Dedicato alla memoria di Yoshinobu Nishizaki


La Trama di Yamato Battaglia Finale. Parte 2













Parte 2
Lugal II è morto, ma anche la Yamato rischia di fare la stessa fine. L’astronave però cambia prontamente rotta e Lugal De Zahl ordina di colpirla con il cannone a raggi neutrinici. Per evitare il pericolo, la Yamato si prepara al balzo, ma una dispersione di energia dal motore e dal cannone a onde impedisce di eseguire la manovra, anche spingendo al massimo i motori, l’astronave non può in nessun modo evitare l’impatto con il fascio di energia.
Kodai dispera per la loro salvezza mentre la nave è investita in pieno.
Sebbene sia circondata dall'ammasso di energetico, la nave fortunatamente non esplode, Sanada ipotizza che forse sia proprio la dispersione di energia che li circonda a far loro da scudo. Okita approfitta dell’occasione e invertendo la rotta, oltrepassa gli scudi nemici atterrando bruscamente con l’astronave su Uruk.
Discesi sul satellite, i Guerrieri delle Stelle devono per prima cosa evitare che gli apparati alieni immettano il fatidico raggio che permetterà ad Acquarius di compiere il ventesimo e ultimo balzo.
La Yamato fa immediatamente fuoco verso il dispositivo, ma tutto intorno alla zona è innalzato un campo di energia che rende inefficaci i colpi delle batterie dell’astronave.
È a questo punto che in sella a dei cavalli meccanici armati, ed esortando nel frattempo i suoi soldati a battersi fino all’ultimo, Lugal sferra un massiccio attacco da terra discendendo dalla sacra collina.
L’assalto alla Yamato è spaventoso, in breve tempo la corazzata è accerchiata e ghermita da decine di soldati a cavallo e da truppe gravitazionali che iniziano uno scontro a fuoco con l’equipaggio.


Kodai suggerisce di far uscire i Cosmo Tigers, ma poiché la poppa della nave poggia a terra, è impossibile aprire il portello da cui far uscire gli astrocaccia. Durante lo scontro a fuoco Shima è ferito al fianco e Kodai non accortosi di nulla, chiede all’amico di tornare al timone per sollevare la poppa della nave e permettere ai caccia di uscire, nel frattempo lui con il Cosmo Zero cercherà di trattenere gli invasori.
Nonostante sia gravemente ferito Shima, rientra in plancia fingendo di non aver riportato alcuna ferita, e anche se sofferente riesce a compiere le necessarie manovre; quindi i Como Tigers sono finalmente liberi di uscire. Acquarius sta per eseguire il balzo, mancano solo tre minuti.
Sorpreso dall’improvvisa reazione dei terrestri, Lugal fa ritorno al tempio senza accorgersi che il suo secondogenito lo osserva stupito da un recesso della nave.
Il ragazzo Dunghilliano abbandona la Yamato raggiungendo il tempio, mentre i Cosmo Tiger attaccano con successo la centrale di comando provocando l'interruzione dei raggi energetici.
Lo scampato pericolo permette ai Guerrieri delle Stelle di tirare il fiato e solo in quel momento Sanada si accorgere della mortale ferita di Shima. Okita ordina al giovane di curarsi, ma mentre Shima insiste per rimanere al suo posto, improvvisamente il raggio si riattiva.
Esiste dunque una seconda centrale di controllo e forse si trova all'interno del tempio. Sanada suggerisce quindi a Kodai, a Kato e agli altri piloti di fare irruzione all’interno del luogo di culto. Atterrati davanti all'edificio, gli ufficiali della Yamato ingaggiando subito battaglia con i soldati di guardia, ma supportato dalla copertura di Kato, Kodai riesce a oltrepassare la sala inferiore del tempio dirigendosi verso l’ascensore che lo conduce al luogo dove si trova Lugal De Zahl. Sull’ascensore Kodai incontra il figlio di Lugal che lo accompagna fino alla sala centrale dove si trova il re.

Faccia a faccia con Lugal, Susumu tenta di offrire all'uomo una mediazione, garantendogli che l’umanità sarà disposta ad accogliere lui e la sua gente se sarà fermata questa inutile guerra, ma l'offerta non è sufficiente poiché credendosi padrone e non ospite della Terra, Lugal ne reclama il possesso.
Deciso a porre fine alla questione, re De Zahl rivolge la sua arma su Kodai, ma il giovane Dunghilliano sopraggiunto nel frattempo per aiutare Kodai, è colpito a morte dallo stesso padre che fugge.
Mentre Kodai è inorridito da tanta crudeltà, il re attiva l'autodistruzione di Uruk e Okita ordina il decollo immediato. La Yamato è in difficoltà poiché i suoi motori non hanno sufficiente potenza per decollare dal satellite in rovina, e come se non bastasse, il suo pilota è prossimo alla morte. Nonostante le sue condizioni, Shima riesce con il supporto di Sanada a disincagliare l’incrociatore. Dalle viscere di Uruk l'astronave madre di Lugal si alza in direzione della Terra e la Yamato anziché decollare si serve dei retrorazzi per attraversare letteralmente il planetoide.
La manovra riesce e la Yamato si allontana raggiunta dai Cosmo Tigers.

Quando Kodai raggiunge il ponte, trova Shima, che morente, ha solo il tempo di dirgli addio, spirando tra le sue braccia, fa promettere all’amico di non abbandonare mai Yuki e di renderla felice.
Acquarius intanto, seguita dalla Yamato, riappare a tredici miliardi di chilometri spaziali dalla Terra e al quartier generale si stima che la raggiungerà in ventiquattro ore. Todo chiede a Okita se esista una possibile via di salvezza, pur non avendo una soluzione da offrire al comandante, l’anziano capitano risponde che finchè rimarrà sulla Yamato con tanti coraggiosi non si arrenderà tanto facilmente. Tuttavia una soluzione si fa strada nelle menti di entrambi i capitani dell’astronave. Kodai ha la stessa idea di Okita: imbottire la Yamato di esplosivo, frapporla tra la Terra e Acquarius, e con l’energia del cannone a onde moventi, produrre un’implosione interna che per effetto del contraccolpo creerà un'esplosione in grado di allontanare Acquarius interrompendo così il flusso della colonna d'acqua che altrimenti sommergerebbe la Terra.
La delicata manovra richiede però una celerità perfetta che non può essere affidata al pilota automatico ma all’esperienza di un essere umano che dovrà rimanere a bordo e sacrificarsi.
Kodai vorrebbe offrirsi volontario per eseguire questo delicato compito, ma l'anziano comandante si oppone, e ricordandogli la promessa fatta a Shima, reclama per se questo sacrificio, tuttavia chiede al giovane di convincere gli altri dell’equipaggio della necessità di questa scelta.
La Yamato atterra su Acquarius e i preparativi per trasformare l’astronave in una bomba a orologeria in movimento sono tutti eseguiti: le stive sono riempite di Trizio allo stato liquido e gran parte dell'equipaggio è trasferito sulla nave Fuyutsuki. Mancano soltanto 5 ore all'arrivo di Acquarius sulla Terra quando la flotta di Lugal De Zahl appare improvvisamente circondando la Yamato.

L’astronave non può permettersi in alcun modo di accettare il combattimento, anche un solo colpo inferto allo scafo potrebbe farla saltare in aria rendendo inutile tutta l’operazione. Okita ordina di ignorare le navi inseguitrici e comanda a Kodai ora al timone, di compiere il balzo verso la Terra, ma è già troppo tardi poiché queste hanno già aperto il fuoco.
Ma ecco che come per la guerra contro Polar, qualcuno giunge in tempo per aiutare un amico: Dessler è arrivato nel sistema solare per portare aiuto a Kodai, appena in tempo per impedire una rovinosa disfatta; distruggendo le navi Dunghilliane, Dessler ha rinnovato le speranza di salvezza per la Terra.
Il Supremo è più vivo che mai e protegge la Yamato mentre questa compie il balzo, poi col cannone Dessler spazza via la flotta nemica e il suo folle re.
Liberi per sempre dalla minaccia dunghiulliana, Okita può ultimare le fasi dell’operazione e dopo aver affettuosamente abbracciato e incoraggiato Kodai e Yuki chiede loro di occuparsi della procedura di sbarramento della bocca da fuoco del cannone a onde moventi, la complessa operazione è completata nella sala macchine con l’aiuto di Sanada. Una volta eseguito quell’ordine che per la Yamato e il suo capitano sarà la rovina, i tre amici lasciano l’astronave con una scialuppa raggiungendo la vicina Fuyutsuki.

L'equipaggio è ignaro della decisione del capitano e si accorge troppo tardi della scelta di Okita, tutti i presenti protestano, ma dopo un’iniziale catena di opposizioni, l'equipaggio comprende il sacrificio del capitano, e mentre l’astronave si dirige verso il suo destino, il personale di bordo saluta commosso il coraggio dell'uomo, mentre Kodai dice addio a quello che per lui è stato come il padre che aveva perso da ragazzo.
La Yamato ha finalmente raggiunto Acquarius, l’attrazione gravitazionale della Terra influenza le acque del pianeta che iniziano a innalzarsi sulla sua superficie. Sul nostro pianeta le nubi si addensano e il nuovo diluvio predisposto dal pianeta errante è prossimo a sommergere completamente la Terra.
La Yamato si trova esattamente tra la sua orbita e quella di Acquarius, la struttura dello scafo è scossa dalle violenti correnti atmosferiche e dalle prime strisce di acqua marina che la investono pesantemente. Il capitano Okita rimasto solo, predispone dinanzi a se il mirino del cannone a onde moventi.
Non vi è più un minto da perdere poiché le lingue d’acqua s’intensificano sempre più velocemente trasformandosi in un vero e proprio muro impenetrabile.
Quando la mortale massa d’acqua è abbastanza vicina all’astronave tanto da distruggerla, il capitano è pronto a compiere il sacrificio estremo.
Iniziando il conto alla rovescia, enuncia anche il termine della propria vita e di quello della nave, quindi con estremo coraggio preme il grilletto. Il colpo rivolto verso l'interno fa esplodere la Yamato spezzandola in due parti, ma anche se l' astronave è andata irrimediabilmente perduta questo gesto di estremo sacrificio non è stato inutile, l'onda d'urto generata dal Trizio infrange la colonna d’acqua che si riversandosi sullo stesso Acquarius lo allontana dalla Terra.

Dal ponte di osservazione della Fuyutsuki, Kodai e gli altri guardano disperati la morte del capitano Okita e la fine dell’astronave, che ora è appena visibile nel mare galleggiante lasciato dal passaggio di Acquarius.
Le acque si avvolgono su se stesse rimestandosi con onde impetuose che trascinano la nave negli abissi. Anche Dessler ha assistito pietrificato al toccante momento e anche lui si unisce al dolore degli amici. Dalla sua ammiraglia, il supremo di Gamilas osserva con gli occhi colmi di lacrime la fine della corazzata che aveva osteggiato per tanto tempo e che oggi invece piange la sua fine. Con un ultimo rombo che sembra un lamento, la prua della possente nave riemerge dalle acque mostrando a tutti le sue mortali ferite. Stremata e distrutta, la Yamato affonda lentamente discendendo in quella che d’ora in avanti sarà la sua casa.

Il Sole ora ha ripreso ad illuminare il nostro pianeta, le nubi sono andate via portando con loro le tragedie della guerra e i tristi pensieri.
Finalmente gli ex membri della corazzata spaziale Yamato e tutti gli abitanti della Terra possono cominciare una nuova vita.
I primi a farlo sono proprio Susumu e Yuki, che dopo tanta attesa e altrettanto dolore, guardano sereni all’avvenire coronando finalmente il loro sogno d’amore.
Dessler è partito, di lui non si saprà nulla nei prossimi anni, né se riuscirà a sopravvivere né se arriverà a fondare un nuovo impero nello spazio.
Per il momento Kodai e Yuki solennizzano la loro unione mentre una nuova vita sta per venire al mondo.


Ma la Yamato non è morta, riposerà in silenzio finché l’umanità non avrà ancora bisogno di lei, allora tornerà a ruggire riemergendo più potente che mai dal mare ghiacciato per soccorrere ancora una volta la preziosa vita di questo pianeta.
La macchina del destino procede inesorabile e le lancette del tempo sono puntate verso l’anno 2220.
Fine.


     








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