Dedicato alla memoria di Yoshinobu Nishizaki


Battaglia Finale. Da 35 a 70mm. Parte 1








nota. Le immagini presentate in questi articoli sono state estratte dalla rarissima VHS del film versione 1983 e dal Laser Disc di Yamato Battaglia Finale versione 1993 e dai Roman Album: Final Yamato This is Animation The Select No. 2 e 4 e dal Super Delux di Final Yamato della W.C.C



Yamato Kanketsu hen era stato mostrato al pubblico giapponese, seppur con riluttanza dallo stesso Nishizaki, il 19 marzo del 1983. Si era fatto il possibile per non lasciare che la sua apparizione nei cinema passasse troppo sotto silenzio, ma non si volle replicare la faraonica campagna pubblicitaria fatta per Yamato per sempre; una spesa del genere per questo ultimo film era decisamente fuori discussione. L’era di Yamato era prossima al tracollo e gli ultimi risultati ottenuti con la serie III non lasciavano sperare per il meglio. Persino la classica notte-radio con il drama del film interpretato dai protagonisti, che di solito si teneva la notte precedente l’uscita del film nelle sale, fu anticipata a Gennaio. Possiamo dire che fu un bene anticipare quell’evento, anche perché Nishizaki non sarebbe stato presente quella notte, troppo occupato com’era a sistemare la colonna sonora e le ultime scene del film.
Anche se era stato rilasciato nelle sale, era chiaro a tutti che il film non era del tutto finito, non che fosse privo del finale ..ovviamente.. o che parti di esso non fossero state completate, ma i numerosi ritardi di produzione, le scene che dovettero essere tagliate perché incomplete, o quelle che nella confusione si credettero smarrite, portarono ad un montaggio video piuttosto accelerato mostrando a tratti anche le linee di scansione che erano chiaramente visibili quando il film fu proiettato sul grande schermo.
Quando il film fu ritirato dalle sale, aveva attirato 2 milioni e mezzo di persone incassando poco meno di 950.000.000 di Yen: meno della metà del primo film di montaggio del 1977 e poco più di un quarto del più remunerativo Addio Yamato. Film dai costi di realizzazione decisamente più bassi come l’ultimo della serie di Doraemon, incassarono quell'anno più di quello di Yamato.
Nonostante gli anni la storia si ripete ancora oggi..o meglio, non è stato l' ultimo di Doraemon ad incassare più di Yamato alla fine 2009, ma l'ultimo di One Piece a guadagnare molto di più della Rinascita, ma mentre questa volta all’ultima pellicola non è stata apportata (ancora) nessuna modifica (nota.leggendo l’ ultima intervista di Nishizaki del 2009, è sembrato di capire che ci siano ben 12 minuti di animazione inedita della Rinascita che sono stati tagliati dalla versione definitiva), per Final Yamato invece, il discorso è completamente diverso.
Cento milioni di Yen erano stati stanziati dal produttore nello sforzo di risistemare (e alla grande) la pellicola dopo la sua prima apparizione nei cinema. Obiettivo: convertire la pellicola da un formato di 35 millimetri in uno da 70mm con un sonoro stereo multi-canale e ripresentarlo successivamente al pubblico nelle sale non appena conclusa la sua opera di restyling.

Vediamo adesso quali sono stati i miglioramenti apportati alla pellicola durante la sua fase di risistemazione nei mesi che intercorsero tra Aprile e Novembre del 1983.
Inserendo il vecchio master v35 mm nel videorecorder e la v70mm nel Laser Disc, (la qualità del dvd italiano è piuttosto mediocre e quindi insoddisfacente per un confronto obbiettivo con la VHS) possiamo notare da subito una differenza già all’inizio del film. I crediti di produzione, che nella versione v35mm riportano sullo schermo i nomi di Nishizaki e quello della Toei Animation (dove il film è stato di fatto realizzato) lasciano nella v70mm il posto nientemeno che al solo marchio della W.C.C.
Il successivo momento, quello che annuncia la nascita dell’universo, è pressoché identico in ambedue le versioni, salvo la modifica della colorazione nella v70mm dello spazio esterno, che cambia da un giallo piuttosto oppressivo, in un rosso più tenue e dalle sfumature più pacate; inoltre tramite l’introduzione di una didascalia, si specifica che la zona dello spazio che osservavamo nella v35mm e della quale non si comprendeva il punto esatto della galassia, è proprio il nostro sistema solare, abbiamo anche la conferma che la palla di fuoco che nella versione v35mm pensavamo essere il nostro sole, altri non è che la fase di formazione della Terra, conferma illustrata anche dall’inserimento del pianeta Acquarius (del tutto assente invece nella VHS) che proprio in quel momento sta passando accanto al nostro mondo riversando su di esso i cosiddetti semi della vita. Tutti i colori intensi che illustravano le fasi del raffreddamento della Terra sono stati rimpiazzati da altri più caldi e tenui ma dalle sfumature più evidenziate. Le collisioni delle galassie sono state ampliate con riprese a lungo campo che ora nella v70mm definiscono meglio anche l’ampiezza dell’universo.

L'arrivo della Yamato nella 35mm
L'arrivo della Yamato nella v70mm
Finalmente appare anche la Yamato, vediamo da subito che l’arrivo della nave è identico in entrambi i supporti video, ma lo sfondo che nella v35mm era libero da qualunque tipo di intemperie spaziali, (quindi più nitido e pulito foto a sinistra) è sostituito nella v70mm da uno scenario zeppo di detriti, piccoli asteroidi e dalla classica nebbia interstellare; una foschia che invece di portare giovamento, sovraccarica purtroppo l’intera scena. (foto a destra
nota. L'arrivo della Yamato è presente anche nel trailer promozionale del film, anche se del tutto priva di intemperie spaziali.
La stessa cosa accade nella scena successiva, mentre nella v35mm era un marrone sabbia a rovinare il fondale, nella v70mm la cura per questo particolare passaggio della Yamato nella fascia asteroidale è molto più elevato, il marrone è stato sostituito da un cremisi più leggero, mentre l’obnubilazione purtroppo continua ad offuscare lo schermo.
Galman nella v70mm
Mentre la Yamato si avvicina a Galman, vediamo che la porzione di spazio che circonda il pianeta è rischiarato da una luce morbida che delimita meglio tutto ciò che circonda il pianeta di Dessler, una scelta azzeccata, poiché nella v35 mm, parte delle costruzioni in rovina di Galman erano oscurate dal buio galattico, ora invece è possibile osservare più nel dettaglio le rovine della capitale.
nota. Le didascalie con i nomi del pianeta Galman e quello della capitale imperiale di Dessler, immessi nella v35mm sono stati completamente rimossi nella v70mm.
Nelle nuove pianificazioni decise per il film, tutto il settore è ora curiosamente illuminato da un’atmosfera sin troppo lucente, pur apprezzando il fatto che ora è possibile farsi un’idea ben precisa di cosa è rimasto del pianeta, viene spontaneo domandarsi quanto ci sia di naturale nella presenza di un simile crepuscolo in un parte dello spazio abbandonato e distrutto, l’oscurità vigente nella precedente trasposizione, aveva invece tratteggiato in modo molto più marcato la desolazione e l’orrore causato dal cataclisma appena abbatutosi sul centro della galassia.

Lo spazio che circonda Galman era molto più buio nella v35mm

La Yamato fugge da Galman a tutta velocità eseguendo il balzo iperspaziale, mentre l’astronave è sospinta lontano dalla furia della perturbazione, si nota chiaramente che i colori della caligine cosmica, variano dall’arancio della v35mm in un altro (e più insolito) rosa della v70mm.

Dinguil nella v35mm con didascalia
Dinguil nella v70mm senza didascalia
Il pianeta Dinguil (o Dunghil nell'edizione italiana) appare sullo schermo, ma mentre nella v35mm era una didascalia esplicativa ad indicarci l’identità del pianeta, nella v70mm questa annotazione è stata inspiegabilmente rimossa, una scelta che avrà generato confusione nello spettatore che ha visto per prima la nuova versione, perché così non gli è possibile comprendere da subito che il mondo che sta per essere sommerso da Acquarius è appunto il pianeta di Lugal de Zahl, l’identità del pianeta sarà svelata solo più tardi dallo stesso imperatore in colloquio con il figlio Lugal II. Il sottotitolo rimosso vantava per la prima volta nella storia di Yamato anche la titolazione in due lingue differenti: in giapponese e in inglese. I sottotitoli riportavano: Dinguil, quarto pianeta del Sistema di Unfa. Un vero peccato quindi che sia stata eliminata.
Dopo aver eseguito il balzo, la Yamato ricompare nella terza dimensione in prossimità di Dinguil (Dinghiru in giapponese). Per mantenere salda la coerenza con i nuovi fondali applicati alla pellicola, la scena in cui l’astronave riemerge dal balzo è stata ritoccata e adattata; in alternativa al fondale stellato spoglio e privo di qualunque forma rocciosa, sono state immesse più masse rocciose alle quali sono stati aggiunti alcuni corpi celesti.
Sommerso dalla acque, Dinguil o Dunghil, ha ora un aspetto molto diverso, mentre nella v35mm la sua morfologia in seguito la catastrofe non era stata modificata, nella v70mm vediamo il pianeta abbandonare la sua caratteristica superficie asciutta trasformandola in quella di un mondo completamente sommerso. Il triste scenario è visibile attraverso le lastre trasparenti del ponte di comando della Yamato.

L’equipaggio della Yamato osserva atterrito il disastro a cui va incontro il pianeta Dunghil, lo Tsunami che si abbatte sulla capitale è stato reso ancor più cruento nella seconda versione; mentre nella v35mm era inquadrato soltanto il tempio mentre veniva avvolto dalle acque, nella v70 mm è l’intera città a subire la furia degli elementi, un impeto accentuato dall’inserimento di un fulmine nel cielo che appare durante la discesa della Yamato sulla superficie di Dunghil. Invariata invece è la ripresa della discesa della nave sul pianeta, così come le consecutive due. Completamente ridisegnata è la scena in cui la Yamato abbandona il pianeta dopo la tragica morte di molti membri dell’equipaggio, rivista nella v70mm attraverso una prospettiva totalmente differente.
L’effetto della solarizzazione offre i suoi benefici effetti anche alle scene ambientate sulla Terra, le atmosfere cupe della prima versione lasciano il posto ad un cielo volto all’azzurro surrogando il greve azzurrognolo che nella v35mm ricopriva le città. Il quartier generale del comandante Todo è ora più limpido e nitido. Anche qui sono stati aboliti per intero i titoli di sottofondo, il che conferisce un ampio respiro all’intera scena, quasi certamente in produzione si erano accorti che eliminando le iscrizioni avrebbe reso la scena più ampia e agevole da guardare.
Le emozioni e gli sguardi si sa, hanno sempre giocato un ruolo importante nella saga di Yamato, così per rendere al meglio lo stato d’animo dei comprimari rimasti sulla Terra, sono state aggiunte nuove scene alla sequenza della Yamato mentre contatta la base dopo la fuga da Dunghil; Todo adesso esalta maggiormente il proprio sollievo per il ritorno della nave mostrando il suo volto disteso in direzione del suo aiutante, questa scena, come quella del primo piano di Yuki che fantastica sul ritorno di Kodai, erano invece assenti nella prima versione v35mm.

Anche il nome di Lugal aveva la
didiascalia in inglese nella v35mm
Uruk con Acquarius nella v35mm
Tutti gli sforzi della produzione sono adesso concentrati per migliorare il lato nemico, l’operazione di eliminazione dei sottotitoli ha inevitabilmente raggiunto l’identificazione degli armamenti dunghilliani, così la didascalia che indicava l’identità della nave base di Lugher II è stata rimossa. Eliminate anche la didascalia che nella versione v35mm illustrava l’identità del personaggio inquadrato sullo schermo, in tal modo sia Lugal De Zahl e sui figlio Lugal II , hanno perso la loro legenda personale in cui era riportato (anche in inglese) il proprio nome, ma la decisione non ha riguardato soltanto l’eliminazione dei nomi, molte delle inquadrature dei personaggi sono state allontanate (potremmo dire) dallo schermo per ottenere un effetto più ampio di campo, una scelta valida che ha consentito una migliore visualizzazione del satellite Uruk che, sebbene leggermente offuscato da alcuni starti nuvolosi dai colori decisamente insoliti, è mostrato ora nella sua totale interezza.

Immagini di come appariva Acquarius visto da Uruk nella prima versione 35mm

Ad una decisione comprensibile, se ne aggiunge una singolare e inaspettata, gli anelli che gravitavano intorno all’atmosfera di Acquarius e che conferivano al pianeta un aspetto più seducente, sono stati inspiegabilmente rimossi lasciandolo privo di quella sua suggestiva caratteristica, che nella versione v35mm offriva allo spettatore un effetto scenico molto più bello, per cui non si comprende il motivo dell’eliminazione degli anelli. Gli effetti di luce sono stati intensificati all’interno del satellite Uruk, in questo modo la scena dell’accensione del generatore che darà l’energia per il balzo di Acquarius, passa da un verde cereo ad uno più intenso e brillante, anche tutte le apparecchiature della sala acquistano di conseguenza un dinamismo del tutto assente nella v35mm.
continua



 



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