Vi siete mai chiesti in quale modo abbia effettivamente preso forma il progetto di quello che diventerà la serie tv di Uchuu Senkan Yamato?
L’idea classica che si è fatta la gente è che un bel giorno del 1974, esattamente dal nulla, Reiji Matsumoto abbia preso in mano la sua penna e magicamente abbia disegnato il fumetto che poi sarebbe stato trasformato in una serie tv. Sfatiamo subito questo mito: Reiji Matsumoto entrò a far parte dello staff dell'Academy quando il primo progetto di Yamato era già bello che finito. Nishizaki e i suoi collaboratori avevano lavorato più di un anno per scrivere e stendere la sceneggiatura di quello che doveva essere un programma di fantascienza fresco e innovativo.
Ciò che molti ignorano, è che una nave di nome Yamato aveva già una forma e una storia ben definita ben prima dell'arrivo di Matsumoto, che quindi, può essere considerato come il quarto co-autore della sceneggiatura principale... tuttavia leggenda vuole, soprattutto in Italia (e questo è dimostrato da quello che la gente crede di sapere sulla nascita di Star Blazers) che la sceneggiatura e l’idea originale di Yamato siano esclusivamente frutto delle idee di Matsumoto, mentre gli altri dello staff dell’Academy siano esclusivamente o animatori o produttori.
Niente di più inesatto. Infatti, fu solamente una fortunata coincidenza (o volontà del destino) se Matsumoto si trovò alla fine a seguire le varie fasi di produzione della serie, cui partecipò solo a condizione che Nishizaki gli lasciasse campo libero sui cambiamenti da apportare alla storia già stabilita. È comunque innegabile, sotto ogni punto di vista, che l’apporto dato da Matsumoto all'ultima sceneggiatura sia stato decisivo e indispensabile per la creazione della saga di Uchuu Senkan Yamato così come l'abbiamo vista sullo schermo. Ma procediamo con ordine.
L’idea classica che si è fatta la gente è che un bel giorno del 1974, esattamente dal nulla, Reiji Matsumoto abbia preso in mano la sua penna e magicamente abbia disegnato il fumetto che poi sarebbe stato trasformato in una serie tv. Sfatiamo subito questo mito: Reiji Matsumoto entrò a far parte dello staff dell'Academy quando il primo progetto di Yamato era già bello che finito. Nishizaki e i suoi collaboratori avevano lavorato più di un anno per scrivere e stendere la sceneggiatura di quello che doveva essere un programma di fantascienza fresco e innovativo.
Ciò che molti ignorano, è che una nave di nome Yamato aveva già una forma e una storia ben definita ben prima dell'arrivo di Matsumoto, che quindi, può essere considerato come il quarto co-autore della sceneggiatura principale... tuttavia leggenda vuole, soprattutto in Italia (e questo è dimostrato da quello che la gente crede di sapere sulla nascita di Star Blazers) che la sceneggiatura e l’idea originale di Yamato siano esclusivamente frutto delle idee di Matsumoto, mentre gli altri dello staff dell’Academy siano esclusivamente o animatori o produttori.
Niente di più inesatto. Infatti, fu solamente una fortunata coincidenza (o volontà del destino) se Matsumoto si trovò alla fine a seguire le varie fasi di produzione della serie, cui partecipò solo a condizione che Nishizaki gli lasciasse campo libero sui cambiamenti da apportare alla storia già stabilita. È comunque innegabile, sotto ogni punto di vista, che l’apporto dato da Matsumoto all'ultima sceneggiatura sia stato decisivo e indispensabile per la creazione della saga di Uchuu Senkan Yamato così come l'abbiamo vista sullo schermo. Ma procediamo con ordine.
I temi principali del suo lavoro sono stati a sfondo sociale: individualismo radicale, libertarismo, religione, longevità, sperimentalismo politico, la relazione tra amore fisico e amore romantico, separazione della sfera pubblica da quella privata e speculazioni su relazioni sociali e familiari non ortodosse.
I figli di Matusalemme: molti lo avranno solo sentito nominare, altri ancora avranno avuto il piacere di leggerlo, ma forse pochi di voi che leggono questo post, sanno che fu proprio uno di questi romanzi ad ispirare il progetto di creazione della nostra Yamato.
Qual è esattamente la trama di questo libro? I cosiddetti figli di Matusalemme sono così soprannominati per via della loro incredibile longevità: sono centenari e ultracentenari che, dopo aver nascosto al resto del mondo la loro lunghissima vita, decidono di rivelarsi e di stabilire rapporti amichevoli con il resto dell'umanità; ma nel 2125 per chi è destinato a non andare oltre l'ottantina, quei longevi diventano una minaccia e un insulto per chi invece è destinato a morire ben prima di loro.
Per evitare arresti, torture e deportazioni, i centomila depositari di tale longeva esistenza riescono fortunosamente a scappare con un'astronave sufficiente ad ospitarli tutti. Inizia così un viaggio, che non è solo occasione di spostamento nello spazio tra le galassie, ma nella migliore tradizione anarchica della frontiera (un concetto molto americano, vero motore dell'immaginario collettivo) è uno spunto che esalta l'iniziativa di chi cerca nuove sfide.
Adesso voglio raccontarvi io una storia. Immaginate di trovarvi in Giappone nel Gennaio del 1973.
Ora osservate un signore di 39 anni che se ne sta nella poltrona del suo ufficio (o nella sua casa) intento a leggere (presumo in inglese, giacché quella lingua la sapeva parlare bene) proprio quel romanzo. Immaginate quel signore sprofondato attentamente nella lettura delle pagine del libro mentre con una mano sorregge il volume e con l’altra poggia il residuo della sigaretta nel posacenere del tavolo.
Immaginatevi questo signore di 39 anni che, dopo i deludenti risultati delle serie appena prodotte per la televisione, è alla ricerca di un soggetto interessante, magari di fantascienza, su cui costruire le basi per il nuovo programma che vorrebbe ideare..un film magari, meglio ancora (ma ci sarebbe arrivato solo in seguito) un nuovo anime dalle idee rivoluzionarie e inaspettate.
Illustrazion interna di Jacono per I figli di Matusalemme di Robert HEINLEIN, Urania 262 |
Già a mio giudizio questa potrebbe essere la trama di un film.
Naturalmente non è detto che sia andata proprio così, non è detto che Nishizaki si sia precipitato al telefono dopo aver finito il libro di Heinlein, ma che sia stato proprio quello, insieme ad altri racconti di fantascienza precedentemente letti, ad entusiasmarlo in modo tale da convincerlo a buttarsi nel progetto di un programma di fantascienza, è cosa certa.
Come abbiamo detto, non era questa l’unica volta che Nishizaki leggeva un romanzo di fantascienza, anzi, la sua passione per la letteratura che vedeva come soggetto il genere umano esplorare le stelle, viaggiare nello spazio su velivoli invisibili o su una nave da guerra, lo aveva affascinato fin da bambino. Sin da piccolo Nishizaki era stato fortemente influenzato anche dalle opere di scrittori del suo Paese come Yoichiro Minami, Juzo Unno e altri.
Quelle frasi che parlano di astronavi, creature sconosciute e mostruose contro cui uomini temerari lottano sino allo stremo per difendersi impiegando pistole laser e altri congegni strabilianti, avevano acceso la sua fantasia e dato il via ad un progetto che avrebbe poi preso corpo soltanto nella maturità.
Nishizaki aveva continuato a portare quest’idea di fantascienza nascosta nel suo cuore per tanti anni.
Ora, nel 1973, aveva deciso che questa avrebbe preso vita e una forma definitiva.
Yoshinobu Nishizaki, scomparso il 7/11/2010 alla cui memoria è dedicato questo blog. |
Conversando con Fujikawa, Nishizaki parla con lui di una nave che vola nel cielo e nel frattempo gli domanda quale tipo di nave secondo lui, sarebbe stata la più adatta da trasformare in un’astronave: una nave a vela, (Odin?...) o meglio ancora, un’enorme nave da guerra?
Esposto il suo pensiero, i due ipotizzano di produrre un film dal vivo, ma, dopo aver discusso a lungo sui pro e i contro di questa possibilità, (costi troppo elevati per realizzare gli effetti speciali, tutte le armi, le varie impostazioni planetarie, fondali ecc...) e poichè essa avrebbe comportato l'investimento di un budget astronomico che non avrebbe reso al meglio l’idea voluta voluta da Nishizaki, si pensa di rendere il lavoro più fattibile trasformandolo in cartone animato.
Con un Anime non ci sarebbero stati limiti in questo senso e tale soluzione avrebbe aperto le porte ad un metodo più semplice con il quale esprimere pienamente l'immagine dei viaggi spaziali che il produttore conservava della sua infanzia.
Con l'animazione, infine, i problemi elencati sopra sarebbero stati risolti in un colpo solo e con un dispendio di denaro molto inferiore.
Nella seconda riunione, Nishizaki fa la conoscenza di Aritsune Toyota, che allora lavorava alla Mushi Production del grande Osamu Tezuka e che come detto prima, era stato proprio Eiichi Yamamoto a farli incontrare.
Yamamoto aveva probabilmente detto a Nishizaki che Toyota era un appassionato di fantascienza e che da poco aveva scritto un romanzo dal quale poter trarre (forse) l’ispirazione più adatta.
Nishizaki accetta il consiglio di Yamamoto e incontra Toyota che, interessato all’idea del produttore, offre, oltre alla sua collaborazione, anche (fortunata occasione) la trama del suo romanzo come possibile adattamento per il nuovo lavoro.
Soddisfatto di entrambi gli incontri, Nishizaki prega sia Fujikawa sia Toyota, di sviluppare sceneggiature separate per la serie anime di fantascienza.
Settimane più tardi, nella primavera che stava arrivando, i due presentano al produttore le loro idee.
Fujikawa, che era stato il primo ad essere contattato, sottopone a Nishizaki questa sceneggiatura:
La storia inizia sulla Terra 1.000 anni nel futuro.
La Terra è devastata dall'assalto di un pianeta misterioso e la sua superficie è contaminata da radiazioni talmente elevate da non essere è più abitabile.
La razza umana, la sola rimasta sul pianeta, ha costruito città sotterranee ove trovare rifugio.
La futuristica tecnologia terrestre ha permesso a quest’umanità in fuga (e qui ci si collega alla teoria della Terra cava e del sole presente al suo interno) di costruire un sole artificiale e di continuare a vivere in attesa di un miracolo che un giorno li avrebbe riportati alla superficie.
Tutte le conoscenze dell’umanità erano state inserite in un computer biologico cui era stata data la responsabilità di prendere tutte le decisioni finali; ovviamente alcune fazioni dissidenti non sono però d’accordo con questa scelta di campo.
È a quel punto che i dissidi interni minacciano la stabilità appena ritrovata nel sottosuolo: una corrente di pensiero afferma che l’essere umano non deve delegare ad “altri” le proprie decisioni e le proprie scelte di vita. Questa situazione provoca uno scontro tra sostenitori e contestatori di questa filosofia, ma non fino ad un punto di non ritorno. Alla difficile situazione si aggiunge il problema delle radiazioni che stanno lentamente penetrando anche nel sottosuolo e che porteranno entro pochi anni all'estinzione della razza umana.
Alcuni pensano di fuggire dalla Terra a bordo di veicoli spaziali da combattimento o di costruire una nave da guerra spaziale di grandi dimensioni divisa in quattro: una nave madre e tre navi da guerra più piccole atte a esplorare la galassia in cerca di un nuovo mondo (questo sarebbe stato uno spunto di partenza per la Serie III). L'equipaggio doveva essere composto di giovani soldati, mentre quelli più anziani e con esperienza avrebbero formato il gruppo di comando.
Il secondo, Toyota, consegna invece a Nishizaki questa sceneggiatura che sembra un po’più dettagliata e specifica di quella di Fujikawa.
Il nome del racconto è Asteroide 6:
Immagine dell'asteroide Icaro estratta dal book:Perfect Manual 2 |
Anche qui i terrestri hanno costruito città sotterranee molto al di sotto della superficie e, come nella sceneggiatura di Fujikawa, anche queste città diventeranno poi inutili per la sopravvivenza dell'uomo se il bombardamento missilistico non cesserà.
nota personale. A questo punto è logico pensare due cose: o che i due scrittori si siano messi d’accordo su una sceneggiatura comune, o che sia stato effettivamente Nishizaki a suggerire a entrambi queste disposizioni. E' impensabile che due persone possano aver scritto la stessa identica cosa, quindi, a rigor di logica, non è stato Matsumoto, non è stato Fujikawa, non è stato Toyota, non è stato Yamamoto (che subentrerà più avanti) ma è ovvio considerare l'ipotesi che inserire nella sceneggiatura un pianeta Terra morente, soffocato dalla radioattività e un astronave costituita da uno strato esterno di roccia, sia stata (mi smentiscano gli esperti...) proprio un'idea di Nishizaki, come sarebbe stato sempre lui a dare il nome definitivo alla nave (ma questo lo vedremo dopo)...
Un giorno il bombardamento cessa improvvisamente. Gli abitanti delle città sotterranee esultano, ma solo alla fine della serie si scoprirà la terribile verità: i Rajendoriani hanno cessato l’attacco soltanto perché non era più necessario, ormai era troppo tardi, la superficie era stata bombardata oltre misura e ciò rendeva la Terra inservibile ai loro scopi.
L'intera superficie del pianeta è ora coperta di magma bollente in cui nessuna forma di vita può sopravvivere. Le uniche piante e gli animali rimasti erano quelli presenti nel sottosuolo, inoltre, è solo una questione di tempo prima che le riserve energetiche della città si esauriscano. Pertanto, i Rajendoriani non hanno più alcun motivo per continuare la loro opera offensiva.
Immagine tratta dal book Perfect Manual 2 |
Che cosa fare per evitare l'estinzione?
Durante la conferenza, un giovane si alza in piedi offrendo una possibile soluzione: sulla superficie di Marte, la sonda Mariner 18 ha individuato il relitto di una nave spaziale che apparentemente era precipitata lì diverse migliaia di anni prima. Si è accertato che la nave proveniva da un sistema solare distante oltre 20.000 anni luce da un pianeta chiamato Iscandar.
Essendo un pianeta tecnologicamente avanzato, il giovane presume che su questo grande mondo vi sia la tecnologia adatta ad eliminare la radioattività. Forse si può salvare la Terra dal suo terribile destino.
Si dispone di costruire e nascondere un’astronave all’interno di uno dei 44.000 frammenti asteroidali che un tempo costituirono il pianeta esistente tra Marte e Giove e che ora forma la fascia asteroidale. Il piano è di scavare all’interno della massa rocciosa, costruirvi la nave spaziale e dotarla di un motore modellato sul progetto della nave schiantatasi su Marte.
L’aspetto definitivo della nave sarebbe stato quello di un enorme asteroide vagante solitario nella galassia.
Questa nave mascherata da steroide sarebbe poi stata chiamata Icaro.
L’asteroide artificiale Icaro inizia il suo viaggio, tuttavia il suo mascheramento è scoperto quasi subito da un osservatorio dei Rajendora quando il gigantesco ammasso giunge su Plutone.
Dopo una serie di combattimenti contro le orde Rajendoriane e dopo aver esplorato mondi sconosciuti, Icaro giunge sul pianeta principale degli invasori.
Si scoprirà solo alla fine che la loro civiltà si era estinta 100 anni prima insieme a tutte le altre creature del loro pianeta. L'unico essere sopravvissuto è ora una mostruosa pianta rampicante.
Dopo l’estinzione dei suoi abitanti, il pianeta Rajendora è controllato da un computer il cui compito principale è quello di proteggere l'ambiente. Tuttavia solo la pianta rampicante si era salvata.
Il supercomputer, riconoscendo questa pianta come unica forma di vita, ha ritenuto opportuno cercare un altro pianeta in cui trapiantarla. Destino vuole che il pianeta scelto fosse proprio la Terra. Rendendosi conto che nemmeno la Terra poteva più ospitare quella pianta, il super computer vedendo fallita la propria missione, si autodistrugge.
Immagine della prima Yamato tratta dal book Perfect Manual 2 |
Il primo compito era quello di sviluppare una presentazione, un copione o addirittura un film pilota da mostrare agli sponsor e alle reti televisive del Paese.
È a questo punto, con la stesura della storia definitiva, che avvengono i cambiamenti più radicali. Il tempo passa e Nishizaki ha bisogno, oltre che della mano di Fujikawa e di Toyota, anche a quella esperta dell’amico Eiichi Yamamoto: scrittore e regista incontrato durante la permanenza di entrambi alla Mushi Pro Studio e con cui avrebbe continuato a lavorare ancora per anni all'Academy.
E' in quel periodo che il produttore dà la svolta decisiva all’identità della sua creatura, infatti cambia idea e decide che la nave si sarebbe chiamata Yamato.
nota: naturalmente la Yamato cui fa riferimento Nishizaki in questa fase ormai avanzata del progetto, non è certo la nave della seconda guerra mondiale, ma un’astronave di nuova costruzione, il suo è un riferimento esclusivo all’antica identità del popolo giapponese, quindi una nave terrestre ma con un'identità volutamente giapponese.
Ora che l’aspetto della nave era stato finalmente deciso, non mancava altro che determinare una nuova serie di eventi da abbinare alla nuova struttura. Occorreva quindi apportare dei cambiamenti a quella già stesa da Toyota.
Ecco come venne modificata settimane più tardi.
Ecco come venne modificata settimane più tardi.
Venuti a conoscenza della tragica situazione in cui versa ora la Terra, la generosa gente di Iscandar invia una nave sul nostro pianeta. Questa tuttavia viene attaccata da Rajendora su Marte.
Uno degli Iscandariani sopravvissuti, consegna un messaggio in cui annuncia che su Iscandar vi è un dispositivo in grado di rimuovere la radioattività presente nell’atmosfera terrestre. Vi sono 40.000 anni luce da percorrere in un solo anno per raggiungere Iscandar e tornare. Viene quindi costruita dagli scienziati terrestri la gigantesca nave spaziale Yamato, un mostro tecnologico dalle dimensioni colossali, una piccola cittadella volante delle dimensioni di 2 km di lunghezza, 1 km di larghezza e 500 metri di altezza. La nave naturalmente è dotata di tutte le armi migliori della Terra .
Come nella serie tv, la nave trasporta 114 membri (riduzione delle 100.000 previste nella precedente sceneggiatura) dell'equipaggio.
Immagine della prima Yamato tratta dal book Perfect Manual 2 |
Uno degli Iscandariani sopravvissuti, consegna un messaggio in cui annuncia che su Iscandar vi è un dispositivo in grado di rimuovere la radioattività presente nell’atmosfera terrestre. Vi sono 40.000 anni luce da percorrere in un solo anno per raggiungere Iscandar e tornare. Viene quindi costruita dagli scienziati terrestri la gigantesca nave spaziale Yamato, un mostro tecnologico dalle dimensioni colossali, una piccola cittadella volante delle dimensioni di 2 km di lunghezza, 1 km di larghezza e 500 metri di altezza. La nave naturalmente è dotata di tutte le armi migliori della Terra .
Come nella serie tv, la nave trasporta 114 membri (riduzione delle 100.000 previste nella precedente sceneggiatura) dell'equipaggio.
Dopo aver affrontato molte avversità, la Yamato arriva a Iscandar verso la fine della serie.
Il dispositivo per rimuovere la radioattività è ottenuto, ma solamente sotto forma di progetto; il tempo stringe e non si può costruirlo su Iscandar. L’equipaggio preferisce così costruirlo durante il viaggio di ritorno in cui la Yamato è ostacolata dai Rajendoriani.
Completata la costruzione del dispositivo, l’equipaggio lo utilizza per rimuovere tutti gli elementi radioattivi presenti nel pianeta madre nemico costringendo infine la popolazione alla morte.
La Yamato torna sulla Terra dopo una serie di battaglie che decimano alla fine l'intero equipaggio.
Esattamente l’ultimo giorno, a guidare la nave è rimasto solo Shinobu Kotakeun.
Stanco e prostrato dalla dura battaglia, il giovane arriva appena in tempo con il dispositivo per far rinascere la Terra.
Anche se la storia scritta fino ad ora non è quella che sarebbe diventata quella definitiva, è importante sottolineare quanto questo percorso, sconosciuto ai più, sarebbe stato determinante per arrivare a quella definitiva a cui Matsumoto avrebbe successivamente impresso il suo gusto e il suo stile personale, stile (grafico) che fu fortunatamente migliorato da Okaseko prima della realizzazione del film pilota.Il dispositivo per rimuovere la radioattività è ottenuto, ma solamente sotto forma di progetto; il tempo stringe e non si può costruirlo su Iscandar. L’equipaggio preferisce così costruirlo durante il viaggio di ritorno in cui la Yamato è ostacolata dai Rajendoriani.
Completata la costruzione del dispositivo, l’equipaggio lo utilizza per rimuovere tutti gli elementi radioattivi presenti nel pianeta madre nemico costringendo infine la popolazione alla morte.
La Yamato torna sulla Terra dopo una serie di battaglie che decimano alla fine l'intero equipaggio.
Esattamente l’ultimo giorno, a guidare la nave è rimasto solo Shinobu Kotakeun.
Stanco e prostrato dalla dura battaglia, il giovane arriva appena in tempo con il dispositivo per far rinascere la Terra.
Continua..
nota. Parte delle immagini e delle informazioni sono state estratte dal book: Space Cruiser Yamato Perfect Manual 2.
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