Dedicato alla memoria di Yoshinobu Nishizaki


1974 Reiji Matsumoto Entra Nello Staff di Yamato.













continua dal post precedente...
Il progetto di Yamato era stato finalmente presentato sotto forma di un volume illustrato con sceneggiatura, progetti e bozze, sia allo sponsor, sia alla Yomiuri tv all’inizio del 1974  (l’emittente si era impegnata a trasmettere la serie in televisione ad Ottobre).
Ora però era necessario scegliere lo staff più adatto. Nishizaki aveva inizialmente pensato che la Mushi Production e Yoshihiro Nozaki fossero rispettivamente il luogo e il consociato più adatti per realizzare la nuova serie. Purtroppo la Mushi Pro navigava già in cattive acque quando il progetto di Yamato è in fase di realizzazione (certamente di questo Nishizaki non era al corrente, nessuno parla volentieri di certe situazioni) fattosta che fallisce definitivamente un mese dopo la prima puntata della Serie 1 con debiti insoluti per un importo complessivo di 350 milioni di yen.

Nella primavera del 1974 Nishizaki prende contatto con Leiji Matsumoto per affidargli la conduzione di Yamato. Il produttore era rimasto affascinato dall’impronta caratteristica, innovativa e unica del suo mecha design e dal tratto unico e raffinato con cui rappresentava le figure femminili.
Con il suo manga Sexaroidinfo: qui  Matsumoto aveva conquistato la stima di Nishizaki che aveva deciso di averlo ad ogni costo nel suo staff di produzione.
Matsumoto disse a Nishizaki che avrebbe accettato l’offerta soltanto se avesse avuto il controllo effettivo della sceneggiatura e del design. Per lui era importante sentire Yamato come un’opera propria, solo così gli avrebbe dedicato tutte le sue energie e il suo entusiasmo.
Le conseguenze di una tale decisione avrebbero comportato la riscrittura di quasi tutto il lavoro che lui (Nishizaki), Toyota e Fujikawa avevano realizzato in un intero anno. Tanto lavoro e tanta passione solo per accettare le idee di Matsumoto, che forse avrebbero snaturato quel suo ideale di serie fantascientifica sognato fin da bambino. Era un rischio; Nishizaki rifiuta e Matsumoto quindi declina l'offerta.
Al superproduttore non resta quindi altro da fare che arrangiarsi con le proprie forze e decide di affidare all’amico e scrittore Eiichi Yamamoto la carica di direttore della serie, ma è qui però che le cose si complicano, perché pochi giorni prima, Yamamoto aveva accettato l'offerta di partecipare alla realizzazione di un film documentario.
E’ a questo punto che fa la sua comparsa quello che in seguito sarebbe diventato uno dei veterani della saga: Toshio Masuda, il famoso regista di Tora Tora Tora, è invitato dal produttore ad occuparsi della serie.
Masuda, pur se interessato, finisce per accettare un lavoro meno rischioso di una produzione come quella di Yamato della quale ancora non si conoscevano i risultati. Entrambi sarebbero poi ritornati da Nishizaki quando le cose per Yamato avrebbero poi cominciato ad andare per il meglio (...e poi dicono che Nishizaki era dispotico e pretenzioso...)
Scoraggiato dalla “ritirata strategica” dei due registi e sceneggiatori, al produttore non resta altra scelta che fare marcia indietro e tornare da Matsumoto. Oramai i contratti con lo sponsor e con la Yomiuri Tv erano stati firmati, e ritirarsi ora sarebbe stata, oltre che la rovina, anche un’insanabile perdita di credibilità.

Nishizaki accetta a malincuore le condizioni di Matsumoto e si attiva nel frattempo per affidare al maestro compositore Hiroshi Miyagawa il compito di occuparsi della base musicale della serie.
Ora che la squadra è al completo, Nishizaki e il suo staff possono programmare durata e numero degli episodi. Le bozze di ogni singolo passaggio sono presto completate e consegnate all’emittente. Questo però avviene senza il beneplacito della Yomiuri tv che, vedendosi recapitare uno sproposito di 51 puntate, frena l'entusiasmo del produttore suggerendogli invece di tagliare e ridurre il tutto a 39.
Il primo passo nel processo di riscrittura, quello nell’estate del 1974, è di ridurre il materiale proposto da Matsumoto (al quale in quei giorni si erano associati anche i redivivi Keisuke Fujikawa e Artsune Toyota) e portarlo ad un numero di script meno corposo.
Questi tagli e altri cambiamenti, seguiti da altri durante il primo mese di trasmissione, avrebbero trasformano in modo radicale l’idea impressa e voluta dal maestro.
Questa è stata anche la fase in cui molte delle teste dei generali gamilonesi sarebbero saltate (si fa per dire..) rispetto al progetto iniziale. Dei tanti protagonisti delle file nemiche, solo 5 avrebbero resistito all’inflessibile machete della Yomiuri tv: Desslok, Krypt, Talan, Lysis e Volgar e i due sventurati Gantz e Baine.








Qui di seguito una sintesi di tutti i 39 episodi sviluppata da Nishizaki, Matsumoto, Fujikawa e
Toyota.





E’ bene considerare che dal primo fino all’undicesimo episodio, di cambiamenti significativi non ve ne sono stati poi molti; le vere modifiche alla sceneggiatura iniziano dopo la distruzione del cannone Reflex su Plutone. Per via degli ascolti troppo bassi, la Yomiuri decide un ulteriore taglio delle puntate, che da 39 vengono portate a 26. Ecco a grandi linee come sarebbe andata la storia del viaggio verso Iscandar senza questa nuova decisione.
"Distrutto il cannone Reflex su Plutone e abbandonato il sistema solare, l'Argo è penetrata in territorio gamilonese. Questo ha avuto l’effetto di fare in modo che Desslok iniziasse seriamente a preoccuparsi di loro (mine spaziali, ectogas, stella rossa ecc.) Desslok considera ora più seriamente la questione e assegna così a Lysis (che appare già nell’episodio 12) il compito di fermare l'astonave terrestre.
Lysis non perde tempo e riesce a dirigere l’astronave in una zona impervia e soprannaturale dello spazio con lo scopo di bloccarla lì per sempre. Qui, però, una nave pirata non identificata appare improvvisamente dirigendo l'Argo verso una via di uscita.
Lysis attaccherà ancora i Guerrieri delle Stelle vicino alla costellazione di Orione.
Wildstar e Venture sono distratti dalla loro rivalità per Nova, mentre, nuovamente in difficoltà, l'Argo è soccorsa ancora una volta dalla misteriosa nave pirata. Incuriositi, Wildstar e Venture si prefiggono di scoprire la vera identità del pirata, qualificatosi come Capitan Harlock, che comanda la nave sconosciuta.
Mentre Lysis trama la sua prossima mossa, l’Argo si trova a dover fronteggiare gli effetti causati dall'esplosione di  una supernova collassata da poco e Wildstar e Venture, cooperano per fare in modo che la nave non rimanga coinvolta in effetti disastrosi. Giorni dopo, sulla loro strada appare un nuovo nemico: Volgar, rivale (non sottoposto) di Lysis e comandante delle forze gamilonesi nella Piccola Nube di Magellano, che con la sua flotta coinvolge l'Argo in una battaglia spaziale. Avatar farà il possibile per debellare la minaccia di Volgar e, grazie alla sua esperienza e al coraggio dei giovani Wildstar e Venture sconfiggerà Volgar che in seguito sarà ucciso dallo stesso Lysis.
La salute del capitano Avatar peggiora seriamente e tra i membri dell’equipaggio serpeggia il nervosismo. Wildstar comincia a vedere se stesso come un probabile sostituto dell' anziano capitano. L’Argo intanto è in rotta verso Balan quando una fortezza spaziale appare sulla sua strada.
Dopo settimane di viaggio, è raggiunta la base gamilonese sul pianeta Balan. All’astronave occorrono urgentemente dei rifornimenti, ma nelle intenzioni dell'equipaggio vi è anche quella di liberare gli schiavi presenti sul pianeta, questa decisione porterà inevitabilmente a far scattare la trappola di Lysis che si rivelerà un fallimento a causa di un piano architettato da Kript. Lysis è richiamato su Gamilon e questa fortunata occasione permette all’Argo di liberare i prigionieri e di fuggire da Balan (parte di questa idea sarà utilizzata sul pianeta Berth nella Serie III).
Rientrato a Gamilon, Lysis scopre che a farlo tornare non è stato Desslok, ma Kript, questo fa parte del suo piano per rovesciare Desslok! (anche questo sarà uno spunto per la Serie 2). 
Lysis è accusato d’incapacità ed è inviato dallo stesso Kript in una base sperduta della Piccola Nube Magellanica.


Sulla strada verso la Grande Nube Magellanica, l’Argo incappa inavvertitamente nelle conseguenze di un’anomalia nella strumentazione di bordo, per cui la nave è diretta irreversibilmente fuori rotta verso la Piccola Nube di Magellano, questo getta nello scompiglio l'equipaggio e le accuse sono pesanti, in particolare contro Venture.
Wildstar tenta di proteggerlo dalla loro ira, e mentre Orion richiede un cambiamento completo nella leadership della plancia di comando, gli altri dell'equipaggio disperano di raggiungere Iscandar in tempo. Nonostante le accuse rivolte contro Venture, sembra che Iscandar si trovi davvero nella Piccola Nube di Magellano. I Guerrieri delle Stelle sono confusi, tuttavia il timoniere dirige ugualmente verso di essa e la tensione comincia ad attenuarsi. Come l’Argo si avvicina, le letture iniziano a fluttuare e quando l’equipaggio scopre la verità, è ormai troppo tardi: il segnale è un falso, si tratta di una trappola studiata da Lysis; senza saperlo, i Guerrieri delle Stelle sono diretti dritti verso la sua base di comando.
Lysis contatta l’Argo sfidandola a una resa dei conti.
Posto dinanzi alle responsabilità del dovere, Wildstar chiede a Venture di porre fine alla loro rivalità (per Nova) e di collaborare per superare questa difficilissima crisi. La stessa Nova vede in Wildstar quelle qualità che lo renderanno adatto al comando e fa la sua scelta. I Guerrieri delle Stelle prevalgono in questa grande battaglia, (missile perforante e l'intrusione di un'assassina gamilonese salita a bordo della nave ecc...) ma seri dubbi circa l'individuazione di Iscandar sono più radicati che mai.
Su Gamilon, Lysis scopre il complotto per assassinare Desslok e si prepara per ostacolare l’attentato, ma quando Kript è informato dell’arrivo di Lysis, fa in modo che sia quest’ultimo ad essere additato come cospiratore.
Desslok scopre la verità sul complotto ordito da Kript e agisce di conseguenza.
Questi dissidi interni distolgono l'attenzione dall’Argo che ha così il tempo di riguadagnare il tempo perduto e ritrovare la corretta rotta per Iscandar, ma la tensione a bordo è di nuovo alta e sulla nave si scatena l’insano desiderio di ammutinamento.
Sarà nientemeno che il buon vecchio Orion a scatenare il germe della rivolta; tuttavia Wildstar riuscirà a contenere ogni tentativo di ammutinamento e a unire nuovamente l'equipaggio.

Come l’Argo attraversa il divario tra le 2 Nubi di Magellano, il capitano Avatar crolla definitivamente in un coma molto vicino alla morte, tanto vicino che il dottor Sane lo iberna in una capsula criogenica (quindi nessuno può dire che l’idea di riesumare il capitano Avatar nel film Battaglia Finale, sia una trovata dell’ultimo minuto). Wildstar, Venture e Nova uniscono le loro forze nel tentativo di guidare come meglio possono la nave.
Pochi giorni dopo l’Argo penetra nel Sistema Solare di Sanzar, quindi verso il loro obiettivo finale, ma diventa sempre più difficile stabilire l’esatta posizione di Iscandar. Come nella serie tv, anche qui, missili magnetici circondano l’Argo e finalmente si scopre che Gamilon è in realtà il pianeta gemello di Iscandar. L’equipaggio è disorientato e sospettoso.
Gamilon attacca immediatamente con tutte le sue forze e la nave è in sostanza immobilizzata. 
A peggiorare le cose, il cannone a onde moventi è danneggiato e non più utilizzabile. L’Argo si trova inspiegabilmente priva della sua arma offensiva più potente, ma i Guerrieri delle Stelle si ritrovano più uniti che mai in questa circostanza e combattono con la forza della disperazione, mentre ignaro di quanto sta accadendo, il capitano Avatar scivola lentamente sempre più verso la morte.

(nota. di fronte all'evidenza di questa sceneggiatura, Matsumoto non avrebbe dovuto dire, come invece farà in seguito in un' intervista: "..non pensavo che alla fine l'avrebbero fatto morire").

La battaglia s’intensifica e l'equipaggio inizia a dividersi: alcuni vorrebbero affrontare direttamente il quartier generale nemico, mentre altri parlano di rinunciare alla missione e trovare un altro pianeta sul quale vivere. È giunto il momento di nominare un nuovo leader e quella verso Wildstar è la scelta unanime.
Wildstar e Venture cessano tutte le loro controversie che finalmente sono messe da parte. Sanada completa la riparazione del cannone a onde moventi che nel frattempo è stato anche potenziato.
L’Argo ora dirige più compatta e unita che mai contro il cuore di Gamilon che risponde con tutta la sua potenza. L'equipaggio fa tutto quadrato attorno a Wildstar, che, con rinnovato spirito battagliero, guida ora l’astronave verso il compimento della sua missione. La prua dell’astronave è puntata dritta verso il quartier generale nemico, la flotta dell’impero è distrutta mentre l’Argo inizia un assalto diretto al pianeta. Gamilon è sconfitto dopo uno scontro durato ben 4 giorni. Desslok nel frattempo fugge da Gamilon.

nota. Capitan Harlock non è stato menzionato in questo episodio, ma quasi certamente Matsumoto aveva previsto una sua partecipazione all'attacco alla capitale gamilonese. Iscandar è alle porte, ma per i Guerrieri delle Stelle le difficoltà non sono finite, l’Argo, infatti, incontra un altro ostacolo imprevisto, una zona d’instabilità tra i pianeti gemelli che improvvisamente si apre in una spaccatura dimensionale.
La nave è attirata senza via di scampo verso l’interno della fenditura, ma Wildstar e il suo equipaggio non vogliono arrendersi proprio adesso che sono così vicini al loro obiettivo.
Sarà nuovamente Capitan Harlock a salvarli dalla fine. Mentre vola via nel mare dello spazio, Harlock ha finalmente svelato la sua identità: egli, infatti, non è altri che Alex Wildstar, il fratello maggiore di Derek.
Ora non ci sono altri ostacoli tra l’Argo e Iscandar.
Metà viaggio è stato compiuto, l’Argo può finalmente atterrare sul pianea di Starsha.
Come nella serie tv, Starsha li attende nel porto adiacente alla capitale. La regina incontra l’equipaggio terrestre e rimane sorpresa dalla somiglianza di Yuki con sua sorella Sasha (Astra).
La felicità per aver raggiunto Iscandar non impedisce però all’equipaggio dell’Argo di piangere la morte del capitano Avatar: l’anziano comandante è deceduto lo stesso giorno dell’arrivo dell’Argo sul pianeta di Starsha. Wildstar ora è a tutti gli effetti il capitano dell’Argo.
Ora lo attende il compito di riportare indenni sulla Terra sia l’equipaggio sia il prezioso dispositivo.
Starsha consegna loro il Cosmo Cleaner, ed esprimendo le sue più grandi speranze per il futuro della Terra, saluta l'astronave terrestre che decolla alla volta del sistema solare.
L'equipaggio lascia tristemente dietro di sé Iscandar che purtroppo ha i giorni contati.
Il viaggio di ritorno non ha conseguenze sfortunate; il dominio di Gamilon sulla galassia è totalmente debellato e, dopo mesi trascorsi nello spazio, l’Argo è di nuovo nel sistema solare.
Tuttavia vi è ancora un ostacolo imprevisto da affrontare: Desslok non è morto e da qualche tempo li aspetta al varco in prossimità della Terra. Il loro scontro finale si svolge in vista del pianeta morente, ma alla fine Desslok è ucciso.
L’Argo finalmente torna a casa, mentre il solitario Derek Wildstar, che nel viaggio di andata osservava tristemente lo schermo vuoto della sala comunicazioni, in questo viaggio di ritorno ha trovato in Nova una nuova famiglia.

nota. Questo finale che chiude la serie è stato in definitiva il terzo ad essere stato scritto, il primo dei due finali alternativi è stato poi inserito nel manga di Yamato dallo stesso Matsumoto, che davvero non ci stava a vedere escluso il suo Harlock dalla battaglia finale contro Desslok.

Primo Finale Alternativo: Di ritorno da Iscandar, Harlock si trova faccia a faccia con Desslok. I due si uccidono a vicenda mentre l’Argo torna sana e salva sulla Terra. In entrambi i casi, il viaggio termina con la missione compiuta.

nota. Naturalmente nel manga di Matsumoto, Harlock non muore, ma prosegue il suo viaggio in attesa di ...nuove avventure..

nota personale. Premetto che chi scrive non ha assolutamente nulla contro Capitan Harlock, gli anime realizzati su questo straordinario personaggio di Matsumoto piacciono molto anche a me, sopratutto SSX del 1982, tuttavia avrei alcune considerazioni da fare in merito alle numerose intromissioni del pirata spaziale all’interno della sceneggiatura, che oltre ad essere troppe, sono anche inopportune e poco credibili; la Yamato infatti viene spesso soccorsa da una misteriosa nave chiamata Deathshadow o Ombra di Morte comandata dal famoso pirata, che sembra prendere possesso della storia diventandone il vero protagonista.
Non me ne vogliano gli entusiasti di Capitan Harlock, ma tutto questo accento posto sul personaggio preferito di Matsumoto, che da solo prende il controllo della situazione, è quanto meno irragionevole ed esagerato.
In questa sceneggiatura la Yamato diviene una nave comprimaria, una nave che, incapace di cavarsela da sola, ha costantemente bisogno dell’appoggio di un vascello molto più piccolo, meno equipaggiato e dell'esperienza di un comandante che certamente è inferiore a quella di Avatar; non dimentichiamo inoltre che questo Harlock NON È quello della serie tv del 1978/82, ma si tratta dello stesso Alex Wildstar che, sconfitto su Plutone pochi mesi prima, ora dal nulla arriva addirittura a vincere Desslok.
Potrà sembrare complicato, ma nemmeno Alex Wildstar è il vero Capitan Harlock poichè il primo manga del pirata spaziale è stato scritto parecchio tempo prima di questa sceneggiatura di Yamato, tuttavia gli è stata attribuita l'identità del fratello di Derek Wildstar solo per dargli attinenza con la serie.

Secondo Finale Alternativo: in un'altra sceneggiatura scritta prima di quella effettiva leggiamo: Il Deathshadow si frappone nella battaglia tra Dessler e la Yamato intricando le cose. La strategia offensiva di Dessler è sventata da quella del pirata (e come? Con un duello con la spada e armi laser tra Harlock e Dessler?) mentre alla fine del combattimento la nave del Supremo viene distrutta dal cannone a onde moventi della Yamato. La maggior parte dell'equipaggio del danneggiato Deathshadow è ferito o ucciso.

A questo punto è come se si santificassero i membri dell’equipaggio della Deathshadow, che poveretti, sono morti per soccorrere una nave notevolmente più potente della loro e che non è riuscita da sola a sconfiggere Dessler.
A questa umiliazione si aggiunge anche la beffa: Derek Wildstar offre di trasferire l'equipaggio dell’Ombra di Morte sulla Yamato, ma Capitan Harlock, troppo orgoglioso (o sciocco) ridendo rifiuta incitando invece il ragazzo a soccorrere la Terra.
L'apice della stupidità di quella scrittura è raggiunto quando IQ9 legge un manga (sì un manga..) trovato a bordo di Ombra di Morte, ovvero: La storia di Capitan Harlock.
Che sia stato l’alter ego di Matsumoto imbarcato a bordo della Deathshadow a disegnare quel manga? Definire grottesco tutto questo è il meno che si possa dire; vi sarebbero altri termini per definire questa sceneggiatura ma non mi sembra il caso di infierire ulteriormente.
Sorgerebbero anche altre logiche domande riguardo ad Alex/Harlock che meriterebbero delle risposte:
-dove si sarebbe procurato Alex questo nuovo vascello dal momento che lo Yukikaze o (Paladin) si trova su Titano?
-chi gliel’avrebbe costruito? Tochiro Oyama?
-di quale potente motore dispone questo vascello da permettergli al pari della Yamato, di attraversare la galassia?
-dove avrebbe accumulato questo Alex Wildstar, in pochi mesi, tanta esperienza strategica e un'audacia tanto forti da permettergli di frapporsi fra l’Argo e Gamilon?
Personalmente non avrei mai inserito nella produzione questo personaggio, che non ha nulla a che vedere con l’universo di Yamato, soltanto perché è il mio preferito...e poi c'è ancora chi si stupisce dell’astio nato tra Nishizaki e Matsumoto..






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