità assoluta invece è un nuovo lanciatore di 8 missili ubicato sotto la nave (posto in prossimità del ponte n 3,  foto a lato ) che può funzionare come un VLS (sistema di lancio verticale) utile durante le azioni in immersione (e che verrà utilizzato durante l’attacco alla base Gamilas su Plutone quando la Yamato si capovolgerà su se stessa).
Quindi, riassumendo:

- 3 torrette principali con tre cannoni da 48 cm d'urto positronici.
- 2 torrette ausiliarie con tre cannoni da 20 cm d'urto positronici. 
- 12 bocche di tubi lanciasiluri, 6 a prua e 6 a poppa su entrambi i lati.
- 16 bocche di tubi lanciasiluri su entrambi i lati.
- 8 bocche di lancio missili sul camino posteriore dietro il ponte.
- 8 bocche lanciamissili ai lati del ponte n 3.
- Diverse torrette laser a impulsi su entrambi i lati.
Sul fronte dei mezzi esterni, ovvero degli astrocaccia, nella versione 2012 di Yamato 2199, l'astronave dispone di 2 Fighter Space del tipo Cosmo Zero: Apha 1 e Alpha 2, 36 Cosmo Falcon, (il nuovo nome delle Tigri Nere), 2 aerei Spaziali da Ricognizione e 2 Cosmo Gabbiano per il trasporto delle persone più un numero non ben definito di mezzi da lavoro e di soccorso.







Storia ed Equipaggio di Space Battleship Yamato Versione 2199










Nella seconda metà del 2190, la Terra sarà sul punto di estinguersi a causa dell'inquinamento ambientale causato dagli attacchi delle bombe radioattive lanciate dalla base aliena del Pianeta Gamilas costruita su Plutone.
L'ONU ha redatto un Piano di risposta che permetterebbe a un gruppo di persone scelte di fuggire dalla Terra a bordo di una grande nave da guerra costruita nel quartiere generale dell’Estremo Oriente in direzione di un pianeta abitabile. (il richiamo all'originale sceneggiatura di Asteroid 6 e al satellite Icaro sono molto forti ..almeno all'inizio).
Come cantiere per la costruzione della nuova nave da trasporto è scelta un'area prosciugata dove nel 1945 si era svolta la Guerra del Pacifico, più precisamente la zona in questione è in un punto al largo della costa del Kyushu, dove fu affondata la Corazzata della Marina Imperiale Giapponese Yamato.
L’offerta di aiuto giunto direttamente da Iscandar nel 2198, modifica le basi del progetto e l’iniziale piano di evacuazione precedentemente chiamato "Progetto Izumo" trasformato adesso nel “Piano Yamato”.
La Yamato, costruita non più come nave da trasporto, ma come mezzo per recuperare il Cosmo Reverse System, (nuovo nome attribuito al precedente Cosmo DNA o Cosmo Cleaner) viene dotata di un motore a onde moventi e della tecnologia aliena di Iscandar necessaria per solcare lo spazio profondo: direzione, la Grande Nube Magellanica ubicata a 168.000 anni luce dalla Terra.

Il cantiere sotterraneo nel Kyushu
Nella nuova serie, l'esistenza delle Forze Spaziali delle Nazioni Unite si presenta come un'importante organizzazione di supporto per la Yamato e il suo equipaggio e molto forte è la sua infuenza sin dall'inzio degli episodi.
Sebbene presenti anche nella serie originale, le cosiddette: “Forze di Difesa Terrestre” non erano state ben elaborate, pertanto nella Serie 1, Kodai e tutti i cadetti della flotta indossavano già dalla prima puntata l’uniforme bianca con l’emblema dell’ancora, nella serie 2199 invece, tutti indossano la divisa blu delle forze spaziali delle Nazioni Unite prima di passare alle uniformi dell'equipaggio della Yamato. Diverse da quelle degli appartenenti alla flotta sono, fino al momento del decollo della Yamato, anche le uniformi di Sanada, Nanbu e Yuki, differenziate secondo il reparto di apparenza.

Come abbiamo visto quindi, il flusso globale della storia non cambia poi di molto dall'originale di 38 anni fa, ma è rielaborata e aggiornata, i personaggi sono un po’diversi e alcuni meccanismi sono cambiati.
Differenti e rinnovate sono anche l’età (sono quasi tutti più grandi di 2 o 3 anni) e i ruoli che i protagonisti svolgono a bordo della nave. Alcuni esempi:
-il dottor Sado, che nella serie originale si imbarca sulla Yamato come medico regolare pur essendo un veterinario, nella serie 2199 invece è un medico della base a tutti gli effetti, è lo stesso Hijikata poi a chiedergli di imbarcarsi sulla Yamato per seguire personalmente la salute del capitano Okita.

-Yuki che nella serie del 1974 era sia infermiera sia l'ufficiale radar e l'incaricata delle analisi di bordo , addetta alla sala olografica sulla Yamato etc..(nella Serie 2III le verranno affidati anche altri incarichi) manterrà esclusivamente quello di incaricata al radar, mentre le altre mansioni verranno affidate ad altre nuove figure opportunamente inserite nella serie come Kaoru Niimi e Yuria Misaki.
Il ruolo di infermiera viene assegnato a Makoto Harada già assistente del dottor Sado all’ospedale centrale (e già apparsa nel primo episodio).
-Sho Yamazaki, (Houston nel doppiaggio italiano della Serie III) apparso per la prima volta nel Nuovo Viaggio, è da subito il supporto principale di Tokugawa assieme a Yabu (Spargs nella 1 versione di Star Blazers) che a differenza della precedente produzione, dove appare per la prima volta nell’episodio 12, è agli ordini di Tokugawa sulla Kirishima prima dell'imbarco sulla Yamato.
-Akira Yamamoto, pilota dei Cosmo Tiger (Hardy) che nella produzione precedente era un uomo, è ora riveduto nella nuova produzione come donna pilota dei Cosmo Falcon.
-Hirata, apparso per la prima volta nella Serie III è da subito il responsabile del sistema di approvvigionamento alimentare. Come lui stesso avrà modo di confidare poi ad Alex Stardust nella Serie III, è legato a Shima e Kodai da un rapporto di amicizia che dura sin dai tempi dell’accademia.
-IQ9, o come ribattezzato nella nuova serie: AU-O9 o R-9 è pressoché identico alla versione 1974, odia essere indicato con il suo numero di matricola, e si riferisce a sé stesso come "Analyzer".
nota deludente: a quanto pare le tanto famose incursioni di IQ9 sotto la gonna di Yuki in questa nuova serie sono state rimosse.
-Heikuro Todo, (Generale Singleton) invece, la cui rappresentazione fisica e caratteriale era stata curata soltanto dalla Serie 2 in
avanti, appare nella nuova produzione con un’identità e con mansioni ben determinate, infatti, in 2199 è il Direttore Generale della Divisione del Piano Yamato e il responsabile esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite.
-Ryu Hijikata, (noto ai fan di Star Blazers come il capitano Gideon dell’Andromeda) è il comandante delle Forze Spaziali delle Nazioni Unite, coordina e dirige tutte le Forze Spaziali comprese le truppe di terra, e come spiegato nella Serie 2 del 1978, è anche uno degli istruttori nei corsi di addestramento reclute in Accademia.
-Osamu Yamanami è il capitano della nave ammiraglia “Kirishima” che ha preso parte alla battaglia di Plutone nella quale era presente il capitano Okita. Non è escluso che si tratti della stessa persona che assumerà il comando della Yamato nel film del 1980.
-Kotetsu Serizawa. Finalmente il Generale Stone ha una propria identità e un nome anche nella versione giapponese, qui è il Direttore del distretto dell’Estremo Oriente delle Nazioni Unite. E’ “riveduto” nella serie 2199 come un militare burocrate con forti ambizioni politiche.






Sul fronte Gamilonese  abbiamo invece qualche novità.







La versione 2012 del Supremo Aberto Dessler di Gamilas


-Shulz (Gantz nel doppiaggio di Star Blazers) che nella Serie 1 del 1974 era un gamilonese “puro” è riveduto come un abitante di Zalts, un pianeta colonia annesso a Gamilas. Gli abitanti di Zalts pur appartenendo all'impero Gamilas, non hanno la pelle azzurra come i gamilonesi della Nube di Magellano, proprio perchè asserviti a questi ultimi e non appartenenti alla stessa razza.
-Gantz (Bane nel doppiaggio di Star Blazers) proviene anche lui da Zalts e come nella vecchia serie, anche qui è un aiutante di campo di Shulz.
-Supremo Dessler. Il comandante in capo dei gamilonesi ora ha anche un nome e un doppiatore del tutto inaspettati. Il suo nome adesso è Aberto Dessler e il suo doppiatore è nientemeno che Koichi Yamadera, storica voce di Derek Wildstar/Susumu Kodai in tutti i videogame Playstation della saga e nel film la Rinascita del 2009. Anche al Generale Talan è stato affiancato un nome: Ghader Talan, Generale comandante della difesa di Gamilas nella Grande Nube di Magellano.
Ma chi ci stupisce più di tutti è sicuramente il nome di Redoff Hyss il Capo di Stato Maggiore di Gamilas. Conosciuto dai fans di Star Blazers come il Generale Kript, lo ritroviamo nella serie 2199 così come era stato inizialmente pensato nella sceneggiatura originale del 1974, ovvero come un sovversivo che tenta di rovesciare Dessler/Desslok con un assassinio e che poi attribuirà la responsabilità del gesto a Lysis/Domel.

Dessler e Hiss
Da qui in avanti le cose sul lato gamilonese si fanno interessanti, perché sebbene non ancora confermati dalla produzione, ci sarebbero tra le fila di Gamilas anche dei nuovi personaggi.
1) Un comandante della flotta della guardia di Dessler, nonché capo delle guardie del corpo del Supremo.
2) Un membro di un gruppo liberale che mette in discussione il governo ed esamina in segreto un accordo, un cessate il fuoco con la Yamato dopo la “morte” di Dessler.
3) Una donna che ricopre il ruolo di Presidente del ministero della propaganda dell’Impero, molto influente in termini di politica interna, temuta dagli alti funzionari dell'esercito che hanno paura di essere bollati da lei come traditori.
4) Un giovane comandante assegnato ai sommergibili sub spaziali dell'Impero (visti per la prima volta nella Serie 2, ma ben presenti nella Serie III) e che sembra conoscere perfettamene le tattiche di offensiva del capitano Okita/Avatar e udite udite..nientemeno che..
5) ..Elisa, la moglie del Generale Domel/Lysis!
(Maggiori informazioni sui nuovi personaggi nei prossimi post)






Appuntamento al cinema il 30 Giugno 2012







Nel secondo film che inizierà le sue proiezioni il 30 di Giugno, vediamo la Yamato compiere il suo primo Warp test da Marte a Giove, (quindi non Luna-Marte come nella Serie 1) e subire un malfunzionamento del motore che la costringe a compiere un atterraggio di emergenza su un continente che galleggia nell'atmosfera del pianeta. (praticamente tutti gli avvenimenti storici degli episodi  4 e 5 della Serie 1 condensati in questo che è il n 3). 
Mentre le riparazioni vengono effettuate, le navi gamilonesi attaccano la Yamato danneggiata e il capitano Okita decide di usare per la prima volta il cannone a onde moventi.

Derek Wildstar, alias Susumu Kodai mentre attiva per la prima volta il cannone a onde moventi

Dopo aver effettuato le riparazioni, la Yamato abbandona il continente galleggiante di Giove e raccoglie un segnale di soccorso proveniente da Encelado, il sesto satellite naturale di Saturno in ordine di grandezza.
nota. Encelado non è mai stato nominato nella serie storica del 1974 poiché fino all'inizio degli anni '80 le caratteristiche di questo corpo celeste erano poco conosciute, era nota solo la presenza di ghiaccio d'acqua sulla superficie. La Voyager 1 ha permesso di scoprire che Encelado orbita nella regione più densa dell'anello E di Saturno, mentre Voyager 2 ha rivelato che nonostante le sue piccole dimensioni, il satellite presenta regioni che variano da superfici antiche con molti crateri da impatto a zone recenti datate circa 100 milioni di anni.
Per raccontare il ritrovamento dello Yukikaze, nel 1974 la produzione decise di ambientare questo episodio su Titano anziche su Encelado, ma ne alterò però le condizioni atmosferiche per consentire ad un piccolo gruppo di persone di sbarcare su di esso. L'atmosfera titaniana in realtà non è idonea per una "visita" umana, infatti, appare ricca di metano e la temperatura superficiale media è molto vicina al punto triplo del metano dove possono coesistere le forme liquida, solida e gassosa di questo idrocarburo, quindi era impossibile far sbarcare alcuni membri dell'equipaggio su di esso.
I Gamilonesi però sono su Encelado in attesa dell’arrivo dell’astronave. Durante la battaglia sulla superficie di Encelado, Wildstar-Kodai scopre i resti di un’astronave congelata nel ghiaccio (lo Yukikaze? Vedremo…)
 
Il combattimento della Yamato su Plutone
Nella seconda parte del film, ovvero negli episodi 5 e 6, la Yamato arriva su Plutone (mentre nella precedente serie vi giungeva nell’episodio 7).
Il capitano Okita vuole cancellare dallo spazio la base gamilonese che ha bersagliato la Terra di bombe radioattive, la Yamato prevede di scatenare un attacco aereo strategico, ma ad esso si frappone la nuova arma gamilonese, il cannone a riflesso (o cannone Reflex nel doppiaggio storico).
Colta alla sprovvista da questa nuova arma di Gamilas, la Yamato viene colpita e perde il controllo capovolgendosi nel mare ghiacciato di Plutone. L’equipaggio non si dispera e inizia subito un contrattacco.
Mentre la Yamato discende sul fondo del mare di Plutone, Kodai e i piloti dei Cosmo Falcon iniziano la missione per distruggere l'avamposto Gamilonese. La squadra di ricognizione individua la base e la Yamato ora può spazzare via il cannone a riflesso e i suoi satelliti, ed ecco che per la prima volta viene utilizzato il lanciamissili posto a ridosso del ponte n 3.






Home Video






Con la fine del “secondo film”, ovvero con la conclusione dell’episodio 6, la Yamato sta per abbandonare il sistema solare.
Se paragoniamo gli eventi di questa nuova produzione con quelli della storica Serie 1 ci accorgiamo che abbiamo guadagnato ben 2 puntate sulla sceneggiatura originale.
Nella versione 1974 la Yamato distrugge il cannone a riflesso solo nell’episodio 8, questo lascia ben sperare che il resto della trama della nuova serie sarà davvero più coinvolgente, rapida e più ricca di eventi.  
L’edizione in DvD e Blu-ray del secondo film conterrà un totale di quattro episodi di 25 minuti ciascuno e uno special di extra di 130 minuti, uno special sull'evento di lancio di Yamato 2199 a Nagoya e Osaka, nonché una relazione sulla manifestazione organizzata a Tokyo più un libretto di inserti speciali.
Come accaduto per il Volume 1, anche questa seconda uscita verrà distribuita in anteprima e in tiratura limitata il giorno stesso della Prima nelle sale il 30 Giugno alla quale seguirà l'uscita ufficiale del 27 Luglio.



Nel Video, il trailer promozionale del secondo film di Yamato 2199











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