Dedicato alla memoria di Yoshinobu Nishizaki


Intervista a Corrado Paganelli









Eccoci al secondo e ultimo incontro con gli autori che hanno creato il video delle interviste fatte ai doppiatori storici dell'edizione italiana di Star Blazers. video in questa pagina. Dopo l'intervista rilasciata da Flavio Sala, (qui)che aveva seguito le riprese e il montaggio definitivo del video, adesso è la volta di incontrare colui che ha curato le fasi per gli incontri per le interviste ai doppiatori della serie. Corrado Paganelli.

Corrado Paganelli
Corrado è nato a Ponte San Pietro vicino Bergamo il 9 Marzo 1968 ed ha un Diploma di Geometra ed una specializzazione in Topografia Militare. Anche Corrado come Flavio Sala è una persona estremamente gentile che è stata ben disposta verso di me e verso il nostro blog, ed è stato un piacere per me (come per Flavio prima di lui) aver fatto la sua conoscenza. (solo virtuale però..dal momento che le nostre comunicazioni sono state limitate alla sola posta elettronica).
Corrado mi è apparso come una persona molto solare, dinamica, affabile e allo stesso tempo discreta e semplice, nel senso che nonostante abbia preso parte a un gran numero di eventi e manifestazioni, (che molti di noi appassionati di anime in Italia possiamo solo sognare), resta una persona che non ama molto autocelebrarsi, una qualità che personalmente apprezzo molto.
Per quel che concerne le sue esperienze professionali in campo artistico, invece, possiamo dire che sono davvero senza fine, impossibile elencarle tutte senza occupare due interi post del blog, possiamo dire prima di ogni altra cosa, che Corrado ha redatto alcuni articoli su riviste specializzate relativi alle sigle dei cartoni animati, con la pubblicazione di alcune interviste; si è occupato dell’organizzazione e della direzione di palco di tutte e tre le serate della ben nota al pubblico “Notte delle Sigle” negli anni tra il 2000, 2001, 2003. Ha seguito i contenuti extra di molti dei DVD pubblicati dalla Stormovie, tra cui il “The Lady Oscar Story” con lo Speciale sui Cavalieri del Re, che per primo è riuscito a riportarli in un concerto dal vivo, proprio alla “Notte delle Sigle III” al Rollingstone di Milano nel 2003. Sempre in tema di concerti, ha seguito l’organizzazione anche 2 eventi relativi a sigle televisive nell’ambito del “Mantova Comics & Games” del 2011. Sua è la minuziosa e accurata compartecipazione agli extra di tutti i film dedicati a Goldrake per i quali ha realizzato le interviste a Vince Tempera e Luigi Albertelli con schede dei personaggi ed interviste ai doppiatori, oltre alla stesura del libretto allegato al cofanetto dei dvd.
Per il film d’animazione “Lupin III - Il Castello di Cagliostro” ha curato gli speciali con intervista agli storici doppiatori dell’anime, come per il dvd di “Jeeg Robot contro i mostri di roccia”, nel quale, oltre alle interviste ai doppiatori e al produttore della sigla, ha curato la stesura del libretto allegato al dvd.
Ancora per Stormovie, si è occupato delle uscite in DVD dei film di Bud Spencer realizzando le interviste al protagonista e agli autori della colonna sonora dei film, i mitici Oliver Onions. Per i 13 dvd de “L’Incantevole Creamy”, come per i lavori precedenti, ha seguito le interviste ai doppiatori della serie: Donatella Fanfani, Raffaele Farina e così via... L'elenco delle attività svolte da Corrado in questo settore sarebbe ancora molto lungo da riferire nella sua integrità, quindi per ora parleremo esclusivamente di Star Blazers..
Di Uchuu Senkan Yamato, Corrado si è occupato a partire da Febbraio 2005 quando la Stormovie ha introdotto sul mercato i primi dvd della Serie III: insieme a Flavio Sala, Corrado ha lavorato alle interviste ai doppiatori contattando e fissando personamente i luoghi e gli orari per le interviste, e dal momento che ha così gentilmente accettato di rilasciarmi un breve resoconto di quell’evento, ho deciso di rivolgere a lui (così come avevo fatto a suo tempo con Flavio Sala) delle domande inerenti quell’esperienza.
Domanda. Ciao Corrado, grazie di aver accettato di partecipare a questa piccola intervista, dicci qualcosa di te, anche tu come Flavio sei un appassionato di anime e manga giapponesi? Qual è il tuo cartone preferito?

Ufo Robot Grendizer  © Go Nagai. Toei Animation Co, Ltd
Dynamic Planning Inc
Corrado. Ciao a tutti i lettori del blog di Star Blazers.. beh innanzitutto Flavio è un caro amico e non posso che parlar bene di lui, poi abbiamo fatto talmente tante cose assieme, poi..si, diciamo che ero un appassionato dei fumetti della Marvel fino al 4 aprile 1978, quando fu trasmessa la prima puntata di Goldrake in tv, anche Star Blazers mi appassionava molto, sicuramente non quanto Flavio, perché il mio idolo era Goldrake come dicevo, ed in genere prediligevo serie robotiche, ma anche quelle spaziali come Capitan Harlock e Star Blazers naturalmente.
Domanda. Parlaci un po’dell' intervista che hai realizzato per Stormovie: che ricordo hai di quell’esperienza vissuta assieme a Flavio?
Corrado. Posso dirti innanzitutto che quella è stata una delle mie interviste più riuscite, a questo proposito, non so quale ulteriore contributo potrei dare, visto che la memoria storica è Flavio anche se le interviste le ho fatte io, ma sono comunque a tua disposizione.
Domanda. Grazie per la tua disponibilità, potresti spiegarci nel dettaglio come opera tutta la trafila per prendere appuntamento con i doppiatori? Come avete fatto a mettervi in contatto con loro? Qual è la prassi da seguire per riuscire a ottenere da loro un’intervista come quella che avete realizzato voi?
Corrado. La trafila è molto semplice. Inizialmente è un po’ dura in quanto nessuno ti conosce e la normale diffidenza nei tuoi confronti da parte delle persone da intervistare la fa da padrona. Poi, fortunatamente, i buoni rapporti anche personali instaurati nel corso degli anni, hanno spianato la mia strada e concordare interviste si è via via fatto sempre più agevole. Non è facile guadagnare la fiducia di persone del mondo dello spettacolo, il segreto forse è quello di metterli a proprio agio, minimizzando il lavoro che deve essere intrapreso.
Domanda. Mi piacerebbe che tu ci parlassi più accuratamente degli ostacoli che si debbono abbattere per arrivare a farsi conoscere nell’ambiente e che consente agli artisti di vincere la normale diffidenza accettando così di essere intervistati. Mi preme sapere come ti sei rivolto ai doppiatori di Star Blazers quando al telefono hai detto loro che avresti preparato un’intervista su quel cartone animato, sì perché ancora oggi, molti di loro considerano l’argomento cartoni animati ancora una materia per bambini, cito Ettore Conti: “..Il Dottor Zero, una robina fatta così..” Discorso diametralmente opposto sul fronte dei doppiatori più giovani, che molto spesso partecipano ad eventi del settore come i convegni e le fiere del fumetto, e che dimostrano un atteggiamento più moderno e aperto se accostato al punto di vista dei loro predecessori.

Corrado Paganelli assieme al mitico
gruppo dei "Cavalieri del Re"
Corrado. Non è facile spiegare la “tecnica” per poter convincere un artista a concederti l’intervista. Tra i vari difetti che possiedo, mi viene spesso riconosciuta una dote nella quale mi ci ritrovo: la diplomazia. Credo sia una caratteristica non facile spiegare e non semplice da pianificare. O ce l’hai oppure affini altre “armi”. Cerco di spiegarmi meglio. Telefonare ad una persona, senza che questa sappia nulla di te, suscita una normale iniziale diffidenza, è umano. E’ il modo di porsi che fa la differenza, la gentilezza prima di tutto, mescolata alla giusta ma garbata perseveranza.
Quando abbiamo fatto le interviste per Star Blazers, alcune di queste barriere erano da tempo abbattute, in quanto i numeri telefonici mi venivano forniti da altri doppiatori i quali mi dicevano spesso e volentieri “di pure che il numero te l’ho dato io”, chiaro no? Nel caso di Ettore Conti, normale che il ricordo sia limitato, visto il personaggio di marginale importanza che doppiava, ma proprio per questo si traeva spunto per capire l’atmosfera in cui lavoravano. Tra tutti quelli intervistati ricordo nitidamente la nostra esperienza proprio con Ettore Conti: siamo andati a Milano a prenderlo e l’abbiamo portato a casa mia per intervistarlo in quanto non c’era un punto d’appoggio comodo a Milano. Sentirlo dal vivo pronunciare “Il mondo è mioooo!!!” come Dottor Zero dalla serie Fantaman, è stata un’emozione indescrivibile. In effetti era “roba da bambini” se ci pensiamo bene, ma è da intendere non in senso dispregiativo. Non possiamo pretendere che tutti i doppiatori abbiano il medesimo entusiasmo a partecipare ad eventi e fiere del fumetto, va rispettato anche chi preferisce evitarlo, ma non è detto che tutti siano stati invitati, se ci fai caso, quelli che partecipano son sempre quelli… Non so fino a che punto sia positivo, forse la colpa è anche di chi organizza gli eventi che non fa quel piccolo sforzo in più, anche di fantasia!

Milano. 11 Maggio 2003
La Notte delle Sigle III. Corrado Paganelli in compagnia di
 Flavio Sala, Fabrizio Mazzotta, Mauro Agnoli e Massimo Corizza.

Domanda. Oltre ai doppiatori apparsi nel video, ne avevi contattati altri? Cito qualche nome: Sonia Scotti, Cinzia de Carolis, Gabriele Carrara etc..che magari non hanno potuto o voluto rispondere all’appello.
Corrado. Alcuni non ricordo il motivo per il quale non sono stati intervistati
(pochi non hanno voluto e Carrara mi pare fosse uno di questi, ma è passato molto tempo!)

Domanda. Come li avete convinti a recitare le battute dei dialoghi della serie? Rodolfo Bianchi e Rino Bolognesi hanno declamato alcune battute degli episodi 23-24 della Serie 2 e Ettore Conti l’episodio 11 della serie 1 e alcune dell'episodio 25 della Serie 2.
Corrado. Convincerli a pronunciare le battute? Questa cosa l’abbiamo sempre lasciata alla fine delle interviste. E’ a quel punto che questi attori sono più sciolti e accondiscendenti nei nostri confronti.
Domanda. Mauro Agnoli che ha realizzato l’intervista a Giancarlo Trombetti, e con il quale tu e Flavio avete spesso collaborato, mi ha spiegato molto brevemente che un intervistatore preferisce rimanere un po’ in disparte quando pone delle domande, questo per lasciare pieno spazio all’intervistato, metodo che invece spesso e volentieri in tv non viene utilizzato, ho visto molte interviste fatte ad attori di cinema e televisione, ma, chi poneva i quesiti era quasi sempre presente  sullo schermo, che opinione hai in proposito?
Corrado. Potrei aggiungere che concordo appieno quanto riferito da Mauro Agnoli, al punto che nelle mie interviste, oltre ad essere in disparte, ho adottato una tecnica che addirittura fa sparire persino la mia voce. Se verifichi, potrai notare che la mia voce non si sente praticamente mai… L’ho fatto anche per rendere più fluido e gradevole il montaggio finale del lavoro.
Domanda. Un saluto ai fan di Star Blazers
Corrado. Un  abbraccio e un caro saluto a tutti i fan di Star Blazers. A presto!
Corrado.



L'intervista completa ai doppiatori di Star Blazers realizzata da Flavio Sala e Corrado Paganelli la trovate sulla pagina del sito dedicata al doppiaggio Italiano delle tre serie tv qui e sul canale YouTube di questo blog.qui


Intervista a Flavio Sala














Flavio Sala
E’ stato solo per un caso fortuito se all’inizio di Dicembre dello scorso anno ho avuto il piacere di fare la conoscenza di Flavio Sala. E’ stato lo stesso Flavio a trovare me quando verso la fine di Novembre aveva visto su YouTube il video dei doppiatori di Star Blazers da lui realizzato assieme a Corrado Paganelli, (il medesimo che è stato incorporato nel nostro blog) e che io avevo pubblicato in rete, ed è da allora che abbiamo iniziato a comunicare.
In realtà io e Flavio non ci siamo mai visti, le nostre vie di comunicazione sino ad oggi sono state i messaggi di posta elettronica e quelli sui social network.
Flavio Sala è una persona squisita, estremamente cortese e incredibilmente simpatica, dotata di un’ironia assai spiccata e di uno straordinario talento artistico, sia come attore e regista, come illustratore e come tecnico del video; in più è un estimatore entusiasta (come il sottoscritto) della saga di Star Blazers. 
Devo confessare che sono rimasto piacevolmente sorpreso quando mi ha contattato accettando poi di rilasciare questa intervista, da tempo speravo di trovare il modo di mettermi in contatto con chi aveva realizzato il meraviglioso incontro con i doppiatori italiani di Star Blazers per avere da loro notizie su quell’esperienza che io per primo avrei voluto fare.
Flavio e Corrado Paganelli hanno realizzato in un certo senso un sogno molto importante per me, avevo sempre desiderato vedere con i miei occhi i volti e ascoltare le voci dei doppiatori di Star Blazers mentre recitavano le battute dei dialoghi della serie, ma mi ero ormai rassegnato a non vedere mai realizzato questo mio desiderio. Il destino invece, ha voluto che almeno questa volta le mie aspettative non rimanessero deluse regalandomi l'ulteriore soddisfazione di scoprire che quella stessa intervista è uno dei post più seguiti del blog, che ad oggi ha raggiunto e oltrepassato le 700 visite.
Vi domanderete, così come me lo sono chiesto io: "Come è nata quella famosa intervista fatta ai doppiatori di Yamato-Star Blazers ?".
Flavio ha risposto a questa e ad altre domande..
Domanda: Flavio vuoi raccontaci di te, della tua vita e del tuo lavoro?
Flavio: Innanzitutto ciao a tutti i fan di Star Blazers! Mi chiamo Flavio e sono nato a Locarno, nella Svizzera Italiana nel 1974, ho studiato presso il Liceo artistico prima e presso l’Accademia di belle arti di Brera a Milano poi, specializzandomi nella caricatura e nel ritratto iperrealista. Come tesi finale all’accademia ho realizzato un lungometraggio (ho sempre avuto la passione per il cinema e assieme ad amici avevamo un gruppo con cui realizzavamo film amatoriali). Il film era una parodia di Dracula con musiche di Riccardo Zara, il mitico compositore di sigle di cartoni quali L’Uomo Tigre, Lady Oscar, Ransie ecc. http://it.groups.yahoo.com/group/ciaksigira/message/8368
(nota. Questo Film è una parodia che con qualche variante strizza l'occhio ai vecchi Dracula, (l'uso del bianco e nero le richiama) da Bela Lugosi a Cristopher Lee. Il regista, lo stesso Flavio Sala, che è anche l'attore principale, riesce a farti ridere per le varie smorfie e per il finale esilarante. In questa pellicola di 40 minuti, Flavio è circondato da un vero e proprio cast e realizza dei buoni effetti speciali, un discreto montaggio e si avvale della curata colonna sonora composta da Riccardo Zara. Il film narra la storia Peter Philip Attenball, [Pipino] un restauratore di Londra che per distruggere il Conte e liberare Margaret, sua assistente si avvale dell'aiuto di alcuni Frati. Naturalmente ne succedono di tutti i colori tra voli, colpi di Kung Fu e apparizioni di personaggi strani da Nosfigatus a Spock di "Star Trek").. ma riprendiamo..
Flavio: Subito dopo l’Accademia mi sono occupato dell’illustrazione di alcune copertine e della realizzazione di diversi backstage per l’allora Dvd Storm.
Fu un periodo molto bello che mi permise di conoscere un sacco di doppiatori delle serie che più avevo amato da piccolo (Star Blazers, Jeeg Robot, http://www.youtube.com/watch?v=hPGKNWZw0c0 Goldrake, Lupin ecc.)
Oggi lavoro presso la RadioTelevisione Svizzera di lingua Italiana (RSI) in qualità di attore e animatore radiofonico, la stessa rete che mandò in onda per prima Star Blazers nel 1980.


Realizzo sketch comici per la Rete Tre (il canale radio giovane della RSI http://it.wikipedia.org/wiki/RSI_Rete_Tre). In questo periodo è uscito un Dvd con degli sketch che narrano le vicissitudini di un frontaliere italiano (io) e un doganiere Svizzero (Paolo Guglielmoni), la serie ha avuto un grande successo, quindi questo per me è un periodo di grande fermento…
nota. "Frontaliers" è la serie umoristica ideata da Paolo Guglielmoni e Flavio Sala per la Rete Tre svizzera. Sono brevi episodi che hanno per protagonisti un frontaliere, Roberto Bussenghi da Usmate Carate che per recarsi sul proprio posto di lavoro a Lugano, deve tutte le mattine oltrepassare la dogana sorvegliata dal ligio e smemorato doganiere Bernasconi di Bizzarrone, tanto ligio al dovere da fermare ogni mattina "il Bussenghi" costringendolo ad aprire il bagagliaio, Bernasconi è coadiuvato dal collega un po’ sordo “Venturell” con il cane Rex. Di questi tempi fare della satira senza ledere la sensibilità altrui è una vera e propria impresa e la troupe di “Frontaliers” è riuscita nell’intento con grande maestria e simpatia.
La serie ha vinto il prix Suisse 2009 e il successo popolare che ha avuto dimostra che il premio è tutto meritato. Gli episodi hnno riscosso un tale successo che questo dvd è in vendita, ai valichi di Chiasso-Brogeda, Ponte Chiasso, Brusata-Bizzarone, Stabio-Gaggiolo, Gandria, Ponte Tresa e Madonna di Ponte.
(per altre informazioni sul programma tv Frontalieri cliccare qui) http://www.infoinsubria.com/2010/12/va-a-ruba-il-dvd-video-frontaliers-con-le-nuove-avventure-di-bussenghi-e-bernasconi/
Domanda: Quanto ha influito la tua passione per Yamato o per l’animazione in genere nella scelta di questa professione?

Una delle 6 copertine dei DVD Stormovie
realizzate da Flavio Sala
Flavio: Bé sul disegno direi molto visto che fin da piccolo i disegni raffiguranti l’Argo (Yamato) si sprecavano, Star Blazers è stata la serie che, assieme a Jeeg Robot d’acciaio, mi ha fatto appassionare al disegno e all’animazione giapponese, anche se negli anni mi sono poi specializzato nel ritratto iperrealista e nelle caricature cercando di non imitare il tratto tipico dei manga (non amo particolarmente i fumetti occidentali che cercano di imitare lo stile giapponese).
Però quando la Dvd Storm mi chiese di realizzare le illustrazioni per le copertine dei Dvd dedicati a diversi Anime, ne fui entusiasta… poter disegnare i miei beniamini che figata!!!
Realizzai così le copertine di Mazinga contro Goldrake, Goldrake l’invincibile, Goldrake addio, Jeeg Robot contro i mostri di roccia, Creamy (il box), Goldrake il box e la seconda serie di Star Blazers (anche se per quest’ultima i tempi di consegna erano strettissimi e non feci in tempo a realizzarle così come avrei voluto…sorry).
Domanda: Yamato-Star Blazers: qui in Italia sappiamo tutto di lei, com’ è ricordata invece dal pubblico Svizzero giacché sono tanti anni che non lo trasmettono più? E tu che ricordo ne hai?
Flavio: Diciamo che per noi in Ticino, Star Blazers è stato un po’come Goldrake per voi in Italia, fu il primo anime “serio” trasmesso dalla Televisione Svizzera (lo replicò pure successivamente) e, considerando che all’epoca c’era un solo canale di lingua italiana, divenne un fenomeno di massa. Tutti i bambini lo guardavano e anche parecchi adulti; io ne serbo un bellissimo ricordo anche perché lo guardavo con mia sorella, mio padre e spesso anche mia madre (lei non lo guardava sempre perché a quell’ora solitamente era indaffarata in cucina). Insomma era un appuntamento imperdibile per tutta la famiglia… i ragazzi della mia età se lo ricordano tutti! Mi rammento di quando mio padre arrivò a casa una sera con il 45 giri della sigla, ce l’ho ancora quel disco, oppure quando i miei genitori ci regalarono, a me e mia sorella, il librone (quello grosso grosso!) edito dalla Mondadori.

Uno dei personaggi che mi colpì maggiormente all’epoca fu il Supremo Desslock (scusate se non lo chiamo Dessler o Deslar, ma non ce la faccio, i nomi della mia infanzia erano quelli americani, allora ignoravo tutto della faccenda del cambio dei nomi, delle censure, dei rimontaggi ecc.) Il capo supremo di Gamilon, pur essendo un cattivo, aveva una dignità, un codice d’onore, insomma era un tipo veramente tosto, quando da piccoli si giocava a Star Blazers interpretavo sempre lui…una passione che mi è rimasta visto che poi mi feci fare da mia madre, che è sarta, il costume per il cosplay di Desslock.. foto ai lati (Ho pure vinto a una fiera tenutasi a Toulon, in Francia).
Domanda: Com’è nata la decisione di realizzare questa intervista e da chi ti è stata commissionata?
Flavio: L’intervista ai doppiatori di Star Blazers ci fu commissionata dalla Stormovie Dvd (all’epoca chiamata Dvd Storm)
Domanda: Quali special hai realizzato oltre a quello di Star Blazers?
Flavio: Il primo fu uno special su “I Cavalieri del Re” da inserire nel dvd del film di montaggio di Lady Oscar, poi ci fu quello su Goldrake (per i tre lungometraggi di montaggio italiano), quello su Jeeg Robot d’acciaio (sempre film di montaggio) ed infine quello su Lupin III e il castello di Cagliostro.
Realizzammo anche un’intervista a Bud Spencer che andò su diversi Dvd dei suoi film.

Così quando quelli della Stormovie decisero di editare in Dvd la terza serie di Star Blazers, ci dissero che avrebbero voluto mettere dei contributi speciali nell’edizione ( per la seconda serie non era stato fatto nulla, mentre nella prima erano presenti delle schede…) e quindi di realizzare delle interviste ai doppiatori, sia della Sincrovox, che avevano doppiato la prima e seconda serie, sia della Procida che doppiò la terza serie (che fu messa in onda con il titolo “Star Blazers seconda serie” come certo ricorderete, non essendo divise le prime due ).
Domanda: Come avvengono queste interviste? Prendevate contatto voi con i doppiatori tramite telefono concordandovi poi per un appuntamento in un luogo prestabilito o tutto avveniva in un momento libero? L’intervista a Rodolfo Bianchi si è svolta all’aperto, come mai?
Flavio: Per quanto riguarda gli special di Star Blazers ci dividemmo in due gruppi: Mauro Agnoli realizzò lo special sulla sigla italiana con intervista a Trombetti, mentre Corrado Paganelli prese contatto telefonicamente con i doppiatori della serie e si accordò con loro per le interviste in un luogo prestabilito.
Come per gli special di cui ci eravamo occupati in precedenza il problema era raggruppare su un week end la maggior parte di doppiatori disponibili e dato che Corrado Paganelli abita nel Bergamasco, io vicino a Bellinzona nella Svizzera Italiana, Mauro Agnoli a Piacenza…diciamo che per noi Roma non è proprio dietro l’angolo, in più il resto della settimana ognuno di noi era occupato con il lavoro “vero”.
Fummo fortunati: quasi tutti i doppiatori contattati diedero la loro disponibilità alle interviste, gli orari fissati più o meno combaciavano (solitamente le interviste venivano realizzate a casa dei doppiatori stessi, tranne Rodolfo Bianchi che si trovava vicino alla zona dove intervistammo Paolo Turco e preferì realizzare l’intervista sul momento all’aperto).
È doveroso aggiungere che i doppiatori sono sempre stati estremamente disponibili e non hanno mai chiesto dei compensi economici per le loro prestazioni.
Gli appuntamenti furono organizzati tra sabato mattina e domenica pomeriggio. Partimmo per Roma venerdì notte e verso le nove di sabato mattina arrivammo nella capitale, primo appuntamento Paolo Turco, la voce di Derek Wildstar nella terza serie, seguito dall’intervista per strada del grande Rodolfo Bianchi (the original Wildstar ) http://www.rodolfobianchi.com/ e poi verso il tardo pomeriggio ci recammo a casa di Rino Bolognesi (il “boss” della Sincrovox e doppiatore di Desslock, Sandor e della voce narrante nelle prime due serie). Oltre che a regalarci una bellissima intervista, Bolognesi, ci mise in contatto con il direttore del doppiaggio della serie Giorgio Favretto. (per vedere l'intervista a Rino Bolognesi su Youtube, cliccare qui: http://www.youtube.com/watch?v=4j08LH3WE4k)

Giorgio Favretto
Giorgio Favretto si mise volentieri a disposizione per un’intervista a casa sua il giorno successivo. All’epoca di Star Blazers si doppiavano tantissimi cartoni giapponesi e spesso i doppiatori si trovavano a interpretare un personaggio nel turno della mattina, un altro in quello del pomeriggio ecc.
Per questo spesso i doppiatori, soprattutto a distanza di anni, non ricordano di aver doppiato serie che per noi fans sono invece mitiche e assolutamente legate alle loro voci. Favretto invece, avendo adattato i dialoghi e diretto il doppiaggio di Star Blazers (oltre ad aver dato la voce a Mark Venture in tutte tre le serie, al narratore nella terza serie, al generale Dagon e altri personaggi secondari) ne conservava un ricordo più lucido, rispetto ai suoi colleghi doppiatori. Così in sede di montaggio decisi che la sua narrazione avrebbe fatto da anello di congiunzione con i racconti degli altri doppiatori.
Non mi sembrava vero che egli si ricordasse esattamente i nomi dei personaggi della saga, così come la trama delle tre serie. Congedatici da lui ritornammo a casa con le nostre preziose interviste, mancava ancora all’appello Ettore Conti (la voce del mitico dott. Sane, oltre del colonello Ganz, del comandante della difesa terrestre, del generale Dair dell’impero della cometa ecc.), che ci rilasciò una bellissima intervista qualche settimana più tardi dato che in quel periodo si trovava per una serie di spettacoli al Piccolo di Milano.
Domanda: Le tue impressioni sui doppiatori: Come vi hanno accolti? Com’è il loro rapporto con i giornalisti e con la stampa? Sono stati cordiali con voi? Ho percepito un particolare entusiasmo e un certo orgoglio nella voce di Giorgio Favretto mentre ricordava la serie di Star Blazers, e questo mi ha fatto molto piacere, il ricordo di Rodolfo Bianchi e Rino Bolognesi mi è sembrato piuttosto tiepido e lontano, com’è il loro rapporto con i cartoni animati?

Flavio: Come già detto in precedenza, i doppiatori ci hanno accolto tutti con grande cordialità, simpatia e disponibilità, con alcuni di loro siamo ancora in contatto oggi e quando passiamo da Roma ci si incontra per fare quattro chiacchiere.
Personalmente ho un bel ricordo di quel periodo, ovviamente, come ho già detto, da fans si spera sempre che il doppiatore che ha dato la voce a qualche personaggio per noi mitico si ricordi di averlo doppiato, ma purtroppo non è sempre così per via della enorme quantità di cartoni a cui questi grandi artisti hanno dato voce. Effettivamente il ricordo di Bianchi e Bolognesi era molto più sbiadito rispetto a quello di Favretto, ma ciò non toglie che gli aneddoti narrati da ognuno di loro siano comunque una grande testimonianza, sia della loro carriera, sia di una serie come Star Blazers che rischiava di perdersi nel marasma degli innumerevoli anime doppiati in quegli anni.
Un’altra cosa che ho notato con piacere è che i doppiatori non considerano il doppiaggio dei cartoni animati un doppiaggio di serie b rispetto ai film, anzi spesso il cartone richiede un impegno maggiore, una forte caratterizzazione, un tono di voce particolare… insomma ci mettevano tutto il loro impegno nel doppiare un disegno animato (oggi spesso non è più così, avete presente i ridoppiaggi? Sono senz’anima…io ho il terrore di un ridoppiaggio di Star Blazers, anche se magari più fedele all’originale e senza le censure americane) e anche se oggi Bolognesi magari non ricorda esattamente di aver doppiato Desslock, questo non importa, quando lo ha fatto ci credeva eccome e lo ha interpretato magistralmente.
Domanda: leggendo il post del blog dello scorso Dicembre, saprai che Yamato sta per tornare con una nuova serie tv e un nuovo film di animazione, da fan, cosa ne pensi di un ritorno di Star Blazers sugli schermi dopo tanto tempo?
Flavio: Diciamo che sono per certi versi un nostalgico e sono legato alle serie della mia infanzia (per me le prime due serie di Star Blazers restano dei capolavori). Non amo per niente il character design del nuovo film d’animazione: Yamato la Rinascita (Uchū Senkan Yamato: Fukkatsuhen) e la computer grafica di cui ormai pare che i giapponesi e i cartoni in generale non riescano più a fare a meno.
Dal punto di vista dell’animazione il migliore è senza dubbio Yamato Battaglia Finale (Uchû Senkan Yamato: Kanketsuhen ) disegni bellissimi e tratto che ricorda il character di Matsumoto e della serie in generale, anche se la trama cominciava ad essere un po’ ripetitiva e a“fare acqua” (perdonami il gioco di parole). In Yamato la Rinascita, invece di tutto ciò non vi è più traccia, cosi come in Yamato 2520.
Il mio sogno sarebbe di vedere un’animazione della qualità odierna con i bellissimi disegni delle serie passate (Miyazaki ci dimostra che questo è ancora possibile).
Per quanto riguarda il Live-Movie sono curiosissimo, ma mi sforzo di non crearmi aspettative per non rimanere deluso…
Domanda: I progetti futuri per il tuo lavoro
Flavio: Per quanto concerne il lavoro di animatore-attore alla Radio e alla Televisione Svizzera tutto procede a gonfie vele.
Per quanto riguarda Star Blazers sto lavorando a un progetto top secret!!! ma che spero di poter condividere presto con i fan di questa mitica serie su questo fantastico blog!
Un Abbraccio e un saluto a tutti e ancora grazie.
Flavio.



Nel video, uno degli spassosissimi sketch di Fontaliers





Il Film Pilota del 1974








Titolo originale Uchū Senkan Yamato Pilot Movie
Produzione: Yoshinobu Nishizaki Office Academy nel reparto Sakuradai di Tokyo.
Regia e adattamento: Nobuhiro Okaseko
Animazione: Toyoo Ashida, Kazuhiko Udagawa, Takao Ogawa, Seiichi Nodate, Kouzou Masanobu
storyboard: Nobuhiro Okaseko, Leiji Matsumoto
1ª proiezione: Settembre 1974
Durata 10 minuti







Con l'arrivo dello sponsor e dell'emittente tv, alla fine di Maggio del 1974 si predispongono i piani per la progettazione del film pilota da realizzare negli studi dell’Academy a Nerima, poiché le trattative con la rete TV Yomiuri si avviavano verso una conclusione. Yoshinobu Nishizaki aveva deciso che il principale obiettivo di quell’estate sarebbe stato la produzione di dieci minuti di animazione per un film pilota-presentazione della serie: fine principale del film, far conoscere al pubblico la nascita della nuova casa di produzione e dimostrare a tutti, emittenti, licenziatari, pubblicitari, ecc, che uno studio ancora sconosciuto come l’Academy sarebbe stata in grado di produrre un programma fresco e competitivo. Tuttavia aveva anche un'altra funzione altrettanto importante: doveva essere utilizzato come il materiale di riferimento ideale per l'applicazione del copyright.
La produzione per il film pilota è iniziata e Nishizaki sceglie come Character Designer e direttore, il veterano Nobuhiro Okaseko, figura già nota agli studi della Toei Animation e della Mushi Pro Studio di Osamu Tezuka. Okaseko aveva già lavorato in Toei su Cutie Honey e prima ancora su Mighty Atom, la prima serie di Lupin III, e per Miyazaki e per la NHK Conan il ragazzo del futuro e in seguito su "Capitan Tsubasa".
Leiji Matsumoto aveva già steso alcuni dei progetti per i volti da assegnare ai nuovi personaggi da lui stesso ideati, ma purtroppo per lui, Okaseko aveva giudicato il tratto di quei disegni troppo stravagante per essere applicato all’animazione, (dell’idea contraria era invece lo stesso Matsumoto che negli anni a venire avrebbe fatto di quella stravaganza la sua riconoscibile firma). Inoltre vi era da considerare che sarebbe stato necessario richiedere all'intero staff di imparare a disegnare come Matsumoto, cosa che avrebbe comportato un conseguente dispendio di tempo.

Alcuni cell di animazione utilizzati per la realizzazione delle scene del film

Per rendere più semplice la realizzazione della serie si pensò quindi di reinterpretare lo stile tozzo e deforme di Matsumoto accostandolo a quello di Okaseko e di Yoshikazu Yasuhiko intento anch'egli in quei giorni a stendere gli storyboard per gli episodi della serie.
Questa decisione fu un boccone amaro da inghiottire per Matsumoto, che alla fine dovette accontentarsi di vedere lasciati inalterati rispetto alle bozze iniziali solo il dottor Sado, Analyzer e Starsha.
Per il doppiaggio del cortometraggio si scelse di assegnare la narrazione degli eventi a due soli artisti: Goro Naya, cui sarebbe stata affidata in seguito la parte del capitano Okita e Michiko Harai. Naya era già famoso in patria per aver doppiato l’ispettore Zenigata in Lupin III, Leonard Dawson in Golgo 13, e il narratore nella serie del 1974 di Casshan, mentre per interpretare Starsha fu scelta Michiko Harai che per anni aveva doppiato la piccola Sally in, Sally la maga.
Il film, della durata di 10 minuti, è completato nel mese di agosto 1974 e almeno nove copie sono distribuite alle parti interessate. La pellicola tuttavia presenta delle notevoli variazioni nel design e nei suoni se confrontati con quelli impiegati poi nella produzione effettiva, variazioni e differenze che si possono facilmente riscontrare sin dall'inizio del cortometraggio.






Discrepanze con la Serie TV





Quando si disegna un film pilota, difficilmente ciò che crea troverà riscontri effettivi nella successiva versione televisiva, perché in un caso o nell’altro, qualche dettaglio viene sempre modificato e migliorato. Ne sono un esempio il film pilota di Lupin III e quello di Ufo Robot Grendizer, differenti nel tratto dei protagonisti (soprattutto quello del robot della Toei) e nella sceneggiatura. Nel cortometraggio di Yamato è accaduta la stessa cosa.
Vediamo.
Nel film pilota, ci vengano mostrate alcune sequenze della battaglia tra la flotta di Gamilas e quella terrestre.
I più attenti si saranno certamente accorti che il suono dei cannoni della flotta di Dessler mentre attaccano sono differenti, inoltre in questo film  è presente l’intera sequenza della capsula di salvataggio dell’astronave di Sasha che, abbandonata la nave in fase di esplosione, vediamo schiantarsi rovinosamente sulla superficie di Marte. (scena omessa nella serie tv).  Ad appurare i fatti di ciò che è accaduto a poca distanza dalla base terrestre del pianeta rosso, sopraggiungono due uomini che indossano tute spaziali (probabilmente Kodai e Shima) differenti sia nel design, sia nella colorazione se confrontate con quelle definitive mostrate nell’episodio 1.
All’esterno della capsula e riversa a terra morente, troviamo Sasha, scalza e con indosso un abito semi trasparente mentre tra le mani stringe una variante della capsula messaggio della versione televisiva.
Anche il primo piano della donna ci mostra una modificazione del suo viso, che non sembra essere lo stesso della serie tv.
Il congegno alieno è quindi inserito nel super computer della base EDF giapponese. Mentre si osserva la figura non definita e si odono le parole della regina di Iscandar, (doppiata da Michiko Harai che l’avrebbe doppiata anche nella serie tv) si può notare che il design e il colore del vestito (notoriamente azzurro) di Starsha sono differenti.
Improvvisamente si ode un fragore nel deserto: la carcassa della vecchia Yamato si frantuma in mille pezzi mentre quella della nuova corazzata spaziale riemerge prepotente dal terreno.
Riemersa in superficie, e accompagnata dalle note di 2001 Odissea nello Spazio, la nave ci mostra le sue nuovissime e potenti armi; anche qui vi sono delle variazioni rispetto a quelle definitive, i missili lanciati dalle batterie principali della Yamato hanno un suono, un effetto e un colore differenti da quelli impiegati in seguito.
La stessa cosa accade per il colpo sparato dal cannone a onde moventi che mostra un effetto visivo e sonoro approssimativo e non ben definito.










La Base Musicale








Poiché Hiroshi Miyagawa non aveva ancora composto alcuna colonna sonora, per il tema principale del cortometraggio (almeno nella sua prima distribuzione) fu utilizzata una versione in chiave jazz del famoso brano di Richard Strauss: "Così parlò Zarathustra", una trasposizione tutta riarrangiata dal pluripremiato Eumir Deodato de Almeida, il famoso compositore e arrangiatore brasiliano. http://it.wikipedia.org/wiki/Eumir_Deodato. Gli appassionati del cinema di fantascienza ricorderanno il titolo e le note di questo brano nel film: 2001 Odissea nello spazio.
Nella pellicola americana questo brano venne inserito nei punti di svolta più importanti della storia, come il momento in cui Guarda-La-Luna inizia a mettere a frutto gli insegnamenti del Monolito, impugnando un osso e comprendendo di avere tra le mani un'arma per procurasi da mangiare e per sopraffare i nemici, oppure quando David Bowman, sempre per mezzo del Monolito, si trasfigura in un essere nuovo, il Bambino delle Stelle.
Non sappiamo per quale motivo Nishizaki avesse scelto proprio questo brano per accompagnare la trasformazione della Yamato in astronave; nella sua scelta è però evidente il richiamo all'opera di fantascienza più famosa del cinema mondiale di allora, ( il film di Stanley Kubrick del 1968) quindi, quale pezzo più indicato per sottolineare la rinascita della gloriosa corazzata, che da “semplice” nave da battaglia, diventava una super corazzata spaziale?
La scelta di questo brano probabilmente non è casuale: per un altro motivo, il poema sinfonico di Richard Strauss è ispirato all'omonima opera di Friedrich Nietzsche, nella quale si narra la discesa del profeta Zoroastro tra gli uomini per insegnare loro a divenire esseri liberi dai propri limiti. L’analogia potrebbe riguardare anche Yamato con la discesa della principessa Sasha di Iscandar sulla Terra che, con il messaggio della sorella Starsha, porta una speranza di libertà dal dominio e dagli stermini prodotti dalle bombe di Gamilas.
È quindi probabile che si volesse evocare un'analogia con il poema originale imperniando in questa nuova reinterpretazione dell'opera di Strauss, le figure di Starsha, della Yamato, (fulcro centrale per la rinascita della Terra) e dell’intero genere umano del 23° secolo.

note e curiosità. Il brano di Richard Strauss reinterpretato da Deodato vinse il Grammy Award for Best Pop Instrumental Performance nel 1973 piazzandosi al secondo posto nelle classifiche pop degli USA, al terzo posto in Canada, e al settimo nel Regno Unito.
Venne usato successivamente nel film del 1979 Oltre il giardino, con Peter Sellers e Shirley Maclaine.
Esiste anche una cover estesa che la rock band Phish esegue dal vivo, ed è inclusa in diversi dischi live del gruppo.




Home Video



La prima volta che il film pilota ha fatto la sua apparizione nelle case del pubblico nipponico è stato nel 1983 nel formato VHS inserito in coda agli episodi della Serie 1 poi nel Box versione LD del 1991 e in ultimo nel cofanetto dei dvd del 2006. Le versioni VHS e LD del film pilota rilasciate assieme agli episodi della Serie 1, sono le uniche che hanno la base musicale originale di Deodato, mentre quelle presenti nelle successive versioni in DVD dispongono di una base musicale totalmente differente.
Il cambiamento è stato imposto dalla Sony Entertainment che detiene i diritti d’autore per il brano; non conosco esattamente il motivo per cui il pezzo sia stato sostituito; certo è che nella sequenza del film, quando cioè la Yamato si disincaglia dal terreno per decollare, è accompagnata ora da due brani della serie tv scritte dal maestro Miyagawa.

nota: il film con il relativo audio presentato qui è quello originale estratto dal mio box di Laser Disc del 1991.




Nel video, il film pilota-presentazione della serie del 1974

In questo video, il brano musicale: "Così parlò Zarathustra" nella versione utilizzata per 2001 Odissea nello Spazio e per il Film Pilota di Yamato





La Pre-Produzione della Serie 1












Come illustrato nei due precedenti post dedicati alla nascita di Yamato, si ricorderà che il nucleo stesso del progetto è venuto dalle idee originali e dalla passione del produttore per la fantascienza.
Nella sua infanzia e nella successiva gioventù, Nishizaki aveva avuto modo modo di leggere molte opere di letteratura dedicate all’universo delle navi spaziali, quelle che, armate fino ai denti, si fronteggiano nello spazio per le più svariate motivazioni, (come nelle opere dei grandi scrittori occidentali tra cui Asimov, Heinlein, Blish e molti altri) ma riteneva con cognizione di causa di essere stato il primo a considerare l’ipotesi di trasformare una nave marittima in un mezzo spaziale.
Nel 1974, decise che era giunto il momento di mostrare al pubblico questa sua trovata: volle quindi che la produzione effettiva della sua idea prenda vita al più presto.
Ciò che faceva di Nishizaki una persona particolare era la sua propensione ad andare controcorrente, a voler ricercare per forza uno stereotipo che uscisse dagli schemi convenzionali tipici degli Anime dei primi anni 70 saturi di serie sportive dedicate al baseball o alla lotta libera.
La sua era una tipologia di pensiero piuttosta bizzarra, rischiosa e azzardata in un mondo ancora impreparato ad accettare una serie di animazione o di un programa di fantascienza adulto come quella che lui aveva in mente.
Ci avevano già provato Go Nagai, Mitsuteru Yokoyama e Osamu Tezuka ad uscire dagli schemi convenzionali propri dei terebi-manga per bambini presentando al pubblico titoli forti come "Cutey Honey" e "Fushigi na Merumo" e il nostro super produttore pensava che fosse giunto il tempo di uscire allo scoperto, di dare una spallata alle vecchie tematiche e offrire finalmente al pubblico qualcosa di assolutamente innovativo. 
Ad aiutarlo a realizzare questo suo sogno sarebbe stata una particolare metodologia di lavoro differente da quella classica. La sua visione di una nave che viaggiava nello spazio era accompagnata da qualcosa in più che dalle semplici immagini che scaturivano dalla sua fantasia, Nishizaki lasciava, infatti, che esse fossero accompagnate dall’interazione tra queste e la musica, il giusto connubio che lui riteneva essere come il collante che teneva insieme tutta la storia, un metodo che aveva iniziato ad esercitare fin da piccolo ascoltando tutte le forme di musica, leggendo manga e guardando le opere d'arte, tutte esperienze che con gli anni avrebbero contribuito a formare la persona che era.
Nishizaki era una persona che sapeva valutare bene la musica e le sue potenzialità, un dono che aveva affinato nell'arco di tutta la sua vita grazie ad un lavoro che gli aveva permesso di visitare molte parti del mondo e di interagire con il grande pubblico. Si era recato in occidente per lavorare con artisti dell'Europa orientale occupandosi di generi che spaziavano dal balletto sovietico a quello dei danzatori di Pechino. Era stato manager per un gruppo musicale producendo oltre 260 tra concerti, commedie e musical, imparando così con il tempo a capire e dar vita alla musica.
L'amore per la musica, per la fantascienza e per le grandi opere, gli avevano permesso di acquisire una certa sensibilità verso le opere classiche della letteratura, quindi, oltre a sognare grandi e potenti navi solcare lo spazio, Nishizaki includeva nella sua fantasia anche una tipologia di vascello più antica, poetica e leggendaria, una diversa dalle precedenti già menzionate, una nave che da tempi immemori era stata la protagonista di tante storie avvincenti del passato, una che, a dire il vero, poco o nulla aveva a che fare con i viaggi spaziali: si trattava del veliero, un’idea bizzarra che avrebbe avuto modo di portare in animazione solo nella seconda metà degli anni '80 quando avrebbe dato vita a Odin il veliero dello spazio.
Il concetto di nave da battaglia spaziale pensata sul modello di quelle della seconda guerra mondiale affondata nell'oceano (la Yamato), sarebbe invece stata presa in considerazione solo molto più tardi con l’arrivo di Leiji Matsumoto e della sua profonda conoscenza delle grandi navi da guerra e degli aerei da combattimento tipici del 20° secolo.


Un esempio dell'arte di Matsumoto di rappresentare le figure femminili:
4 bellissime illustrazioni tratte dal libro: Leiji Matsumoto's Fantastic World del 1978

Nishizaki era rimasto particolarmente impressionato dalle fantastiche immagini che fluivano dalla penna di Matsumoto e che si imprimevano sul foglio di carta; sembrava che l'autore componesse musica anzichè disegnare. Questo modo di intendere l’arte grafica e quella musicale viste congiuntamente dal produttore si sarebbe riscontrato nella determinazione di Nishizaki di scegliere proprio lui come direttore artistico di Yamato.
Anche se non aveva molta simpatia per la caratterizzazione grafica impressa ai suoi personaggi maschili, (non era il solo...) i disegni dei personaggi femminili invece gli ispiravano armonia e si amalgamavano perfettamente con i suoi progetti.
Molto probabilmente Yamato avrebbe avuto un “sapore” diverso se, dopo aver finito la prima versione della trama, Nishizaki avesse avuto la collaborazione di altri artisti come Kenji Yoshitani anzichè quella di Matsumoto.
Nishizaki era andato nel suo studio a Mejiro, ma come accennato nel precedente post, Yoshitani aveva rifiutato l’offerta perché troppo impegnato con altri programmi.
La seconda persona presa in considerazione era stata quindi Leiji Matsumoto, un autore ancora semi sconosciuto al grande pubblico.


Come accennato prima, i suoi disegni di Meccatronica (quelli di Mecha Design...per intenderci...), erano di uno stile completamente nuovo a cui nessuna produzione di fantascienza si era ancora minimamente avvicinata, e tali peculiarità erano appunto quelle che Nishizaki voleva per conferire un tocco di innovazione e riconoscibilità a Yamato; le sue illustrazioni di donne fluttuanti sullo sfondo dello spazio (Starsha prima e Tèresa dopo) erano perfette per il progetto che il super produttore aveva in mente.
Quando, alle porte dell'estate del 1974, Nishizaki assume Matsumoto come direttore artistico, gli fa realizzare tutta una gamma di character design, mecha design da scegliere per l anime, tutte illustrazioni che il super produttore non poteva che definire delle vere e proprie opere d’arte.

Adesso facciamo un passo indietro...
Nella primavera del 1973, cioè quasi un anno prima della partecipazione di Matsumoto nel progetto di Yamato, Nishizaki prepara un libro presentazione di Yamato da mostrare agli sponsor, alle agenzie pubblicitarie, agli studi di produzione e alle emittenti tv del Paese.
Alla fine dell'estate del 1973, un libro di 45 pagine in una tiratura approssimativa di 80 copie, con la presentazione scritta da Eichi Yamamoto contenente le illustrazioni di Kenichi Matsuzaki e di Kazuaki Saitou é consegnato dallo stesso Nishizaki a Tetsuo Sanmatsu, direttore dell'Agenzia Tokyu.
L ' intento di Nishizaki era quello di permettere alla Kansai di trasmettere Yamato in televisione ma, alla fine di Settembre di quello stesso anno, nessuna risposta era arrivata dalla rete televisiva.
Nel frattempo, Nishizaki presenta il suo progetto anche a Kenichi Nakamura e ad Akira Kinoshita, rispettivamente vice direttore e direttore commerciale della Dai-Ichi Comunicazioni, e alla Dai-Ichi pubblicitaria, le tre società avevano iniziato la ricerca di uno sponsor per la serie.
Dal momento che questo tardava ad arrivare, la Dai-Ichi Pubblicitaria si tirò fuori dal progetto di Yamato che sembrava stesse inevitabilmente per affondare.
Lo sponsor alla fine arriva, si tratta della S & B Alimentari, una società fondata nel 1923 (attiva ancora oggi) che ha il suo centro di raccolta, elaborazione e spedizione a Tsukuba. Si tratta di un consorzio legato alla produzione di puro curry in polvere made in Japan e di vari prodotti alimentari come peperoni, spezie e aglio molto quotati in Giappone ma, nonostante l’arrivo della S & B Inc, si affacciava prepotente un altro ostacolo da abbattere: dal momento che la Kansai Tv aveva declinato l’offerta di trasmettere la serie, rimaneva il problema di trovare un’altra emittente disponibile ad ospitare Yamato nel suo palinsesto.
Sarà la Dai-Ichi comunicazioni a sbrogliare la matassa aprendo, nel Maggio del 1974, i primi negoziati con la Yomiuri TV.

Il palazzo in cui ha sede
la Yomiuri TV
(nota: la Yomiuri Telecasting Corporation o più semplicemente ytv, chiamata anche Yomiuri TV, è l’emittente televisiva facente parte della 3N, ovvero la Nippon News Network (NNN) e la Nippon Television Network System nell' Osaka Business Park, fondata col nome di "Nuova Compagnia Televisiva Osaka Kabushiki Gaisha" il 13 febbraio 1958.
Il 1º agosto la Nuova Osaka TV venne rinominata"Yomiuri Telecasting Corporation e cominciò la programmazione il 28 agosto come prima stazione televisiva affiliata alla Nippon Television.)
Da quel momento in avanti la Dai-Ichi Comunicazioni diventerà l'agenzia esclusiva di Yamato.
Il mese successivo, Nishizaki fonda a Nerima la prima sede dell’Academy e inizia a cercare degli appaltatori con cui realizzare la serie: saranno scelte: lo Studio JA, Tiger Pro, Studio Mates, Anime Room, Sunrise Studio.
Agli studi dell'Academy giungono anche Noburo Ishiguro (per un lavoro limitato all'inizio...) e Matsumoto. L'autore prende visione del famoso libro di 45 pagine e, trovandolo insoddisfacente, comincia a scrivere la sua versione della storia, elimina tutti i personaggi creati dallo staff iniziando ad inserire poco per volta quelli ideati da lui, con il solito Capitan Harlock in prima fila.
La storia scritta da Matsumoto assomiglia grossomodo a quella che conosciamo; le differenze si riscontrano nella scelta dei nomi degli alieni, ancora denominati Rajendora, mentre in questa prima versione, Wildstar-Kodai è l’unico, dopo l’attacco al pianeta Marte (assalto assente nella Serie 1 e in Yamato 2199) a trovare il cadavere di Sasha sul terreno del pianeta rosso.
In questa prima bozza della storia, Kodai seppellisce con cura la donna aliena nelle sabbie di Marte (scena tralasciata invece negli episodi nell'anime) riportando la capsula sulla Terra.
Usando l'ultimo dei computer principali rimasti in Giappone, il messaggio viene decifrato. Esso rivela l'identità del nemico sconosciuto che ha devastato il mondo e indica il modo per raggiungere il pianeta Iscandar sul quale si trova l’unico dispositivo in grado di eliminare la radioattività dalla Terra.
Matsumoto osserva con attenzione le illustrazioni della Yamato precedentemente realizzata, ma propone di abbinare assieme al nome anche le fattezze (con le dovute modifiche) della nave affondata nel 1945 alla cui trasformazione inizia subito a lavorare.
A Matsumoto quindi va il merito, oltre di aver riesumato la corazzata nipponica, anche quello di aver inserito le figure femminili di Yuki, Starsha e Sasha all’interno della serie, figure totalmente assenti nelle precedenti scritture, troppo sovrappopolate di figure maschili.
Continua nel post successivo con  Il film pilota del 1974






1974 Reiji Matsumoto Entra Nello Staff di Yamato.













continua dal post precedente...
Il progetto di Yamato era stato finalmente presentato sotto forma di un volume illustrato con sceneggiatura, progetti e bozze, sia allo sponsor, sia alla Yomiuri tv all’inizio del 1974  (l’emittente si era impegnata a trasmettere la serie in televisione ad Ottobre).
Ora però era necessario scegliere lo staff più adatto. Nishizaki aveva inizialmente pensato che la Mushi Production e Yoshihiro Nozaki fossero rispettivamente il luogo e il consociato più adatti per realizzare la nuova serie. Purtroppo la Mushi Pro navigava già in cattive acque quando il progetto di Yamato è in fase di realizzazione (certamente di questo Nishizaki non era al corrente, nessuno parla volentieri di certe situazioni) fattosta che fallisce definitivamente un mese dopo la prima puntata della Serie 1 con debiti insoluti per un importo complessivo di 350 milioni di yen.

Nella primavera del 1974 Nishizaki prende contatto con Leiji Matsumoto per affidargli la conduzione di Yamato. Il produttore era rimasto affascinato dall’impronta caratteristica, innovativa e unica del suo mecha design e dal tratto unico e raffinato con cui rappresentava le figure femminili.
Con il suo manga Sexaroidinfo: qui  Matsumoto aveva conquistato la stima di Nishizaki che aveva deciso di averlo ad ogni costo nel suo staff di produzione.
Matsumoto disse a Nishizaki che avrebbe accettato l’offerta soltanto se avesse avuto il controllo effettivo della sceneggiatura e del design. Per lui era importante sentire Yamato come un’opera propria, solo così gli avrebbe dedicato tutte le sue energie e il suo entusiasmo.
Le conseguenze di una tale decisione avrebbero comportato la riscrittura di quasi tutto il lavoro che lui (Nishizaki), Toyota e Fujikawa avevano realizzato in un intero anno. Tanto lavoro e tanta passione solo per accettare le idee di Matsumoto, che forse avrebbero snaturato quel suo ideale di serie fantascientifica sognato fin da bambino. Era un rischio; Nishizaki rifiuta e Matsumoto quindi declina l'offerta.
Al superproduttore non resta quindi altro da fare che arrangiarsi con le proprie forze e decide di affidare all’amico e scrittore Eiichi Yamamoto la carica di direttore della serie, ma è qui però che le cose si complicano, perché pochi giorni prima, Yamamoto aveva accettato l'offerta di partecipare alla realizzazione di un film documentario.
E’ a questo punto che fa la sua comparsa quello che in seguito sarebbe diventato uno dei veterani della saga: Toshio Masuda, il famoso regista di Tora Tora Tora, è invitato dal produttore ad occuparsi della serie.
Masuda, pur se interessato, finisce per accettare un lavoro meno rischioso di una produzione come quella di Yamato della quale ancora non si conoscevano i risultati. Entrambi sarebbero poi ritornati da Nishizaki quando le cose per Yamato avrebbero poi cominciato ad andare per il meglio (...e poi dicono che Nishizaki era dispotico e pretenzioso...)
Scoraggiato dalla “ritirata strategica” dei due registi e sceneggiatori, al produttore non resta altra scelta che fare marcia indietro e tornare da Matsumoto. Oramai i contratti con lo sponsor e con la Yomiuri Tv erano stati firmati, e ritirarsi ora sarebbe stata, oltre che la rovina, anche un’insanabile perdita di credibilità.

Nishizaki accetta a malincuore le condizioni di Matsumoto e si attiva nel frattempo per affidare al maestro compositore Hiroshi Miyagawa il compito di occuparsi della base musicale della serie.
Ora che la squadra è al completo, Nishizaki e il suo staff possono programmare durata e numero degli episodi. Le bozze di ogni singolo passaggio sono presto completate e consegnate all’emittente. Questo però avviene senza il beneplacito della Yomiuri tv che, vedendosi recapitare uno sproposito di 51 puntate, frena l'entusiasmo del produttore suggerendogli invece di tagliare e ridurre il tutto a 39.
Il primo passo nel processo di riscrittura, quello nell’estate del 1974, è di ridurre il materiale proposto da Matsumoto (al quale in quei giorni si erano associati anche i redivivi Keisuke Fujikawa e Artsune Toyota) e portarlo ad un numero di script meno corposo.
Questi tagli e altri cambiamenti, seguiti da altri durante il primo mese di trasmissione, avrebbero trasformano in modo radicale l’idea impressa e voluta dal maestro.
Questa è stata anche la fase in cui molte delle teste dei generali gamilonesi sarebbero saltate (si fa per dire..) rispetto al progetto iniziale. Dei tanti protagonisti delle file nemiche, solo 5 avrebbero resistito all’inflessibile machete della Yomiuri tv: Desslok, Krypt, Talan, Lysis e Volgar e i due sventurati Gantz e Baine.








Qui di seguito una sintesi di tutti i 39 episodi sviluppata da Nishizaki, Matsumoto, Fujikawa e
Toyota.





E’ bene considerare che dal primo fino all’undicesimo episodio, di cambiamenti significativi non ve ne sono stati poi molti; le vere modifiche alla sceneggiatura iniziano dopo la distruzione del cannone Reflex su Plutone. Per via degli ascolti troppo bassi, la Yomiuri decide un ulteriore taglio delle puntate, che da 39 vengono portate a 26. Ecco a grandi linee come sarebbe andata la storia del viaggio verso Iscandar senza questa nuova decisione.
"Distrutto il cannone Reflex su Plutone e abbandonato il sistema solare, l'Argo è penetrata in territorio gamilonese. Questo ha avuto l’effetto di fare in modo che Desslok iniziasse seriamente a preoccuparsi di loro (mine spaziali, ectogas, stella rossa ecc.) Desslok considera ora più seriamente la questione e assegna così a Lysis (che appare già nell’episodio 12) il compito di fermare l'astonave terrestre.
Lysis non perde tempo e riesce a dirigere l’astronave in una zona impervia e soprannaturale dello spazio con lo scopo di bloccarla lì per sempre. Qui, però, una nave pirata non identificata appare improvvisamente dirigendo l'Argo verso una via di uscita.
Lysis attaccherà ancora i Guerrieri delle Stelle vicino alla costellazione di Orione.
Wildstar e Venture sono distratti dalla loro rivalità per Nova, mentre, nuovamente in difficoltà, l'Argo è soccorsa ancora una volta dalla misteriosa nave pirata. Incuriositi, Wildstar e Venture si prefiggono di scoprire la vera identità del pirata, qualificatosi come Capitan Harlock, che comanda la nave sconosciuta.
Mentre Lysis trama la sua prossima mossa, l’Argo si trova a dover fronteggiare gli effetti causati dall'esplosione di  una supernova collassata da poco e Wildstar e Venture, cooperano per fare in modo che la nave non rimanga coinvolta in effetti disastrosi. Giorni dopo, sulla loro strada appare un nuovo nemico: Volgar, rivale (non sottoposto) di Lysis e comandante delle forze gamilonesi nella Piccola Nube di Magellano, che con la sua flotta coinvolge l'Argo in una battaglia spaziale. Avatar farà il possibile per debellare la minaccia di Volgar e, grazie alla sua esperienza e al coraggio dei giovani Wildstar e Venture sconfiggerà Volgar che in seguito sarà ucciso dallo stesso Lysis.
La salute del capitano Avatar peggiora seriamente e tra i membri dell’equipaggio serpeggia il nervosismo. Wildstar comincia a vedere se stesso come un probabile sostituto dell' anziano capitano. L’Argo intanto è in rotta verso Balan quando una fortezza spaziale appare sulla sua strada.
Dopo settimane di viaggio, è raggiunta la base gamilonese sul pianeta Balan. All’astronave occorrono urgentemente dei rifornimenti, ma nelle intenzioni dell'equipaggio vi è anche quella di liberare gli schiavi presenti sul pianeta, questa decisione porterà inevitabilmente a far scattare la trappola di Lysis che si rivelerà un fallimento a causa di un piano architettato da Kript. Lysis è richiamato su Gamilon e questa fortunata occasione permette all’Argo di liberare i prigionieri e di fuggire da Balan (parte di questa idea sarà utilizzata sul pianeta Berth nella Serie III).
Rientrato a Gamilon, Lysis scopre che a farlo tornare non è stato Desslok, ma Kript, questo fa parte del suo piano per rovesciare Desslok! (anche questo sarà uno spunto per la Serie 2). 
Lysis è accusato d’incapacità ed è inviato dallo stesso Kript in una base sperduta della Piccola Nube Magellanica.


Sulla strada verso la Grande Nube Magellanica, l’Argo incappa inavvertitamente nelle conseguenze di un’anomalia nella strumentazione di bordo, per cui la nave è diretta irreversibilmente fuori rotta verso la Piccola Nube di Magellano, questo getta nello scompiglio l'equipaggio e le accuse sono pesanti, in particolare contro Venture.
Wildstar tenta di proteggerlo dalla loro ira, e mentre Orion richiede un cambiamento completo nella leadership della plancia di comando, gli altri dell'equipaggio disperano di raggiungere Iscandar in tempo. Nonostante le accuse rivolte contro Venture, sembra che Iscandar si trovi davvero nella Piccola Nube di Magellano. I Guerrieri delle Stelle sono confusi, tuttavia il timoniere dirige ugualmente verso di essa e la tensione comincia ad attenuarsi. Come l’Argo si avvicina, le letture iniziano a fluttuare e quando l’equipaggio scopre la verità, è ormai troppo tardi: il segnale è un falso, si tratta di una trappola studiata da Lysis; senza saperlo, i Guerrieri delle Stelle sono diretti dritti verso la sua base di comando.
Lysis contatta l’Argo sfidandola a una resa dei conti.
Posto dinanzi alle responsabilità del dovere, Wildstar chiede a Venture di porre fine alla loro rivalità (per Nova) e di collaborare per superare questa difficilissima crisi. La stessa Nova vede in Wildstar quelle qualità che lo renderanno adatto al comando e fa la sua scelta. I Guerrieri delle Stelle prevalgono in questa grande battaglia, (missile perforante e l'intrusione di un'assassina gamilonese salita a bordo della nave ecc...) ma seri dubbi circa l'individuazione di Iscandar sono più radicati che mai.
Su Gamilon, Lysis scopre il complotto per assassinare Desslok e si prepara per ostacolare l’attentato, ma quando Kript è informato dell’arrivo di Lysis, fa in modo che sia quest’ultimo ad essere additato come cospiratore.
Desslok scopre la verità sul complotto ordito da Kript e agisce di conseguenza.
Questi dissidi interni distolgono l'attenzione dall’Argo che ha così il tempo di riguadagnare il tempo perduto e ritrovare la corretta rotta per Iscandar, ma la tensione a bordo è di nuovo alta e sulla nave si scatena l’insano desiderio di ammutinamento.
Sarà nientemeno che il buon vecchio Orion a scatenare il germe della rivolta; tuttavia Wildstar riuscirà a contenere ogni tentativo di ammutinamento e a unire nuovamente l'equipaggio.

Come l’Argo attraversa il divario tra le 2 Nubi di Magellano, il capitano Avatar crolla definitivamente in un coma molto vicino alla morte, tanto vicino che il dottor Sane lo iberna in una capsula criogenica (quindi nessuno può dire che l’idea di riesumare il capitano Avatar nel film Battaglia Finale, sia una trovata dell’ultimo minuto). Wildstar, Venture e Nova uniscono le loro forze nel tentativo di guidare come meglio possono la nave.
Pochi giorni dopo l’Argo penetra nel Sistema Solare di Sanzar, quindi verso il loro obiettivo finale, ma diventa sempre più difficile stabilire l’esatta posizione di Iscandar. Come nella serie tv, anche qui, missili magnetici circondano l’Argo e finalmente si scopre che Gamilon è in realtà il pianeta gemello di Iscandar. L’equipaggio è disorientato e sospettoso.
Gamilon attacca immediatamente con tutte le sue forze e la nave è in sostanza immobilizzata. 
A peggiorare le cose, il cannone a onde moventi è danneggiato e non più utilizzabile. L’Argo si trova inspiegabilmente priva della sua arma offensiva più potente, ma i Guerrieri delle Stelle si ritrovano più uniti che mai in questa circostanza e combattono con la forza della disperazione, mentre ignaro di quanto sta accadendo, il capitano Avatar scivola lentamente sempre più verso la morte.

(nota. di fronte all'evidenza di questa sceneggiatura, Matsumoto non avrebbe dovuto dire, come invece farà in seguito in un' intervista: "..non pensavo che alla fine l'avrebbero fatto morire").

La battaglia s’intensifica e l'equipaggio inizia a dividersi: alcuni vorrebbero affrontare direttamente il quartier generale nemico, mentre altri parlano di rinunciare alla missione e trovare un altro pianeta sul quale vivere. È giunto il momento di nominare un nuovo leader e quella verso Wildstar è la scelta unanime.
Wildstar e Venture cessano tutte le loro controversie che finalmente sono messe da parte. Sanada completa la riparazione del cannone a onde moventi che nel frattempo è stato anche potenziato.
L’Argo ora dirige più compatta e unita che mai contro il cuore di Gamilon che risponde con tutta la sua potenza. L'equipaggio fa tutto quadrato attorno a Wildstar, che, con rinnovato spirito battagliero, guida ora l’astronave verso il compimento della sua missione. La prua dell’astronave è puntata dritta verso il quartier generale nemico, la flotta dell’impero è distrutta mentre l’Argo inizia un assalto diretto al pianeta. Gamilon è sconfitto dopo uno scontro durato ben 4 giorni. Desslok nel frattempo fugge da Gamilon.

nota. Capitan Harlock non è stato menzionato in questo episodio, ma quasi certamente Matsumoto aveva previsto una sua partecipazione all'attacco alla capitale gamilonese. Iscandar è alle porte, ma per i Guerrieri delle Stelle le difficoltà non sono finite, l’Argo, infatti, incontra un altro ostacolo imprevisto, una zona d’instabilità tra i pianeti gemelli che improvvisamente si apre in una spaccatura dimensionale.
La nave è attirata senza via di scampo verso l’interno della fenditura, ma Wildstar e il suo equipaggio non vogliono arrendersi proprio adesso che sono così vicini al loro obiettivo.
Sarà nuovamente Capitan Harlock a salvarli dalla fine. Mentre vola via nel mare dello spazio, Harlock ha finalmente svelato la sua identità: egli, infatti, non è altri che Alex Wildstar, il fratello maggiore di Derek.
Ora non ci sono altri ostacoli tra l’Argo e Iscandar.
Metà viaggio è stato compiuto, l’Argo può finalmente atterrare sul pianea di Starsha.
Come nella serie tv, Starsha li attende nel porto adiacente alla capitale. La regina incontra l’equipaggio terrestre e rimane sorpresa dalla somiglianza di Yuki con sua sorella Sasha (Astra).
La felicità per aver raggiunto Iscandar non impedisce però all’equipaggio dell’Argo di piangere la morte del capitano Avatar: l’anziano comandante è deceduto lo stesso giorno dell’arrivo dell’Argo sul pianeta di Starsha. Wildstar ora è a tutti gli effetti il capitano dell’Argo.
Ora lo attende il compito di riportare indenni sulla Terra sia l’equipaggio sia il prezioso dispositivo.
Starsha consegna loro il Cosmo Cleaner, ed esprimendo le sue più grandi speranze per il futuro della Terra, saluta l'astronave terrestre che decolla alla volta del sistema solare.
L'equipaggio lascia tristemente dietro di sé Iscandar che purtroppo ha i giorni contati.
Il viaggio di ritorno non ha conseguenze sfortunate; il dominio di Gamilon sulla galassia è totalmente debellato e, dopo mesi trascorsi nello spazio, l’Argo è di nuovo nel sistema solare.
Tuttavia vi è ancora un ostacolo imprevisto da affrontare: Desslok non è morto e da qualche tempo li aspetta al varco in prossimità della Terra. Il loro scontro finale si svolge in vista del pianeta morente, ma alla fine Desslok è ucciso.
L’Argo finalmente torna a casa, mentre il solitario Derek Wildstar, che nel viaggio di andata osservava tristemente lo schermo vuoto della sala comunicazioni, in questo viaggio di ritorno ha trovato in Nova una nuova famiglia.

nota. Questo finale che chiude la serie è stato in definitiva il terzo ad essere stato scritto, il primo dei due finali alternativi è stato poi inserito nel manga di Yamato dallo stesso Matsumoto, che davvero non ci stava a vedere escluso il suo Harlock dalla battaglia finale contro Desslok.

Primo Finale Alternativo: Di ritorno da Iscandar, Harlock si trova faccia a faccia con Desslok. I due si uccidono a vicenda mentre l’Argo torna sana e salva sulla Terra. In entrambi i casi, il viaggio termina con la missione compiuta.

nota. Naturalmente nel manga di Matsumoto, Harlock non muore, ma prosegue il suo viaggio in attesa di ...nuove avventure..

nota personale. Premetto che chi scrive non ha assolutamente nulla contro Capitan Harlock, gli anime realizzati su questo straordinario personaggio di Matsumoto piacciono molto anche a me, sopratutto SSX del 1982, tuttavia avrei alcune considerazioni da fare in merito alle numerose intromissioni del pirata spaziale all’interno della sceneggiatura, che oltre ad essere troppe, sono anche inopportune e poco credibili; la Yamato infatti viene spesso soccorsa da una misteriosa nave chiamata Deathshadow o Ombra di Morte comandata dal famoso pirata, che sembra prendere possesso della storia diventandone il vero protagonista.
Non me ne vogliano gli entusiasti di Capitan Harlock, ma tutto questo accento posto sul personaggio preferito di Matsumoto, che da solo prende il controllo della situazione, è quanto meno irragionevole ed esagerato.
In questa sceneggiatura la Yamato diviene una nave comprimaria, una nave che, incapace di cavarsela da sola, ha costantemente bisogno dell’appoggio di un vascello molto più piccolo, meno equipaggiato e dell'esperienza di un comandante che certamente è inferiore a quella di Avatar; non dimentichiamo inoltre che questo Harlock NON È quello della serie tv del 1978/82, ma si tratta dello stesso Alex Wildstar che, sconfitto su Plutone pochi mesi prima, ora dal nulla arriva addirittura a vincere Desslok.
Potrà sembrare complicato, ma nemmeno Alex Wildstar è il vero Capitan Harlock poichè il primo manga del pirata spaziale è stato scritto parecchio tempo prima di questa sceneggiatura di Yamato, tuttavia gli è stata attribuita l'identità del fratello di Derek Wildstar solo per dargli attinenza con la serie.

Secondo Finale Alternativo: in un'altra sceneggiatura scritta prima di quella effettiva leggiamo: Il Deathshadow si frappone nella battaglia tra Dessler e la Yamato intricando le cose. La strategia offensiva di Dessler è sventata da quella del pirata (e come? Con un duello con la spada e armi laser tra Harlock e Dessler?) mentre alla fine del combattimento la nave del Supremo viene distrutta dal cannone a onde moventi della Yamato. La maggior parte dell'equipaggio del danneggiato Deathshadow è ferito o ucciso.

A questo punto è come se si santificassero i membri dell’equipaggio della Deathshadow, che poveretti, sono morti per soccorrere una nave notevolmente più potente della loro e che non è riuscita da sola a sconfiggere Dessler.
A questa umiliazione si aggiunge anche la beffa: Derek Wildstar offre di trasferire l'equipaggio dell’Ombra di Morte sulla Yamato, ma Capitan Harlock, troppo orgoglioso (o sciocco) ridendo rifiuta incitando invece il ragazzo a soccorrere la Terra.
L'apice della stupidità di quella scrittura è raggiunto quando IQ9 legge un manga (sì un manga..) trovato a bordo di Ombra di Morte, ovvero: La storia di Capitan Harlock.
Che sia stato l’alter ego di Matsumoto imbarcato a bordo della Deathshadow a disegnare quel manga? Definire grottesco tutto questo è il meno che si possa dire; vi sarebbero altri termini per definire questa sceneggiatura ma non mi sembra il caso di infierire ulteriormente.
Sorgerebbero anche altre logiche domande riguardo ad Alex/Harlock che meriterebbero delle risposte:
-dove si sarebbe procurato Alex questo nuovo vascello dal momento che lo Yukikaze o (Paladin) si trova su Titano?
-chi gliel’avrebbe costruito? Tochiro Oyama?
-di quale potente motore dispone questo vascello da permettergli al pari della Yamato, di attraversare la galassia?
-dove avrebbe accumulato questo Alex Wildstar, in pochi mesi, tanta esperienza strategica e un'audacia tanto forti da permettergli di frapporsi fra l’Argo e Gamilon?
Personalmente non avrei mai inserito nella produzione questo personaggio, che non ha nulla a che vedere con l’universo di Yamato, soltanto perché è il mio preferito...e poi c'è ancora chi si stupisce dell’astio nato tra Nishizaki e Matsumoto..







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