Veniamo adesso ad osservare le curiosità della prima versione del
capitolo 1 della Rinascita nella sua prima edizione uscita nelle sale cinematografiche
giapponesi il 12 dicembre del 2009.
Come tutti i classici film di Yamato del passato, anche
questo, per non interrompere la tradizione dei precedenti, si apre decantando
le meraviglie della Terra e del cosmo.
Subito dopo, (per parcondicio) si parla anche
di ciò che è negativo, e il Buco Nero a cascata alto 304.000 km , largo 338.000 km e che
raggiunge una velocità di 29.000
km al secondo e che tra 3 mesi raggiungerà la Terra , fa parte di ciò che è
negativo..
L’uso delle immagini 3d con cui è stato raffigurato il fenomeno
galattico e che nel maggio del 2009 aveva tanto “spaventato” il pubblico durante la proiezione
del trailer di 10 minuti, fa invece bella figura.
1) Dal momento che la coerenza scientifica e quella cronologica degli eventi non sono proprio un vanto di questa produzione, cominciamo subito chiedendoci se un Buco Nero è in grado
di muoversi attraverso la
Galassia.
I buchi neri
si muovono a tutti gli effetti come si muoveva la stella che li ha generati,
infatti i movimenti dei corpi celesti dipendono dalla loro posizione nel campo
gravitazionale della galassia e in minore misura dalle loro rispettive masse. I buchi neri galattici girano intorno al centro galattico
come tutte le stelle compreso il Sole, quindi la probabilità che un buco nero
entri in collisione con la Terra
è la stessa che avrebbe una stella di entrare in collisione con la Terra stessa , una probabilità
bassissima, a meno che non ci sia una collisione tra galassia, come quella che dovrebbe avvenire tra qualche miliardo di anni tra la nostra galassia e quella "vicina" di Andromeda.
Ma se il buco nero è artificiale e guidato da intelligenze aliene…
allora la storia è tutta diversa..
2) Ci troviamo di fronte ad uno spettacolo curioso e mai visto nelle
precedenti produzioni. Per la prima volta in tutta la storia della saga vediamo
da vicino un animale terrestre che non sia il gatto del dottor Sado.
Nishizaki ci mostra quella che
presumibilmente dovrebbe essere l'Africa , dove i leoni fanno bella mostra davanti alla
telecamera.
Il superproduttore li aveva voluti inserire apposta per mostrare la
bellezza e la vastità della vita presente sulla Terra in ogni sua forma. Tuttavia come
abbiano fatto i leoni e altri animali esotici e polari (che vedremo alla
fine del film) tra il 2190 e il 2199 a sopravvivere alle bombe gamilonesi rimane un mistero.
Siamo nell'anno 2220. Sono passati 17 anni da quando la Corazzata Spaziale
Yamato è affondata nel mare di Acquarius. Kodai Susumu e Yuki Mori si sono
sposati e hanno avuto una bimba (oggi adolescente) a cui è stato dato il nome
di Miyuki.
Shiro Sanada è il nuovo comandante della difesa terreste e ha sostituito l'anziano Generale Todo.
Il dottor Sado e Analyzer sono volontari in una
clinica per animali in una zona dell'Africa chiamata Field Park con la giovane
Miyuki innamorata della natura.
Di Ayhara, Nambu, Ota, Yamazaki, Kato e degli
altri Guerrieri delle Stelle non sappiamo nulla, l'unica cosa di cui siamo certi
è che il sistema solare è nuovamente in pericolo a causa del gigantesco buco
nero proveniente dall'immenso spazio che viaggia verso la Terra.
Spostiamoci ora a parecchie migliaia di anni luce dal
sistema solare.
La prima flotta di
emigrazione in viaggio verso il pianeta Amare o Amarl (a seconda della
traduzione) è sotto l’attacco delle navi del S.U.S. L’ammiraglia Blue Noah e le
navi di scorta del capitano Yuki Kodai proteggono i vascelli dell’emigrazione.
3) A
proposito della presenza di una nave di nome Blue Noah in questo film, ho letto
in rete i commenti più disparati del tipo: “che centra la
Blue Noah con Yamato?” Questa domanda
inutile e priva di senso sottolinea ancora una volta l’innocenza un pò
fastidiosa di alcuni fan italiani che si dicono sfegatati appassionati della saga, ma
che ancora non sanno o non hanno capito, che si è trattato di un omaggio di
Nishizaki alla creatura a cui aveva dato vita nel lontano 1979.
4) La flotta e la navi da carico terrestri sono in balia del
S.U.S qui vediamo per la prima e unica volta (almeno fino adesso) il
capitano Yuki Mori (Nova Forrester) al comando di un’astronave di classe
Andromeda.
Il vascello è un aggiornamento di Makoto Kobayashi della precedente del comandante Hijikata (capitano Gideon in Star Blazers) disegnata nel 1978 da Matsumoto e da Miyatake di cui questa nave, a mio giudizio, porta però solamente il nome.
La plancia dell'Andromeda e Yuki sono investite da un lampo di fuoco che avvinghia l'intero ponte.
Mentre ciò avviene possiamo vedere (poiché è stato mostrato lentamente) la divisa della donna andare in brandelli.
Mentre ciò avviene possiamo vedere (poiché è stato mostrato lentamente) la divisa della donna andare in brandelli.
La nave e il cappello del capitano verranno poi ritrovati su Amare, ma del corpo della donna non vi rimarrà traccia. La questione è: Yuki è deceduta o è sopravvissuta? L’idea di sopravvivere Yuki non era quella
originariamente vagliata. In alcuni storyboard è possibile osservare il corpo della donna mentre
viene consumato da un'esplosione.
Questa in pratica doveva essere la scena della
sua morte, ma il lavoro venne poi modificato per rendere il tutto più ambiguo,
quindi, fino a quando non sarà realizzato un Capitolo 2, tutto questo rimarrà
ancora avvolto nel mistero. Nella versione Director’s cut è visibile solo un primo piano del volto di Yuki mentre... muore/scompare? Boh!
In una altro settore dello spazio vediamo il nostro eroe
Susumu Kodai (Derek Wildstar) con tanto di barba lunga mentre è alle prese con un
pannello di carico merci.
5) In questo film Nishizaki ci mostra un Wildstar di 38 anni,
un’età che sembra portare ancora bene in Giappone.
Ma perché 38 e non 40? Risposta:
perché gli anni dai 40 ai 49 sembra sia una tappa della vita sfortunata per
un uomo del Sol Levante.
Dal momento che il 4 è un numero sfortunato in Giappone, chiunque
sia sulla quarantina vi capita dentro per sfortuna.
In sostanza in questo film Wildstar ha la stessa età di Nishizaki
quando aveva cominciato a lavorare su Yamato. L’idea di mostrare al pubblico un
Kodai con la barba non è nuova, era già presente nei lavori dedicati alla
Rinascita nel 1993, successivamente ripreso nel progetto fantasma del 2004 e poi
confermato nel 2009.
Un Kodai con la barba sarebbe sembrato più maturo e
affidabile agli occhi del pubblico, ma soprattutto raffigurarlo così avrebbe
significato renderlo più simile al capitano Okita.
Il primo a disegnare un cinquantenne Kodai con la barba nel
1993 su incarico di Nishizaki, fu Hiroyuki Kitazume, già famoso nel settore dell’animazione come character
design di importanti produzioni di fantascienza come gli OAV di Bubblegum
Crisis e Megazone 23.
6) Da ben 3 anni Kodai è al comando di un piccolo vascello da
carico chiamato “Yuki”.
Non è la prima volta in un film di Yamato che troviamo
il nostro protagonista al comando di un mezzo spaziale di poco conto. Già in
Arrivederci Yamato e nel successivo Yamato Per Sempre il nostro eroe era (o si
era, come nel caso di questo ultimo lavoro) relegato a bordo di mezzi spaziali
secondari.
Tornato a bordo del suo piccolo vascello, Wildstar legge una lettera (piuttostro breve: 2 righe) inviatagli dalla stessa Nova/Yuki
tre mesi prima.
“Caro com’è il mare? (delle stelle) L’universo è il mare e
questo cargo la mia nave. Non è questo che dici sempre? Io e Miyuki siamo in
trepidante attesa del tuo ritorno.
Per mesi tra i fan era serpeggiato il sospetto che i due
stessero per lasciarsi. Leggendo invece la lettera possiamo intuire che le
parole di Yuki sono invece quelle di una moglie affezionata che attende il ritorno
dell’amato a casa.
Un segnale di allarme distoglie Kodai dai suoi pensieri richiamandolo sul ponte: è appena arrivato un segnale di soccorso dalla flotta di emigrazione.
A sinistra la navetta comandata da Wildstar/Kodai in Arrivederci Yamato del 1978. A destra invece, quella comandata in Yamato Per Sempre del 1980 |
Un segnale di allarme distoglie Kodai dai suoi pensieri richiamandolo sul ponte: è appena arrivato un segnale di soccorso dalla flotta di emigrazione.
Ripreso il comando, Kodai dirige la navetta verso la fonte del
segnale di SOS. Insieme con lui, sulla Yuki, vi sono il vice-capitano Kosaku
Omura e il tuttofare Yoichi Sakurai.
La nave entra in curvatura
rimaterializzandosi vicino ai rottami della Blue Noah.
7) Al quartier generale della Federazione Terrestre intanto è
presentata una relazione sul massiccio attacco perpetrato ai danni della prima
flotta di emigrazione. Qui ritroviamo Jirou Shima, il “Jordy Venture” fratello
minore dello scomparso Daisuke Shima [Mark Venture]) ora al comando del piano
di emigrazione insieme a Sanada, (Sandor) nuovo comandante della Flotta di
difesa Terrestre.
L’elite della federazione dopo 26 anni è stata sostituita,
tuttavia come per Homer, Dash e Eager, non sappiamo che fine abbia fatto (o
come sia morto) il generale Todo.
Sepolta nelle viscere del
ghiaccio vi sono i resti della Yamato.
Rasatosi finalmente la barba, Kodai s’incontra con Sanada che
gli chiede di scortare i convogli della terza flotta di migrazione e di sbaragliare
il nemico misterioso che tenta di frenare l’esodo.
Senza esitare Kodai accetta
la promozione, e sorpreso, apprende che il nome della sua nuova astronave è
Yamato. Ebbene sì, la Yamato
è stata ricostruita e lo sta aspettando.
nota. in un premessa del 1993 scritta da Makoto Kobayashi,
lo scafo della Yamato era imprigionato nell’ipogeo di ghiaccio e spezzato in tre
parti. Tuttavia la nave era ancora recuperabile dal momento che il suo
generatore era ancora funzionante.
La ricostruzione della Yamato terrà impegnati i tecnici della federazione
per oltre 2 anni, mentre un lavoro (a quanto pare), meno impegnativo è la ricostruzione del relitto della corazzata Musashi ancora incagliato nelle profondità dell'oceano Pacifico e che vedremo comparire alla fine della versione Director's cut di questo film.
8) Nella sala conferenze vediamo a tutta parete e per la prima
volta in modo abbastanza massiccio, il sigillo della Federazione Terrestre.
Solamente abbozzato nelle Serie 2 e III, qui l’emblema è inserito e raffigurato
ovunque: sulle pareti delle sale riunioni, sui tavoli, sugli scafi delle astronavi da
battaglia, sulle gigantesche navi dell’emigrazione terrestre e
sulle divise degli ufficiali.
A quanto pare identificare l’universo di Yamato in una
federazione sembra sia stato di vitale importanza per la produzione.
9) nota Che negli
ultimi anni l’universo di Yamato sia stato contagiato da quello della fiction
americana creata da Gene Roddenberry è evidente, soprattutto la nuova serie
di Yamato 2199 dove molti degli "arredamenti" dell’astronave ricordano molto quelli
delle varie Enterprise. Alcuni esempi: la palestra ultramoderna, la sala mensa dotata di
un sistema OMCS, la sala di proiezione sino alla dinamica stessa del movimento
in warp della Yamato: l’accelerazione
improvvisa e rapidissima dei balzi, ricorda molto quelle dei film di Star Trek del
2009 e del 2012.
ingloba in sè oltre 150 sistemi stellari, su un'estensione di oltre 8000
anni luce all'anno con poteri e organi di governo completamente nuovi.
La
federazione che ritroviamo invece in Yamato La Rinascita non assomiglia
lontanamente a quella di Star Trek, poiché oltre alla Terra e alle sue colonie
(ancora poche) non è stata annessa nessuna altra specie oltre a quella umana.
Quindi, la tipologia di Federazione tanto enfatizzata in
questo lungometraggio raccoglie esclusivamente gli Stati Terrestri: siamo decisamente indietro rispetto a quella della fiction americana.
nota personale. aveva ragione Nobuteru Yuuki quando
affermava che Yamato La
Rinascita è l’ultimo capitolo di un’era di Yamato ormai
conclusa: io personalmente preferisco ancora vivere nell’epoca delle idee
originali e caratteristiche (molte delle quali sono andate perdute) che diedero
vita alla saga nel 1974 e che non avevano certo bisogno di prendere spunto da
altre (..anche se di tutto rispetto..) fonti.
La sera prima di accettare l’incarico, Wildstar torna a
casa in un’abitazione mai vista prima negli episodi della saga. Guardando dal
terrazzo verso il cielo notturno, verso il mare di Acquarius, il capitano sente arrivare a
casa Miyuki.
Padre e figlia non si vedono da tre lunghi anni.
Lei è già al corrente di quanto capitato a sua madre e incolpa lui della sua morte.
“E’ colpa tua papà. Continui ad essere troppo attaccato alla Yamato.
Il padre la rassicura giurandole che farà l'impossibile per ritrovare Yuki, ma anche questo non basta a convincere la giovane della sua buona fede.
Alla fine ci si aspetterebbe uno sguardo colmo di tristezza
o un pianto liberatorio l'una tra le braccia dell'altro ma nulla da lei, e lui non
insiste.
In quel momento il capitano della Yuki è richiamato al quartier generale e lui risponde. Miyuki non ne è sorpresa o turbata, sa che lei e suo padre viaggiano su due binari diametralmente opposti, nella vita come nel lavoro. Lei e Derek non si rivedranno più fino agli ultimi minuti del film.
In quel momento il capitano della Yuki è richiamato al quartier generale e lui risponde. Miyuki non ne è sorpresa o turbata, sa che lei e suo padre viaggiano su due binari diametralmente opposti, nella vita come nel lavoro. Lei e Derek non si rivedranno più fino agli ultimi minuti del film.
10) Inizialmente la nuova figura di Miyuki era stata concepita da Kitazume nel 1993, bionda, molto più simile alla madre Yuki che a suo padre..
Meraviglia e stupore quando nel 2009 fu invece presentata al pubblico come una ragazza dai capelli neri, dal carattere insofferente e ribelle.
Il suo
nome nella serie mai realizzata del 2004 di Shin Uchuu Senkan Yamato avrebbe dovuto inizialmente essere Miyu Kodai.
Riprendiamo.
Insieme a Sanada, Kodai sbarca al molo di Acquarius in una navetta di piccole dimensioni.
11) Il questo film, il mecha design di Makoto Kobayashi, già responsabile di Yamato 2520, si discosta sempre di più da quello classico di Matsumoto riprendendo quello della produzione precedente (ambientata però nel futuro) e che diventerà quello effettivo nella produzione del 1994: in parole povere, il mecha delle astronavi presentato in Yamato La Rinascita è quello che farà da ponte tra il classico originale e quello nuovo e più futuristico di Yamato 2520.
Lì, in quel freddo pezzo di ghiaccio che
trattiene i ricordi, è ormeggiata la Yamato.
Il capitano guarda la gigantesca nave che in bacino di carenaggio
attende di essere risvegliata. Wildstar raggiunge il ponte di comando e osserva
che il ponte è stato ristrutturato, ma che il layout di base è rimasto sempre lo
stesso e che l' effigie del capitano Okita (Avatar) è stata riposta nella
sua vecchia posizione.
12) Una sequenza dei 12 minuti tagliati dalla versione originale
cinematografica del 2009 è senz’altro quella in cui Kodai, dopo essere entrato
per la prima volta in plancia di comando, alza lo sguardo verso l’effige del
capitano Okita fissata alle spalle della poltrona di comando.
Nella versione ufficiale, Wildstar la ignora, ma nella sequenza tagliata, il capitano si ferma ad osservarla mentre la telecamera la inquadra appesa in primo piano.
Nella versione ufficiale, Wildstar la ignora, ma nella sequenza tagliata, il capitano si ferma ad osservarla mentre la telecamera la inquadra appesa in primo piano.
La sequenza tagliata dal film è presente in alcuni
trailer cinematografici trasmessi in tv nel 2009 e come bonus nei dvd e
blu-rei. Niente si butta via.
Raggiunta la sala macchine, il capitano della Yamato
incontra Tasuke, figlio di Hikozaemon Tokugawa ora meno imbranato e
certamente più maturo. Tokugawa ha sostituito Yamazaki come ufficiale
responsabile della sala macchine. Nel giro d'ispezione, Tasuke mostra orgoglioso
al capitano il nuovo motore e le innovazioni apportate all’astronave.
13) L'intero corpo della Yamato è più ampio di 30 metri , tutto per
ospitare un interno più grande e una tecnologia altrettanto moderna. Il nuovo
motore a onde moventi dispone ora di sei reattori nucleari che alimentano il
nucleo a onde; questo consente al cannone principale di sparare altrettanti colpi
verso il suo bersaglio.
14) Power up è il nome del nuovo e potente super otturatore in dotazione alla Yamato che (secondo i dialoghi inseriti nel film) potrebbe mandare in frantumi persinola
Luna.
La Yamato
è pronta a rivedere l’universo dopo 17 anni d’inattività. L’enorme sollevatore
in cui è riposta la nave inizia la sua salita di 10 km verso la superficie di
quello che anni prima era stato il mare galleggiante di Acquarius.
14) Power up è il nome del nuovo e potente super otturatore in dotazione alla Yamato che (secondo i dialoghi inseriti nel film) potrebbe mandare in frantumi persino
I motori ausiliari e poi quello principale sono accesi e
Kodai pronuncia quelle parole che non ha più detto da 17 anni (e che forse non
vedeva l’ora di dire..), “Yamato, Decollo!"
La nuova versione rock della sigla eseguita dal gruppo degli Alfee esplode prepotente sullo
schermo, mentre la Yamato
liberata per sempre dal suo ipogeo ghiacciato, decolla impetuosa per
raggiungere il terzo contingente di emigrazione.
Mancano meno di 90 giorni all’arrivo del buco nero.
Mancano meno di 90 giorni all’arrivo del buco nero.
15) nota. Sebbene le scene del decollo della Yamato sembrino le stesse inserite anche nel film di presentazione di 10 minuti, ci troviamo in realtà davanti ad una sequenza simile ma completamente rifatta.
Qualche notizia sugli Alfee.
Alfee è un gruppo musicale popolare giapponese composto da
Masaru Sakurai (voce, chitarra e basso, nato 20 gennaio 1955), da Konosuke
Sakazaki (voce, chitarra acustica, percussioni, nato 15 aprile , 1954) e
Toshihiko Takamizawa (voce, chitarra elettrica, nato 17 aprile 1954). Inizialmente
nel 1973 il gruppo era formato da quattro membri.
Il quarto, Yasuo Miyake,
lasciò la band poco dopo la sua nascita. (tra il 1975 e il 1979 basata sulle
copertine degli album e le informazioni sul sito ufficiale del Alfee).
Hanno pubblicato il loro singolo di debutto il 25 agosto
1974.
Per il film il gruppo ha registrato la canzone del titolo,
Dedicate My Love.
Nishizaki aveva pensato che fosse una buona occasione per
portare qualche cambiamento visto che la versione originale è ormai
costantemente accostata al lavoro di Isao Sasaki.
Gli Alfee sono a metà strada tra la gioventù odierna e quella dell’età del produttore, un crocevia adatto dove far incontrare le due generazioni che seguono Yamato. Condivisibile o meno, questa scelta di produzione ha portato, volente o nolente, un cambiamento non indifferente alla versione classica e più amata del tema iniziale.
Clicca per Leggere la Parte 2
Gli Alfee sono a metà strada tra la gioventù odierna e quella dell’età del produttore, un crocevia adatto dove far incontrare le due generazioni che seguono Yamato. Condivisibile o meno, questa scelta di produzione ha portato, volente o nolente, un cambiamento non indifferente alla versione classica e più amata del tema iniziale.
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