Nei post precedenti abbiamo visto che la serie di Yamato aveva avuto un percorso di vita piuttosto difficile già prima della sua messa in onda.
La sua nascita si rivelò travagliata sin dall’inizio: prima a causa della difficoltosa stesura della sua sceneggiatura, poi lo sponsor che tardava ad arrivare e infine l’ardua ricerca di un’emittente disposta a trasmetterlo.
La sua nascita si rivelò travagliata sin dall’inizio: prima a causa della difficoltosa stesura della sua sceneggiatura, poi lo sponsor che tardava ad arrivare e infine l’ardua ricerca di un’emittente disposta a trasmetterlo.
Yamato inizia la sua trasmissione in tv sulla Yomiuri Domenica 6 ottobre 1974 alle 19:30.
Nishizaki, Matsumoto, Ishiguro e tutto lo staff dell'Academy e dei subappaltatori (Tiger Pro, Studio Mates,
Nishizaki, Matsumoto, Ishiguro e tutto lo staff dell'Academy e dei subappaltatori (Tiger Pro, Studio Mates,
Studio JA, Anime Room, Sunrise Studio) che avevano lavorato sodo erano in fremente attesa di sapere quale sarebbe stato il responso che il pubblico avrebbe tributato alla loro creatura.
È interessante notare anche un fatto molto importante: la parola "Anime" non esisteva ancora quando Yamato venne trasmessa.
40 anni fa infatti, i programmi di animazione venivano chiamati semplicemente "Terebi Manga", (Manga in televisione) e, considerando che la maggior parte di essi aveva origine dalle pubblicazioni di manga per bambini, non erano generalmente considerati come un mezzo impegnativo. Sino ad allora i temi in essi contenuti spaziavano da quelli mitologici, leggendari e storici relativi alla tradizione nipponica a quelli più famosi della cultura occidentale. E, che ne dicano gli esperti, Tezuka era uno dei più attenti alle tematiche occidentali.
Ma anche se all'inizio degli anni '70 le cose stavano lentamente cambiando e le emittenti si stavano adeguando ai nuovi concetti e ai nuovi filoni di interesse quali il classico, l'umoristico, i bambini, l'avventura, la magia, lo sport e i robot, l'attenzione per Yamato da parte del pubblico si rivelò da subito del tutto insufficiente e inadeguata. Era evidente che gli spettatori non avevano ancora compreso i veri contenuti della serie, i messaggi di pace, di attenzione ecologica, libertà, eroismo e abnegazione contenuti nel viaggio della Yamato (viaggio cosmico ed interiore insieme); forse non erano stati correttamente illustrati. Eppure le tematiche introdotte ed affrontate all’interno della serie erano tutt’altro che infantili. Yamato era stata appunto ideata in un periodo di incertezza sociale causata dalla crisi petrolifera e dall’inquinamento (rispecchiati nella serie come crisi energetica totale, azzeramento delle risorse del pianeta, lo sterminio totale della razza umana e l'inquinamento radioattivo).
Il messaggio non viene recepito dal pubblico della Yomiuri Tv che, pensando di trovare sull'emittente ancora il solito "Terebi Manga" per bambini, ignora per il momento il nuovo fenomeno culturale, fantascientifico e adulto al quale sta assistendo.
Nessuno si aspettava che, da lì a tre anni, quella serie sconosciuta avrebbe trasformato radicalmente il modo di concepire i cartoni in tv e avrebbe presto innescato il periodo d’oro dell’animazione giapponese.
La serie era nata per fornire una risposta di speranza ai dubbi per il futuro, per riflettere sugli errori del passato e ricominciare (se necessario) daccapo ritrovando la propria identità, la via giapponese.
Questi erano gli scopi e i messaggi che Matsumoto e Nishizaki volevano inviare al pubblico.
Un pensiero che purtroppo al suo primo tentativo fallì miseramente.
Questi erano gli scopi e i messaggi che Matsumoto e Nishizaki volevano inviare al pubblico.
Un pensiero che purtroppo al suo primo tentativo fallì miseramente.
Da tutti i punti di vista, quindi, l’inizio della trasmissione della prima serie passò quasi sotto silenzio.
Il film pilota trasmesso sulle emittenti private solo pochi giorni prima non era bastato a far sì che gli spettatori si interessassero alla nuova serie della Yomiuri. Eppure le premesse c’erano tutte: una storia innovativa, un character design totalmente nuovo e la “partecipazione” della famosa corazzata della marina imperiale che per l’occasione resuscitava sotto forma di un mezzo spaziale.
In quel periodo la Yomiuri tv, reduce dai grandi successi del passato, aveva regalato agli spettatori titoli come Lupin III, Tommy la stella dei Giants e il gatto Doraemon, ma nel 1974 si trovava a dover fronteggiare l’assalto delle grandi produzioni della Fuji Tv soltanto con 4 programmi di anime.
Ma la sfortuna della Serie 1 di Yamato era stata senz'altro anche quella di essere trasmessa alla stessa ora di Heidi. Le bellissime immagini delle Alpi inserite nell Anime prodotto dallo studio di animazione giapponese Zuiyo Eizo (da cui più tardi nacque la Nippon Animation) e dalla tedesca Taurus Film diretto magistralmente dai grandi Isao Takahata e Hayao Miyazaki in quel periodo stavano incantando il pubblico nipponico.
Le belle speranze e l’impegno dei membri dell’Academy di Nishizaki quindi non possono competere con le toccanti avventure dell'orfanella svizzera e contro le splendide immagini delle Alpi europee e (come riportato in precedenza), la messa in programmazione dell'innovativa serie dell'allora esordiente Leiji Matsumoto e del suo produttore Yoshinobu Nishizaki viene giudicata del tutto insoddisfacente.
All’alba dell’ottavo episodio trasmesso nel Novembre 1974, visti e considerati i bassi indici di ascolto, la Yomiuri decide definitivamente di ridurre da 39 a 26 le puntate della serie. Questo scatena la ristrutturazione di tutti gli episodi imminenti e contribuisce all'eliminazione dell'elemento "colonia di schiavi" su Balan che non fu mai introdotto nella Serie 1. Anche l'eliminazione dalla sceneggiatura del complotto ordito da Kript ai danni di Lysis per spodestare Desslok e la contrazione dei 5 episodi (ridotti a 2) relativi all'arrivo della Yamato nella Grande Nube di Magellano furono una grave conseguenza della decisione stabilita dall'emittente. Lo stesso dicasi anche per lo scontro decisivo nella Galassia dell'Arcobaleno prevista e concepita inizialmente per gli episodi 32 e 33 e anticipato negli episodi 21 e 22.
La battaglia su Gamilon, inizialmente pensata come il principale avvenimento degli episodi 34 e 35 fu poi anticipata negli ep. 23-24 spostando anche il ritorno della nave sulla Terra dall'ep. 39 al 26.
nota. Nel Nuovo Viaggio la Yamato impiegherà meno di una settimana per ritornare nuovamente su Iscandar ma, questa volta, sarà solo per una esclusiva decisione di Nishizaki (e della durata del film che è di soli 90 minuti). In quel film però nessuno imporrà tagli o modifiche alla sceneggiatura della pellicola. La serie di Yamato che, nel 1974, era stata trasmessa sulla Yomiuri per contrastare le produzioni della Fuji Tv, nel 1979 vede paradossalmente il film trasmesso proprio sull' emittente "avversaria".
Nell’episodio 25 la Yamato avrebbe dovuto distruggere la base di comando nella Piccola Nube di Magellano, quindi recuperare il tempo perduto e dirigere verso la propria destinazione mentre su Gamilas si verificavano alcuni dissidi interni e venivano eseguite alcune condanne a morte come quella di Lysis nell’episodio 26 e quella di Kript nel 27. Questi due avvenimenti sarebbero stati seguiti da incontri con fantasmi e creature bizzarre, conclusesi con il crollo del capitano Okita nell'episodio 31 e la sua morte su Iscandar.
Costringendo la produzione ad anticipare davvero oltremisura il ritorno della nave nel sistema solare, la Yomiuri ha inevitabilmente snaturato la tempistica naturale del viaggio verso casa. La Yamato impiega così otto mesi per il viaggio di andata ma solo tre mesi e mezzo per ritornare nel sistema solare (cosa che ha generato l'ilarità di chi non conosce questi retroscena..e pensare che c’è ancora qualcuno che, biasimando la produzione per questa decisione, ancora mi domanda: “Perché ci sono volute 25 puntate per arrivare a Iscandar e solo 1 per tornare sulla Terra?”). nota. Nel Nuovo Viaggio la Yamato impiegherà meno di una settimana per ritornare nuovamente su Iscandar ma, questa volta, sarà solo per una esclusiva decisione di Nishizaki (e della durata del film che è di soli 90 minuti). In quel film però nessuno imporrà tagli o modifiche alla sceneggiatura della pellicola. La serie di Yamato che, nel 1974, era stata trasmessa sulla Yomiuri per contrastare le produzioni della Fuji Tv, nel 1979 vede paradossalmente il film trasmesso proprio sull' emittente "avversaria".
Siamo all’inizio del 1975. Yamato (è il caso di dirlo) non “decolla” e all’Academy si fanno gli scongiuri scandendo l'incessante conto alla rovescia nella fremente attesa che Heidi finisca alla svelta le sue avventure in tv. Ci si aspetta cioè che al termine della programmazione della serie di Miyazaki e Takahata le quotazioni di Yamato, ridotte ora ad un misero 5%, prendano a salire.
Fortunatamente Heidi finisce dopo due mesi, ma gli indici di ascolto di Yamato non superano ugualmente il 6% probabilmente a causa della sua struttura fluviale che risulta ormai del tutto incomprensibile al pubblico appena accostatosi all anime. Ma sebbene si voglia per forze di cose affibbiare la responsabilità del fallimento di Yamato ad Heidi, possiamo ritenere ancora che forse era stato proprio il tema della sceneggiatura ad essere sottovalutato, le precedenti produzioni di fantascienza trasmesse fino ad allora nelle varie emittenti seguivano infatti lo stereotipo un po’ infantile e altrettanto grossolano di Tezuka, (Atom, Big X) e quello più elevato, impegnativo e maturo di Yamato non era stato preso in considerazione.
Il risultato di questo primo deludente passaggio porta naturalmente allo sconforto lo staff dell’Academy e il pensiero che la serie avrebbe presto subito una prematura fine angoscia la produzione.
Nishizaki e il suo gruppo di autori avevano sudato sangue per ottenere di mandarlo in onda. A volte lo staff era costretto a consegnare alla stazione tv il filmato con il relativo episodio senza purtroppo aver avuto nemmeno il tempo di commentare e correggere nulla del lavoro svolto.
È bene ricordare anche che, al contrario della Toei Animation che contava tra le sue fila molti animatori e si avvaleva di un discreto capitale sociale nonchè di parecchio personale per consegnare in tempo il proprio lavoro, l'Academy di Nishizaki era una piccola società gestita con i pochi fondi del produttore e con altrettanti pochi collaboratori.
È bene ricordare anche che, al contrario della Toei Animation che contava tra le sue fila molti animatori e si avvaleva di un discreto capitale sociale nonchè di parecchio personale per consegnare in tempo il proprio lavoro, l'Academy di Nishizaki era una piccola società gestita con i pochi fondi del produttore e con altrettanti pochi collaboratori.
Doveva essere stato incredibilmente demoralizzante continuare a quel serrato ritmo con la convinzione che praticamente non c'era nessuno a guardare Yamato, soprattutto pensando che gli animatori non erano degli esperti conoscitori di SF e che il compianto Ishiguro aveva nel frattempo anche il suo daffare a seguire il loro lavoro. Il design di Yamato era così innovativo e particolare e richiedeva talmente tanto tempo che solo per animare la scena del suo arrivo dallo spazio vuoto con il relativo passaggio totale sullo schermo (durata 15 secondi circa) aveva richiesto allo staff l’impiego di oltre 500 cells di animazione (filmato che naturalmente è stato usato più volte in tutta la serie).
A 38 anni di distanza lo stesso Ishiguro ricordava che la deformazione di quella sequenza era la conferma che il disegno era fatto a mano.
Oggi questo lavoro può essere fatto molto facilmente, senza sbavature o deformazioni della nave, utilizzando la computer grafica, ma forse (ed è un’opinione personale) con l’utilizzo di tale tecnica si altera sempre di più il termine originale di "animazione o cartone animato genuino" sostituendolo con quello della fredda e inconsistente computer animation, che per quanto realistica è priva del talento e della passione degli animatori.
Purtroppo i tempi oggi sono molto peggiori di allora.
L’unica cosa che consolava il personale della produzione in quei giorni era la presenza di alcuni studenti liceali e universitari che nel frattempo, iniziavano a visitare lo studio, un piccolo gruppo di spettatori che seguivano con interesse la serie e che se non altro portavano un pò di incoraggiamento a continuare con il lavoro.(vedremo, nell’articolo dedicato ai fan club che la loro collaborazione è stata di vitale importanza per la sopravvivenza di Yamato)
A conti fatti, i tempi per Yamato non erano ancora maturi in Giappone, proprio come avvenne in America nel lontano 1966, dove nessuno allora era ancora pronto per Star Trek; ed entrambe difatti possono vantare la medesima storia: dapprima ignorate e sottovalutate dal pubblico, ma con il tempo elevate a fenomeno culturale di massa.
Considerazioni.
Anche se la serie tv non fu l'unico prodotto a portare il nome di Yamato, (sul mercato giravano anche il 45 giri della sigla e due adattamenti del manga prima della chiusura della serie), fu anche il massacrante ritmo di lavoro a cui era sottoposto lo staff a non concedere loro il tempo necessario per stabilire un contatto diretto con il pubblico e a consentire un’adeguata promozione della serie. Purtroppo anche tentare di acquistare uno spazio televisivo per promuovere Yamato era per Nishizaki uno sforzo finanziario azzardato.
Nemmeno il videoregistratore avrebbe potuto correre in soccorso del cartone perché ancora troppo costoso per una famiglia media.
Oggi, invece, le cose non potrebbero essere più differenti.
Le opinioni del pubblico si possono verificare in pochi minuti durante la messa in onda del programma e i commenti dei fans sono verificabili su internet con un semplice clic del mouse.
Le opinioni del pubblico si possono verificare in pochi minuti durante la messa in onda del programma e i commenti dei fans sono verificabili su internet con un semplice clic del mouse.
Ignorando per il momento tutti gli altri contributi cardine apportati da Yamato al mondo dello spettacolo, vale la pena notare che questo è stato il primo programma che ha elevato gli standard qualitativi e narrativi del settore, quello che in ultima analisi è stato il mezzo che ha spinto in avanti tutta l'animazione giapponese fino al punto di elevarla al termine che più si le conface: Anime.
Ah, però! Molto interessante! Avevo letto qualcosa, ma non in maniera così approfondita. Anche a SPY quindi è toccato lo stesso destino di Lupin e Gundam. Quest' ultimo forse perché ci si aspettava la solita formula robottonica e non una space-opera. Boh! Vedi pure che è successo al povero "Baldios" che non fu manco completato! A proposito di serie tv concorrenti, quest' ultimo ho letto che andava contro la seconda serie di Lupin e Rocky Joe II!
RispondiEliminaPeccato per le puntate non realizzate! Avrebbero reso ancor più bella la serie secondo me. La battaglia sul pianeta nemico dura troppo poco secondo me.
Ciao. Si in effetti a SBY e' toccata la stessa sorte di Lupin III e di molti altri: dapprima sottovalutati, ignorati e successivamente elevati a fenomeno sociale di massa, forse un certo tipo di contenuti ha bisogno di tempo per essere capito e apprezzato dalla gente prima di emergere, ma purtropo nel frattempo si rischia di buttare alle ortiche tante valide idee.
EliminaGrazie per i tuoi messaggi e per i tuoi complimenti. ^_^
Il tuo commento sull'animazione del tempo rispetto a quella odierna è romantico ma troppo drastico. E' vero che oggi col computer si è persa la "magia" ma non fa tutto schifo. Il remake Yamato 2199 è strepitoso: rispettoso, visivamente eccezionale e migliorativo dell'originale sotto quasi tutti gli aspetti.
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