La Serie 2 di Yamato aveva concluso il suo passaggio in tv il 7 aprile 1979 e come prevedibile, l'episodio finale, il n 26 tanto atteso dai fans, aveva superato il 27% di shere.
Alla fine, tutti.. o quasi, erano rimasti soddisfatti della conclusione data alla serie. Molti degli entusisasti più accaniti non avevano però accettato l’idea di vedere morire i propri beniamini come nel finale di Arrivederci Yamato, molti di loro avevano inneggiato al motto: “Non uccidete Kodai”, altri invece, commossi e scossi sin nel profondo dell’animo dal finale devastante della pellicola, vedevano nel prolungamento della vita dell’astronave e dei suoi eroi solo un’abile manovra commerciale.
Pur amando i protagonisti dell’Anime, c’era una buona fetta di pubblico convinto che sarebbe stato grandioso se Kodai e Yuki si fossero trasformati in stelle nel cielo piuttosto che rimanere in vita, perché guardando sopra la Terra (prospettiva poco auspicabile per chi scrive) essi avrebbero continuato a proteggere il mondo: la morte fisica di Wildstar/Kodai insomma, non avrebbe significato la fine della sua esistenza, perché vi sono diversi altri modi per continuare a vivere.
Questa fu la prima volta in tanti anni che il pubblico giapponese si trovò spaccato in due sul finale di una serie.
Matsumoto era soddisfatto, era riuscito a riportare a casa gran parte dei propri "figli" e Nishizaki poteva allegramente gioire dei risultati di questa produzione; pensare al mercato estero e darsi da fare per ideare un nuovo capitolo di questa saga che negli ultimi 2 anni stava vivendo un momento davvero d’oro.
Il Fervore dei Fan
Quando una serie come questa riscuote un successo così vasto, è inevitabile che il pubblico, preso dalle passioni di parte, tenda ad avere le proprie simpatie personali e a preferirne qualcuno in particolare, è divertente notare quanto i giovani di entrambi i sessi fossero così affezionati ai loro beniamini da ingelosirsi se questo o quel protagonista s’infiammasse per un altro personaggio della serie.
Quello che aveva maggiormente infervorato le fan intervistate allora, non era tanto la sorte che sarebbe toccata a Kodai e Yuki, quanto l’interesse per la nascita della storia d’amore tra Shima e Tèresa, molte ragazze non vedevano di buon occhio ciò che si stava sviluppando tra la dea di del pianeta Telezar e il pilota della Yamato, a molte di esse sarebbe bastato che il rapporto epistolare tra Shima e Tèresa fosse limitato al solo contatto radio: di storie d’amore all’interno della serie ne sarebbe bastata una: quella tra Yuki e Kodai. Stop!
Dando una scorsa alle interviste di allora, è sorprendente scoprire di quanta popolarità godesse tra le giovani appassionate il pilota della Yamato, alcune lo volevano come fratello maggiore o addirittura come il proprio fidanzato: altre affermarono con convinzione, quanto fosse fastidioso vedere il loro caro Shima amoreggiare con Tèresa, qualcun'altra minacciava di non continuare a seguire più la serie se le cose tra i due fossero andate troppo oltre.
Certamente più goliardico e inusuale, era l’interesse che il pubblico femminile aveva per quella o per l’altra acconciatura di Wildstar/Kodai, molte, infatti, protestavano perché nel manga di Matsumoto la star di Yamato aveva il ciuffo a destra, mentre nel film i suoi capelli erano stati spostati a sinistra e c’era chi chiedeva che per la Serie 2 l’acconciatura del vice capitano ritornasse a destra come nell’originale cartaceo.
La tinta dei capelli di Yuki, troppo bionda se rapportata alla Serie 1, fu un altro motivo di dibattito e di scambio di vedute tra i fans, molti di essi auspicavano un ritorno al colore precedente, un pò più castano.
Altri appassionati si irritavano per le avances di Saito per Yuki, inappropriate e poco "cavalleresche" (per un soldato della cavalleria spaziale..): la bella protagonista di Yamato era solo di Kodai e di nessun altro, questo doveva essere chiaro per tutti.
Ma al di là delle richieste o delle opinioni più bizzarre dei fans, chi era più soddisfatto della fine del lavoro svolto erano ovviamente i membri dello staff di produzione, che oberati fino allo stremo di lavoro sin dal primo episodio, ora esultavano ansiosi all’idea di staccare la testa dal banco da disegno e di ritornarsene finalmente a casa. Altri appassionati si irritavano per le avances di Saito per Yuki, inappropriate e poco "cavalleresche" (per un soldato della cavalleria spaziale..): la bella protagonista di Yamato era solo di Kodai e di nessun altro, questo doveva essere chiaro per tutti.
Il più orgoglioso di tutti era il regista di sempre, Noburo Ishiguro che si disse orgoglioso dei brillanti risultati della Serie 2, e in effetti c'era di che essere fieri, la soddisfazione di aver creato un numero impressionante e innovativo di mecha, mezzi spaziali mai visti prima in una produzione cinematografica e televisiva, astronavi di ogni tipologia che andavano dalla flotta dell’Impero della Cometa, all’esercito di androidi, alla stessa Andromeda (il gioiello per eccellenza dell'EDF), era davvero molta.
Portare sullo schermo tanto ingegno, soprattutto per realizzare il mecha dell’impero della cometa aveva richiesto degli sforzi incredibili, specialmente quando si era trattato di ridurre i progetti delle astronavi dal formato di grandi dimensioni (quello da tavolo) a quello corretto per la macchina da presa, questo fu uno dei problemi cui Matsumoto e Miyatake dovettero risolvere per non caricare ulteriormente di lavoro i membri dello staff.
Dopo la Serie 2
Arrivederci Yamato aveva terminato da 6 mesi la sua corsa nelle 130 sale del Paese ottenendo risultati entusiasmanti e la Serie 2 aveva fatto registrare record di ascolti in tv.
Questo "assalto" delle produzioni dell’Academy nei cinema e in tv, aveva avuto l'effetto di promuovere Yamato come una saga vera e propria piuttosto che una storia unica e questo stava aprendo le porte a un futuro promettente.
Alla luce di tale successo, una nuova avventura per la gloriosa corazzata veniva già posta in cantiere già dalla seconda metà di Gennaio, cioè diverse settimane prima della conclusione della Serie 2.
In quel particolare momento, Nishizaki stabiliva insieme a Hideaki Yamamoto e ad Aritsune Toyota che il nuovo lavoro sarebbe partito da dove si sarebbe fermata la Serie 2 e anche se il lavoro di scrittura della sceneggiatura era ancora in fase iniziale (per il nuovo lavoro sarebbero stati presentati 5 diversi adattamenti) era imperativo incentrare la storia del nuovo film sulle vicende rimaste ancora in sospeso, quelle di Dessler e del suo lungo viaggio alla ricerca di una patria su cui vivere.
Il nuovo film doveva iniziare con la partenza del leader gamilonese dopo l'insolita alleanza con Kodai.
La storia avrebbe coperto un arco temporale incominciando dopo 3 mesi dalla fine della Serie 2, periodo indispensabile all’equipaggio della Yamato per ristabilirsi dopo la dura lotta contro l’Impero della Cometa e consentire alla flotta di Gamilas il tempo per raggiungere la sua destinazione principale.
Purtroppo un’amara sorpresa avrebbe poi atteso Dessler al suo ritorno nel sistema di Sanzar, perché il suo amato pianeta Gamilas sarebbe stato distrutto da un nuovo e potente nemico proveniente da 400.000 anni luce e insediatosi nel frattempo dentro i confini della nebulosa di Magellano.
L'esplosione di Gamilas avrebbe coinvolto anche il pianeta gemello Iscandar, che da solo, non avrebbe retto alla rotazione del suo sistema binario obbligato così a uscire dalla sua orbita e a vagare errante per la galassia.
Nella nuova pellicola Dessler avrebbe finalmente svelato i suoi veri sentimenti per Starsha, una passione rimasta celata (ma non troppo..) per tutte le Serie 1 e 2.
Dessler ha una profonda passione per Starsha, quindi niente e nessuno avrebbe permesso al leader gamilonese di abbandonare la propria amata (sposata e con una figlia…) nel momento del pericolo.
La flotta gamilonese si sarebbe diretta all'inseguimento di Iscandar, ma prima di effettuare il primo balzo iperspaziale, Dessler avrebbe richiesto l'aiuto della Yamato...
Questa a grandi linee sarebbe stata la via principale da seguire, il resto era ancora da definire.
Ma il Nuovo Viaggio sarebbe stato anche il film nel quale per la prima volta dall’inizio della saga, la Yamato e Dessler avrebbero combattuto insieme per salvaguardare l’incolumità di Starsha e di Mamoru Kodai, e dove avremmo visto finalmente il lato più umano di Dessler, che non rivelerà mai a Starsha di averla amata, ma il suo grido disperato nell'assistere alla morte della regina avrebbe (secondo le intenzioni) manifestato meglio di qualunque altra parola la profondità dei sentimenti per lei.
nota: questo nuovo lavoro è il fulcro dal quale inizia l’amicizia tra Susumu Kodai e Dessler, che andrà incrementandosi nella successiva Serie III e in Final Yamato.
In attesa dell'uscita del Nuovo Viaggio in tv, Nishizaki non resta inattivo, fa nuovamente distribuire nei giorni tra il 14 luglio e il 3 agosto in 180 sale del Paese, i 2 film di Yamato agganciati anche da un lungometraggio di Toriton (Umi no Triton).
Molto presente anche nelle trasmissioni radiofoniche, il super produttore annuncia per la fine dell'anno successivo, il progetto del terzo capitolo televisivo di Yamato, ma poiché il tutto era ancora in fase di pianificazione, Nishizaki non si sbilancia più di tanto sulla trama di Yamato Parte III, ma assicura che entro breve tempo tutte le anteprime del caso sarebbero state comunicate al Fan Club ufficiale.
La sede di Fuji TV a Odaiba |
da Wikipedia, l'enciclopedia Libera
La Società Fuji Television, nome internazionale: Fuji Television Network, Inc, abbreviata spesso in Fuji TV, è un'emittente televisiva giapponese privata. Fuji TV è stata fondata il 18 Novembre 1957, ed ha iniziato le trasmissioni il primo Marzo 1959; nel Giugno dello stesso anno Fuji TV si allea con Tokai TV, Kansai TV e Kyushu Asahi Broadcasting. Nell'ottobre del 1966 viene creata la FNN (Fuji News Network), una rete di scambio di news fra le maggiori agenzie d'informazioni locali che ancora oggi gestisce i telegiornali di Fuji TV.
Il 1º aprile 1986, Fuji TV cambia il proprio logo dal vecchio "Channel 8" all'attuale "Medama" (un occhio con la pupilla rossa, personaggio dell'iconico anime Kitaro dei cimiteri).
Il 10 marzo 1997 il canale sposta il suo quartier generale da Shinjuku, uno dei quartiere speciale di Tokyo, all'isola artificiale di Odaiba; la nuova sede, progettata dall'architetto giapponese Kenzo Tange, è un riconoscibile edificio formato da una gabbia in cemento armato in cui si inserisce un'enorme sfera metallica in precario equilibrio.
Il 1º ottobre del 2008 la società cambia nome in Fuji Media Holdings, Inc: si occupa ora, infatti, anche di media collegati alla televisione (per esempio pubblica i DVD con le raccolte dei propri cartoni animati o telefilm); contemporaneamente viene fondata la branca dedicata esclusivamente al servizio televisivo, che recupera il nome di Fuji Television Network, Inc., e in seguito nascerà il network FNN (Fuji News Network).
Oltre al canale terrestre in chiaro e al network FNN, Fuji TV gestisce tre canali satellitari a pagamento: Fuji TV 721 (intrattenimento), Fuji TV 739 (sport) e Fuji TV CSHD, un canale sperimentale ad alta definizione. Dal 1987 al 2009 Fuji TV ha sponsorizzato il Gran Premio del Giappone di Formula 1, e ha trasmesso per il Giappone le intere stagioni.
Il canale ha uffici di rappresentanza a Roma (Fuji Television Rome Office).
Attualmente è possibile visionare il canale anche attraverso KeyHoleTV.
Arriva la Blue Noah!
Nel frattempo Nishizaki ne approfitta per lanciare alcuni nuovi progetti: per prima cosa pone le basi per il quarto lungometraggio di Yamato che un anno dopo sarebbe poi stato chiamato “Yamato Per Sempre”, segue le fasi della trasformazione delle due serie televisive della corazzata nella versione americana censurata di Star Blazers (trasmessa da noi tramite la Tv Svizzera Italiana nel 1980 e da Rete 4) e avvia assieme alla Toei Animation la realizzazione della nuova serie dell’Academy: Blue Noah, la portaerei dello Spazio, titolo che sarebbe stato trasmesso dalla Yomiuri Tv ogni sabato dal 13/10/1979 al 29/3/1980 dalle 19 alle 19.30.
La formula di Blue Noah ricalca grosso modo quella di Yamato sebbene apparentemente adattata per un pubblico più giovane.
Nella sceneggiatura sono evidenti i prestiti da Yamato, in particolare nel mecha della portaerei e nella presenza di un’arma finale sul modello del cannone a onde moventi, ovvero un raggio neutronico sparato da una bocca da fuoco posta a prua. Anche nello staff di animazione sono presenti gli stessi direttori dell'animazione di Yamato: Hideaki Yamamoto alla sceneggiatura, Kazuhiko Udagawa alla regia e Kenzo Koizumi, Tomoharu Katsumata e Takeshi Shirato allo storyboard.
Similitudini a parte, le caratteristiche delle due storie sono comunque differenti. Blue Noah si prospetta come una storia autoconclusiva che narra l'unico grande viaggio della portaerei, mentre Yamato-Star Blazers si profila come una saga in costante divenire.
Inoltre, in Star Blazers, emergono sostanzialmente due personalità, il capitano Avatar e il suo erede designato Derek Wildstar, mentre in Blue Noah il personaggio di Shin (Makoto) è sì centrale, ma guida la nave trasformata in mezzo spaziale solo nell'ultimissimo segmento di battaglia, senza dare mai l'impressione di essere stato prescelto o di esservi naturalmente portato.
Proprio a causa della fascia di pubblico cui era stata indirizzata, o forse perché non presentava lo stesso spessore caratteriale e profondo di Yamato, la serie televisiva della portaerei spaziale riscuote un’accoglienza piuttosto tiepida in madre patria dove il suo ricordo appare oggi molto sbiadito. Il Blue Box di Blue Noah |
nota: In Italia invece la Blue Noah è ricordata con molto più affetto, la serie arrivò da noi nel 1980 e fu trasmessa per la prima volta da Rete A e in seguito da molte altre emittenti locali private, gli episodi non sono 27, bensì 24, infatti i primi quattro episodi sono in realtà quattro sezioni di un unico film pilota da 90 minuti dal titolo "La nascita dei giovani leoni".
Per esigenze commerciali furono realizzati già in origine anche i formati da 24 minuti più adatti alla programmazione televisiva".
Dalla fine degli anni 90 Blue Noah è stata acquistata da Yamato Video s.r.l. (che detiene ora i diritti di trasmissione e di vendita in Italia) che la distribuisce a tutte le emittenti tv nostrane.
In questo periodo la serie è trasmessa dal circuito ANIME GOLD, che nel solo 2011 ha riproposto gli episodi dell’Anime già 7 volte.
Yamato Video si è occupata anche dell’edizione Home Video: verso la fine degli anni '90 la serie è stata riproposta più volte: in due cofanetti da due videocassette ciascuno.
Nel 2000 la DeAgostini ha pubblicato i primi due episodi in una VHS, nel 2006 la Yamato Video ha pubblcato in DVD l'intera serie in 5 dischi raccolti anche in un cofanetto definito BlueBox.
Alla fine, iI Nuovo Viaggio va in onda il 31 luglio del 1979 sulla Fuji TV a partire dalle 19.30, il suo successo è clamoroso e la rete televisiva giapponese può esultare per gli splendidi risultati degli ascolti, 31% di shere, un risultato alla pari con il precedente film di Yamato trasmesso solo 2 anni prima che aveva riscosso un indice di gradimento pari al 31,9%.
Omaggio a Nishizaki e alla mitica Blue Noah:
Nel video, la sigla italiana del cartone animato
Nel video, la sigla italiana del cartone animato
Nel video, la Sigla originale Giapponese